Andare a Santiago scalzo
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Andare a Santiago scalzo
Cari amici scalzi, come vi ho già detto, malgrado la mia assenza dal forum la mia attività di scalzista non solo non si è fermata, ma si è anche potenziata.
Ho fatto il Cammino di Santiago "breve", partendo da Sarria che dista 111.5 km da Santiago: è la minima distanza da fare per ottenere la pergamena del pellegrino, la "compostela".
Decisi verso la metà di maggio di fare il cammino scalzo fino dove potevo arrivare e ho dato inizio agli allenamenti.
La strada da casa mia a S.Domenico di Fiesole è lunga 2.5 km. L'ho percorsa scalzo quasi quotidianamente.
Sono andato a comprare il giornale in paese dalla casa in campagna, 10 km tra andata e ritorno, nei fine settimana.
La suola si rinforzava e aumentava il desiderio.
Il cammino è cominciato il 23 giugno e si è concluso il 29, con qualche rimpianto perché alla fine sarebbe stato bello continuare.
Ho percorso 60 km scalzo su 120. Dopo mezzogiorno l'asfalto era rovente; inoltre i tratti sterrati spesso erano costruiti con massicciate di sassi irregolari e appuntiti. in realtà negli ultimi giorni la capacità di tollerare le asperità del terreno è enormemente aumentata.
La cosa che mi ha meravigliato è che non ho trovato nessun altro che facesse il cammino scalzo. Le mie impronte sono rimaste lì per almeno una settimana finché non ha piovuto: un'amica mia che è passata qualche giorno dopo le ha trovate..
Ho suscitato moltissima ammirazione e anche entusiasmo, tutti i compagni di cammino occasionali mi facevano grandi complimenti in tutte le lingue, tanto che si dispiacevano quando poi mi vedevano con i sandali.
Anche quando proprio non ho potuto andare scalzo ho portato i sandali da trekking, marca Ande: ottimi.
Tra l'altro, dato che sto quasi sempre scalzo, i diti si sono aperti a ventaglio liberandosi l'uno dall'altro, per cui non tollero bene calzature chiuse.
Aver camminato veramente molto è stata un'esperienza bellissima. Ho capito che ci sono diversi livelli del piacere:
il più elementare è di stare a piedi liberi, e questo lo provano tutti, anche quelli che stanno scalzi solo in casa.
Il secondo livello è quello di sentire la suola che si attiva, che ha quel senso piacevole quasi di prurito che invita a continuare a cercare terreni ruvidi.
Dopo chilometri e chilometri la sensazione del secondo livello diventa connaturata con me, e un certo senso di appagamento parte dai piedi ed arriva al cervello.
Evidentemente si tratta di diverse qualità di endorfine, immagino.
Non riesco a dire tutto per la solita mancanza di tempo. Nella sezione off topic vi faccio partecipi dei miei appunti.
Un saluto
Luca
Ho fatto il Cammino di Santiago "breve", partendo da Sarria che dista 111.5 km da Santiago: è la minima distanza da fare per ottenere la pergamena del pellegrino, la "compostela".
Decisi verso la metà di maggio di fare il cammino scalzo fino dove potevo arrivare e ho dato inizio agli allenamenti.
La strada da casa mia a S.Domenico di Fiesole è lunga 2.5 km. L'ho percorsa scalzo quasi quotidianamente.
Sono andato a comprare il giornale in paese dalla casa in campagna, 10 km tra andata e ritorno, nei fine settimana.
La suola si rinforzava e aumentava il desiderio.
Il cammino è cominciato il 23 giugno e si è concluso il 29, con qualche rimpianto perché alla fine sarebbe stato bello continuare.
Ho percorso 60 km scalzo su 120. Dopo mezzogiorno l'asfalto era rovente; inoltre i tratti sterrati spesso erano costruiti con massicciate di sassi irregolari e appuntiti. in realtà negli ultimi giorni la capacità di tollerare le asperità del terreno è enormemente aumentata.
La cosa che mi ha meravigliato è che non ho trovato nessun altro che facesse il cammino scalzo. Le mie impronte sono rimaste lì per almeno una settimana finché non ha piovuto: un'amica mia che è passata qualche giorno dopo le ha trovate..
Ho suscitato moltissima ammirazione e anche entusiasmo, tutti i compagni di cammino occasionali mi facevano grandi complimenti in tutte le lingue, tanto che si dispiacevano quando poi mi vedevano con i sandali.
Anche quando proprio non ho potuto andare scalzo ho portato i sandali da trekking, marca Ande: ottimi.
Tra l'altro, dato che sto quasi sempre scalzo, i diti si sono aperti a ventaglio liberandosi l'uno dall'altro, per cui non tollero bene calzature chiuse.
Aver camminato veramente molto è stata un'esperienza bellissima. Ho capito che ci sono diversi livelli del piacere:
il più elementare è di stare a piedi liberi, e questo lo provano tutti, anche quelli che stanno scalzi solo in casa.
Il secondo livello è quello di sentire la suola che si attiva, che ha quel senso piacevole quasi di prurito che invita a continuare a cercare terreni ruvidi.
Dopo chilometri e chilometri la sensazione del secondo livello diventa connaturata con me, e un certo senso di appagamento parte dai piedi ed arriva al cervello.
Evidentemente si tratta di diverse qualità di endorfine, immagino.
Non riesco a dire tutto per la solita mancanza di tempo. Nella sezione off topic vi faccio partecipi dei miei appunti.
Un saluto
Luca
Luca T- Numero di messaggi : 203
Età : 76
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Andare a Santiago scalzo
Complimenti davvero Luca, sei stato fortissimo......esperienza strepitosa!
Paolo F.
Paolo F.
paolo fratter- Numero di messaggi : 434
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: Andare a Santiago scalzo
Bel racconto del tuo cammino a Santiago, anch'io vorrei fare questo percorso a piedi e anche in parte scalzo, per ora non ho trovato l'occasione di andarci. Spero in un prossimo futuro di fare questa bella esperienza con persone che condividono le mie idee sul camminare scalzo.
ALEBO- Numero di messaggi : 527
Data d'iscrizione : 26.01.09
a proposito di Cammino di Santiago
anch'io ho riscoperto il piacere di andare scalzo in occasione di un Cammino di Santiago.
Era il 2004, ero da solo, stavo attraversando l'Andalusia seguendo il Camino Mozarabe e la succesiva Via de la Plata in direzione di Santiago de Compostela...
La riscoperta fu casuale, nata dall'esigenza pratica di salvaguardare il più possibile i piedi...niente di spirituale...mi stavo riposando all'ombra in in piccolo parco lungo la strada alla periferia di un paesino in Andalusia, sarà stato non molto lontano da Granada, passa una giovane zingara a piedi nudi...e mi chiedo senza volerlo "ma perché non potrei provarci a camminare a tratti scalzo, dove il terreno è più favorevole, così tanto per alternare il piede dai sandali e dalla scarpa?"...e tutto è nato lì...e così sono andato avanti, camminando scalzo appena potevo...camminando, camminando...alla fine, quando mi bloccai perché un menisco era andato in frantumi, erano passari più di 2.000 kilometri e 67 giorni di cammino ininterrotto, ero passato da Santiago, da Finisterrae ed ero arrivato a Lourdes e a Lourdes avevo scoperto che lì non sempre i miracoli avvengono...
Era il 2004, ero da solo, stavo attraversando l'Andalusia seguendo il Camino Mozarabe e la succesiva Via de la Plata in direzione di Santiago de Compostela...
La riscoperta fu casuale, nata dall'esigenza pratica di salvaguardare il più possibile i piedi...niente di spirituale...mi stavo riposando all'ombra in in piccolo parco lungo la strada alla periferia di un paesino in Andalusia, sarà stato non molto lontano da Granada, passa una giovane zingara a piedi nudi...e mi chiedo senza volerlo "ma perché non potrei provarci a camminare a tratti scalzo, dove il terreno è più favorevole, così tanto per alternare il piede dai sandali e dalla scarpa?"...e tutto è nato lì...e così sono andato avanti, camminando scalzo appena potevo...camminando, camminando...alla fine, quando mi bloccai perché un menisco era andato in frantumi, erano passari più di 2.000 kilometri e 67 giorni di cammino ininterrotto, ero passato da Santiago, da Finisterrae ed ero arrivato a Lourdes e a Lourdes avevo scoperto che lì non sempre i miracoli avvengono...
vecchio scarpone- Numero di messaggi : 69
Data d'iscrizione : 28.08.11
Re: Andare a Santiago scalzo
dolcissimo!!!Luca T ha scritto:Le mie impronte sono rimaste lì per almeno una settimana finché non ha piovuto: un'amica mia che è passata qualche giorno dopo le ha trovate..
cioé, dai spiega, spiegavecchio scarpone ha scritto:e a Lourdes avevo scoperto che lì non sempre i miracoli avvengono...
Ospite- Ospite
Re: Andare a Santiago scalzo
...come al solito i mille impegni mi hanno impedito di seguire il forum.
Sono molto lusingato per aver visto riesumare quelle memorie di santiago che a dire il vero mi commuovono ancora.
Grazie
Luca
Sono molto lusingato per aver visto riesumare quelle memorie di santiago che a dire il vero mi commuovono ancora.
Grazie
Luca
Luca T- Numero di messaggi : 203
Età : 76
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Andare a Santiago scalzo
Skamall mi chiede di spiegare...
...semplicemente a Lourdes, di solito, ci si arriva per devozione o per chiedere la guarigione da qualche cosa che non va.
Io ci ero arrivato per caso, o forse per curiosità; comunque era stato sicuramente il caso che mi aveva fatto deviare dal percorso che intendevo seguire nel ritorno a casa.
Camminavo, dopo aver attraversato l'Aragona e superato i Pirenei al Passo di Somport, in direzione di Tolosa per continuare seguendo la Via d'Arles che mi avrebbe dovuto riportare in Italia da Ventimiglia.
Un paio di km priva di arrivare al paesino di Maubourget dove pensavo di fermarmi a passar la notte, a un incrocio di sentieri trovo l'indicazione di un sentiero inaugurato da pochissimo con l'indicazione di Lourdes, un 65 km più a Sud. Quale tentazione più forte? Così, raccolta qualche informazione al paesino, il mattino seguente decido in quale direzione andare e la scelta va sul sentiero che porta a Lourdes...
Stavo camminavo solitario da oltre due mesi, nello zaino avevo la Compostela che mi era stata data a Santiago, un'attestazione preziosa, "invidiata" dai pellegrini che talvolta mi capitava di incrociare. Non erano molti questi pellegrini che incrociavo, perché nel ritorno avevo seguito i cammini meno frequentati, quello del Nord lungo la costa Cantabrica e poi il Cammino d'Aragona. Era una invidia mista a curiosità; invidia perché loro dovevano ancora sudare per guadagnarla e non era detto che sarebbero arrivati; curiosità perché in genere a Santiago si va a piedi, partendo da più o meno lontano per uno dei vari cammini che lì portano, magari si prosegue per Finisterre, ma poi si ritorna alle proprie case in aereo, o pullman o in treno...anche l'intera segnalazione con le famose frecce gialle è fatta esclusivamente a beneficio di chi va in direzione di Santiago...nella sistemazione dei segnali non è previsto il contrario...chi ritorna alla sua casa.
Mi scuso se mi soffermo su ricordi ormai lontani...ma chi ha avuto la fortuna o la ventura di camminare sulle strade di Santiago sa cosa vuol dire... e ogni volta ti viene in mente qualche episodio, magari insignificante, che in altre circostanze non avresti mai notato.
Non sono in grado di testimoniare su eventuali miracoli di Lourdes, ma posso dire che quando sono giorni e giorni che cammini con un pesante zaino sulle spalle, da solo, vedi le cose che ti circondano e gli incontri che fai con occhi del tutto diversi...
Era qualche giorno che facevo fatica a camminare, un ginocchio incominciava a dar problemi, il mattino il ginocchio era indolenzito, poi col movimento si sistemava un po', ma era evidente che non poteva continuare ancora per molto...era solo questione di tempo, così era il pomeriggio e mi stavo avvicinando a Lourdes con una strana sensazione, curiosità frammista, non lo nego, a un certo pregiudizio.
Mi ero accorto che stava percorrendo la stessa stradina che a suo tempo le tre pastorelle facevano ogni giorno portando al pascolo le loro bestie nel luogo dove sarebbe stata la grotta di Massabielle...il leggero dolore che mi stava facendo compagnia da tutto il giorno era scomparso..."miracolo", suggestione nell'arrivare a Lourdes? No, niente di tutto questo, semplicemente la cessazione del dolore accompagnata al già osservabile rigonfiamento del ginocchio voleva dire che il mio corpo aveva messo in atto le sue difese e nello stesso tempo il cammino era finito...
In questo senso avevo scritto che "non sempre i miracoli avvengono".
Nei miei pensieri passava l'idea di una specie di contrappasso, io che ero lì con una certa aria di sufficienza, il dolore che scompare, quasi un'illusione di "miracolo"...e in me anche la consapevolezza che le cose non erano proprio così...
E così fu. Il mattino successivo, prima di avviarmi per quella che sarebbe stata l'ultima tappa, avevo assistito alla processione degli ammalati davanti alla grotta delle apparizioni. Ero appoggiato con il ginocchio ormai gonfio e di nuovo dolorante al muro di pietra oltre il quale scorre il Gave, il torrente gonfio di acque che attraversa Lourdes. Osservavo quei volti, quelli degli ammalati e quelli delle persone che li accompagnavano o guidavano le loro carrozzine. Ne osservai molti. La processione sembrava non finire mai. E pensavo, tutte quelle persone erano arrivate là spinte dalla speranza di una guarigione o per lo meno di un sollievo nel dolore, in non pochi casi l'impressione era che la speranza non fosse degli ammalati sulle carrozzine, probabilmente qualcuno non sapeva nemmeno dove fosse, ma piuttosto di chi li accompagnava, ed io ero ero arrivato lì senza un perché, mi sembrava di non aver nulla da chiedere...ma ebbi l'impressione che quella folla di persone sconosciute mi avesse sopraffatto, si fosse impossessata di me ed io non ero più capace di distinguermi da quella folla...
...semplicemente a Lourdes, di solito, ci si arriva per devozione o per chiedere la guarigione da qualche cosa che non va.
Io ci ero arrivato per caso, o forse per curiosità; comunque era stato sicuramente il caso che mi aveva fatto deviare dal percorso che intendevo seguire nel ritorno a casa.
Camminavo, dopo aver attraversato l'Aragona e superato i Pirenei al Passo di Somport, in direzione di Tolosa per continuare seguendo la Via d'Arles che mi avrebbe dovuto riportare in Italia da Ventimiglia.
Un paio di km priva di arrivare al paesino di Maubourget dove pensavo di fermarmi a passar la notte, a un incrocio di sentieri trovo l'indicazione di un sentiero inaugurato da pochissimo con l'indicazione di Lourdes, un 65 km più a Sud. Quale tentazione più forte? Così, raccolta qualche informazione al paesino, il mattino seguente decido in quale direzione andare e la scelta va sul sentiero che porta a Lourdes...
Stavo camminavo solitario da oltre due mesi, nello zaino avevo la Compostela che mi era stata data a Santiago, un'attestazione preziosa, "invidiata" dai pellegrini che talvolta mi capitava di incrociare. Non erano molti questi pellegrini che incrociavo, perché nel ritorno avevo seguito i cammini meno frequentati, quello del Nord lungo la costa Cantabrica e poi il Cammino d'Aragona. Era una invidia mista a curiosità; invidia perché loro dovevano ancora sudare per guadagnarla e non era detto che sarebbero arrivati; curiosità perché in genere a Santiago si va a piedi, partendo da più o meno lontano per uno dei vari cammini che lì portano, magari si prosegue per Finisterre, ma poi si ritorna alle proprie case in aereo, o pullman o in treno...anche l'intera segnalazione con le famose frecce gialle è fatta esclusivamente a beneficio di chi va in direzione di Santiago...nella sistemazione dei segnali non è previsto il contrario...chi ritorna alla sua casa.
Mi scuso se mi soffermo su ricordi ormai lontani...ma chi ha avuto la fortuna o la ventura di camminare sulle strade di Santiago sa cosa vuol dire... e ogni volta ti viene in mente qualche episodio, magari insignificante, che in altre circostanze non avresti mai notato.
Non sono in grado di testimoniare su eventuali miracoli di Lourdes, ma posso dire che quando sono giorni e giorni che cammini con un pesante zaino sulle spalle, da solo, vedi le cose che ti circondano e gli incontri che fai con occhi del tutto diversi...
Era qualche giorno che facevo fatica a camminare, un ginocchio incominciava a dar problemi, il mattino il ginocchio era indolenzito, poi col movimento si sistemava un po', ma era evidente che non poteva continuare ancora per molto...era solo questione di tempo, così era il pomeriggio e mi stavo avvicinando a Lourdes con una strana sensazione, curiosità frammista, non lo nego, a un certo pregiudizio.
Mi ero accorto che stava percorrendo la stessa stradina che a suo tempo le tre pastorelle facevano ogni giorno portando al pascolo le loro bestie nel luogo dove sarebbe stata la grotta di Massabielle...il leggero dolore che mi stava facendo compagnia da tutto il giorno era scomparso..."miracolo", suggestione nell'arrivare a Lourdes? No, niente di tutto questo, semplicemente la cessazione del dolore accompagnata al già osservabile rigonfiamento del ginocchio voleva dire che il mio corpo aveva messo in atto le sue difese e nello stesso tempo il cammino era finito...
In questo senso avevo scritto che "non sempre i miracoli avvengono".
Nei miei pensieri passava l'idea di una specie di contrappasso, io che ero lì con una certa aria di sufficienza, il dolore che scompare, quasi un'illusione di "miracolo"...e in me anche la consapevolezza che le cose non erano proprio così...
E così fu. Il mattino successivo, prima di avviarmi per quella che sarebbe stata l'ultima tappa, avevo assistito alla processione degli ammalati davanti alla grotta delle apparizioni. Ero appoggiato con il ginocchio ormai gonfio e di nuovo dolorante al muro di pietra oltre il quale scorre il Gave, il torrente gonfio di acque che attraversa Lourdes. Osservavo quei volti, quelli degli ammalati e quelli delle persone che li accompagnavano o guidavano le loro carrozzine. Ne osservai molti. La processione sembrava non finire mai. E pensavo, tutte quelle persone erano arrivate là spinte dalla speranza di una guarigione o per lo meno di un sollievo nel dolore, in non pochi casi l'impressione era che la speranza non fosse degli ammalati sulle carrozzine, probabilmente qualcuno non sapeva nemmeno dove fosse, ma piuttosto di chi li accompagnava, ed io ero ero arrivato lì senza un perché, mi sembrava di non aver nulla da chiedere...ma ebbi l'impressione che quella folla di persone sconosciute mi avesse sopraffatto, si fosse impossessata di me ed io non ero più capace di distinguermi da quella folla...
vecchio scarpone- Numero di messaggi : 69
Data d'iscrizione : 28.08.11
Re: Andare a Santiago scalzo
ho una grande "fiducia" nelle potenzialità dell'Umanovecchio scarpone ha scritto: semplicemente la cessazione del dolore accompagnata al già osservabile rigonfiamento del ginocchio voleva dire che il mio corpo aveva messo in atto le sue difese e nello stesso tempo il cammino era finito...
Nei miei pensieri passava l'idea di una specie di contrappasso, io che ero lì con una certa aria di sufficienza, il dolore che scompare, quasi un'illusione di "miracolo"...e in me anche la consapevolezza che le cose non erano proprio così...
ebbi l'impressione che quella folla di persone sconosciute mi avesse sopraffatto, si fosse impossessata di me ed io non ero più capace di distinguermi da quella folla...
mi sembra che ti abbia una grande fiducia in te stesso
e che tu sia empatico perché, prima di tutto, vuoi bene a te stesso
grazie, ti ho letto proprio volentieri, mi hai fatto fare un viaggio! caspita, a volte mi "prende" di camminare a lungo, e talvolta "sogno" proprio di camminare per giorni, ma non ho mai messo in pratica il sogno..
p.s. per guarire, anticamente, si calavano gli ammalati dentro all'acqua di lourdes, si, ma di notte. ...
Ospite- Ospite
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