diverse filosofie di andare scalzo
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diverse filosofie di andare scalzo
Dopo molto tempo sono tornato a sfogliare il forum dei nati scalzi.
Ho letto qualche intervento, ho notato che vi sono nuovi amici barefooters, interventi di altri che da tempo frequentano il forum.
Una domanda/curiosità mi gira per la testa: per quanto mi sforzi, non riesco a capire cosa ci sia di piacevole nell’andare scalzi nei cessi dei centri commerciali, dei bar, delle stazioni e così via. Ma anche voler andare sull’asfalto bollente delle città, fare slalom fra le cacche di cane e i catarri delle persone…in genere gli addetti alle pulizie si mettono gli stivali…
Se volete, considerate pure provocatoria la mia domanda; ma io sinceramente non riesco a capirlo.
Credo di averlo scritto sul forum in epoche ormai lontane, la mia filosofia dell’andare scalzo si rifà completamente alla natura; vado scalzo solo se mi trovo nell’ambiente naturale e qui qualsiasi ambiente mi va bene e di fatto qualsiasi ambiente è fruibile. Credo di aver sperimentato quasi tutto: prato, sentiero in terra, ghiaia o sassi, rivi di montagna, ferrate, passaggi su roccia di 2° in montagna, bosco fuori sentiero, nevaio, ghiacciaio, per tempi limitati anche con temperature di 10 sottozero. Il tutto esclusivamente salendo sulla montagna, ovviamente il prato va bene anche se piano e i tratti di ghiacciaio solo se pianeggiante.
Trovo poco fruibile e di poco senso la discesa. In salita ogni terreno va bene, meglio se accidentato, sei costretto ad appoggiare lentamente il piede, hai il tempo di vedere e sentire ciò che ti sta davanti, il movimento naturale del piede si adatta perfettamente al terreno e il piede rimane in contatto con il terreno per un tempo più lungo. Se si riesce a mettere in armonia la respirazione e il movimento, aiutati dal fatto che il piede appoggiando sul terreno accidentato sollecita tutti gli organi del corpo, è possibile avvertire una sensazione di benessere generale.
Questo in discesa non è fattibile, perché lì comanda la forza di gravità…m’è capitato, ma solo a titolo di sperimentazione.
Al riguardo ho letto qualche titolo in cui si dice di un certo Tom Perry che scenderebbe di corsa le montagne a piedi nudi; credo che si tratti di qualche approssimazione giornalistica, si può correre scalzi in discesa da un bel prato, da una duna di sabbia o da un bel nevaio nelle opportune condizioni – neve che si scioglie quel tanto che basta, inclinazione quel tanto che basta e mancanza di detriti. Se così non fosse, ho il sospetto che qualcuno ami spararle grosse…
Comunque ognuno si godi l’andare scalzo dove meglio crede o può…io mi godo le mie montagne.
saluti
Ho letto qualche intervento, ho notato che vi sono nuovi amici barefooters, interventi di altri che da tempo frequentano il forum.
Una domanda/curiosità mi gira per la testa: per quanto mi sforzi, non riesco a capire cosa ci sia di piacevole nell’andare scalzi nei cessi dei centri commerciali, dei bar, delle stazioni e così via. Ma anche voler andare sull’asfalto bollente delle città, fare slalom fra le cacche di cane e i catarri delle persone…in genere gli addetti alle pulizie si mettono gli stivali…
Se volete, considerate pure provocatoria la mia domanda; ma io sinceramente non riesco a capirlo.
Credo di averlo scritto sul forum in epoche ormai lontane, la mia filosofia dell’andare scalzo si rifà completamente alla natura; vado scalzo solo se mi trovo nell’ambiente naturale e qui qualsiasi ambiente mi va bene e di fatto qualsiasi ambiente è fruibile. Credo di aver sperimentato quasi tutto: prato, sentiero in terra, ghiaia o sassi, rivi di montagna, ferrate, passaggi su roccia di 2° in montagna, bosco fuori sentiero, nevaio, ghiacciaio, per tempi limitati anche con temperature di 10 sottozero. Il tutto esclusivamente salendo sulla montagna, ovviamente il prato va bene anche se piano e i tratti di ghiacciaio solo se pianeggiante.
Trovo poco fruibile e di poco senso la discesa. In salita ogni terreno va bene, meglio se accidentato, sei costretto ad appoggiare lentamente il piede, hai il tempo di vedere e sentire ciò che ti sta davanti, il movimento naturale del piede si adatta perfettamente al terreno e il piede rimane in contatto con il terreno per un tempo più lungo. Se si riesce a mettere in armonia la respirazione e il movimento, aiutati dal fatto che il piede appoggiando sul terreno accidentato sollecita tutti gli organi del corpo, è possibile avvertire una sensazione di benessere generale.
Questo in discesa non è fattibile, perché lì comanda la forza di gravità…m’è capitato, ma solo a titolo di sperimentazione.
Al riguardo ho letto qualche titolo in cui si dice di un certo Tom Perry che scenderebbe di corsa le montagne a piedi nudi; credo che si tratti di qualche approssimazione giornalistica, si può correre scalzi in discesa da un bel prato, da una duna di sabbia o da un bel nevaio nelle opportune condizioni – neve che si scioglie quel tanto che basta, inclinazione quel tanto che basta e mancanza di detriti. Se così non fosse, ho il sospetto che qualcuno ami spararle grosse…
Comunque ognuno si godi l’andare scalzo dove meglio crede o può…io mi godo le mie montagne.
saluti
vecchio scarpone- Numero di messaggi : 69
Data d'iscrizione : 28.08.11
Punti di vista
Non so se sia piacevole andare scalzo nei cessi dei centri commerciali, dei bar e delle stazioni: ... la prostata non mi dà ancora problemi e li frequento poco, anche calzato. Perché si è parlato spesso di centri commerciali? Perché se la pavimentazione dei centri è ovviamente facile e gradevole anche per i principianti, camminare scalzi in luoghi molto frequentati e che ti obbligano a relazionarti con gli "altri" rappresenta per alcuni di noi una sfida psicologico-sociale non indifferente ed un passaggio necessario per chi vuole arrivare non solo a camminare ma a vivere scalzo. Le cacche di cane si sono fatte rare almeno a Bologna: non è un problema di stipsi canina, esistono apposite palette e sacchetti che i padroni dei cani qui usano diffusamente. Per quanto riguarda gli sputi: credo ci sia rimasto solo qualche anziano cinese nel quartiere ad aver mantenuto l'abitudine. Poi, come è noto ai più, il sole asciuga e disinfetta... Personalmente non mi faccio molti problemi.vecchio scarpone ha scritto:
Una domanda/curiosità mi gira per la testa: per quanto mi sforzi, non riesco a capire cosa ci sia di piacevole nell’andare scalzi nei cessi dei centri commerciali, dei bar, delle stazioni e così via. Ma anche voler andare sull’asfalto bollente delle città, fare slalom fra le cacche di cane e i catarri delle persone…
Io vivo in città come, credo, la grande maggioranza di chi scrive sul forum. Dovessi andare scalzo solo "nell'ambiente naturale" andrei scalzo una volta al mese, non avrei le suole allenate e rischierei di farmi del male. Che qualsiasi ambiente naturale sia fruibile ... forse è vero per te che sei allenato e conosci bene i posti dove cammini, per me ancora no. In città so di poter uscire di casa scalzo e di poter andare dove mi pare senza danni: il peggio che può capitare è un marciapiede con manutenzione trascurata e mi basta spostarmi di un metro per evitarlo; gli ostacoli (i "mitici" vetri) sono piuttosto evidenti sull'asfalto e anche di sera l'illuminazione aiuta. In un ambiente naturale mi muoverei invece con grande circospezione. Ogni ciuffo d'erba può nascondere qualcosa: può essere la cacca di un animale "naturale" (sì, fanno la cacca anche loro), ma anche un sasso appuntito o un nido di vespe (una vespa l'ho pestata in un parco cittadino e non mi sono divertito...). E per le lunghe camminate su ghiaia e sassi non credo di essere ancora pronto.vecchio scarpone ha scritto:
Credo di averlo scritto sul forum in epoche ormai lontane, la mia filosofia dell’andare scalzo si rifà completamente alla natura; vado scalzo solo se mi trovo nell’ambiente naturale e qui qualsiasi ambiente mi va bene e di fatto qualsiasi ambiente è fruibile.
Condivido senz'altro il tuo finale: ognuno si goda l'andare scalzo dove crede e può. A un principiante però consiglierei di cominciare dalla città.
Appleseed- Vicepresidente Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 879
Data d'iscrizione : 01.08.13
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Io non vivo in città, ma in un paese di campagna quindi di terreno naturale ne ho a disposizione anche se non è comparabile ai boschi freschi di montagna che ho provato a Predazzo la settimana scorsa. Pure io, come vecchio scarpone, sono più abituato a camminare scalzo su terreno naturale (terra, erba, un pò di roccia) e lo preferisco di gran lunga a quello di città e per questo motivo mi trovo molto più a mio agio a camminare scalzo su terreno naturale, ed è da questo terreno che ho cominciato le mie camminate scalze (avere un giardino di più di mille metri quadrati e i campi subito dietro aiuta ^^). Ma non è solo il fatto di camminare scalzo, di mia natura mi trovo molto meglio in luoghi naturali come montagna, campagna e boschi rispetto alla città affollata.
Se non fa troppo caldo, approfitto di questo finesettimana per farmi un paio di camminate scalze nella Natura.
Se non fa troppo caldo, approfitto di questo finesettimana per farmi un paio di camminate scalze nella Natura.
Spyro- Numero di messaggi : 799
Età : 38
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Anche chi non va scalzo non capisce perché noi andiamo scalzi, si può cercare di capire mettendosi nei panni degli altri, e se non si capisce, pazienza, vivi e lascia vivere, visto che noi vogliamo il rispetto, dobbiamo noi in primis rispettare le scelte degli altri anche se non le capiamo. D'altronde solo Gesù e Buddha riuscivano a capire tutti 😀😀 a me piace sia la natura che la città, perché per me andare scalzi è uno stile di vita che mi rappresenta, non un hobby o un'impresa come vuol far credere Tom Perry, per me è il continuo stimolo sensoriale, il contatto con il tutto, il vivere in un mondo HD invece che in bianco e nero, la libertà di non avere nessuna costrizione ai piedi, una delle parti più recettive, il muoversi in maniera naturale come un felino, ecc.. Queste sono sensazioni che auspicherei vivere al 100 % del mio tempo.
Anche la città ha delle superfici piacevoli...
Infine, guardando il discorso di salite, discese e difficoltà secondo me, tenendo presente i limiti umani, dipende molto dall'allenamento, forse noi come scalzi di ritorno certe cose non riusciamo più a farle, ma vedendo dove vanno quelli che le scarpe non le hanno mai viste, posso dire che le capacità a nostra disposizione sono inimmaginabili per l'uomo moderno che vive in cattività, le imprese che compie qualcuno altro non sono che normal routine per uno allenato, niente di alieno o sovrannaturale.
Anche la città ha delle superfici piacevoli...
Infine, guardando il discorso di salite, discese e difficoltà secondo me, tenendo presente i limiti umani, dipende molto dall'allenamento, forse noi come scalzi di ritorno certe cose non riusciamo più a farle, ma vedendo dove vanno quelli che le scarpe non le hanno mai viste, posso dire che le capacità a nostra disposizione sono inimmaginabili per l'uomo moderno che vive in cattività, le imprese che compie qualcuno altro non sono che normal routine per uno allenato, niente di alieno o sovrannaturale.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Condivido le riflessioni di Alexey.Alexey ha scritto: per me andare scalzi è uno stile di vita che mi rappresenta, non un hobby o un'impresa per me è il continuo stimolo sensoriale, il contatto con il tutto, il vivere in un mondo HD invece che in bianco e nero, la libertà di non avere nessuna costrizione ai piedi, una delle parti più recettive, il muoversi in maniera naturale come un felino, ecc.. Queste sono sensazioni che auspicherei vivere al 100 % del mio tempo.
Anche la città ha delle superfici piacevoli...
Non vivo in città ma vivo nel presente, fatto di città, stazioni, mezzi pubblici, negozi, strade e marciapiedi.
Estendere il senso del tatto è molto interessante. Il piede possiede un numero elevato di recettori sensoriali e non utlizizzarli sarebbe un peccato.
Barbabarba- Numero di messaggi : 41
Data d'iscrizione : 09.08.12
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Posso condividere le riflessioni di vecchio scarpone solo a metà. Certo che è meglio un ambiente naturale rispetto alla città, ma quei poveretti che ci vivono han da soffrire le scarpe solo per il fatto che l'ambiente non è "naturale"? Che poi per i cittadini il loro ambiente naturale - purtroppo - è proprio la città.
Certo per terra può esserci di tutto, ma può. Non è detto che ci sia di tutto. La città non sarà il massimo, ma non è nemmeno un immondezzaio a cielo aperto. Non è mica che noi cittadini troviamo piacevole pestare tutto quello che troviamo davanti, come non lo è per nessuno, nemmeno in campagna dove passano le mandrie. D'accordo invece che in qualche occasione (sottolineo il qualche) siamo un po' obbligati a fare qualche slalom. E va bene! Ci guadagna l'attenzione, la reattività dei muscoli e l'elasticità dei piedi. Vivaddio ci manteniamo in forma...
E come metterla con quelli che non si portano dietro le scarpe/i sandali "per non cadere nella tentazione" di rimettersele??? Se capita di avere un bisognino da fare o scoppia la vescica oppure ci si dovrà adattare a frequentare i cessi, che non sempre sono poi così cessi come la parola richiama alla mente.
In ogni caso ricordo anche ai nuovi che di questo si era già parlato in altre occasioni. Finire su qualche goccia di orina non è la fine del mondo. A prima vista potrebbe fare un po' di senso, ma si tratta in fin dei conti di acqua, sali minerali e urea (componente di molte creme per la pelle....), e raramente contiene orribili germi patogeni specie se è ormai seccata dal sole.
Sempre vale il discorso che non siamo fachiri né esibizionisti, né cerchiamo a tutti costi le situazioni più insane, però ci si può abituare anche a frequentare - in caso di necessità - i servizi che occasionalmente si trovano a disposizione, e in genere quelli dei centri commerciali (Ikea in primis) sono tenuti in modo sufficientemente decoroso.
Se i nostri piedi sono un po' allenati e non presentano tagli o ferite che potrebbero farci rischiare qualcosa, lasciamo che ci portino con sicurezza anche al bagno...
Saluti urologici
Marco
Certo per terra può esserci di tutto, ma può. Non è detto che ci sia di tutto. La città non sarà il massimo, ma non è nemmeno un immondezzaio a cielo aperto. Non è mica che noi cittadini troviamo piacevole pestare tutto quello che troviamo davanti, come non lo è per nessuno, nemmeno in campagna dove passano le mandrie. D'accordo invece che in qualche occasione (sottolineo il qualche) siamo un po' obbligati a fare qualche slalom. E va bene! Ci guadagna l'attenzione, la reattività dei muscoli e l'elasticità dei piedi. Vivaddio ci manteniamo in forma...
E come metterla con quelli che non si portano dietro le scarpe/i sandali "per non cadere nella tentazione" di rimettersele??? Se capita di avere un bisognino da fare o scoppia la vescica oppure ci si dovrà adattare a frequentare i cessi, che non sempre sono poi così cessi come la parola richiama alla mente.
In ogni caso ricordo anche ai nuovi che di questo si era già parlato in altre occasioni. Finire su qualche goccia di orina non è la fine del mondo. A prima vista potrebbe fare un po' di senso, ma si tratta in fin dei conti di acqua, sali minerali e urea (componente di molte creme per la pelle....), e raramente contiene orribili germi patogeni specie se è ormai seccata dal sole.
Sempre vale il discorso che non siamo fachiri né esibizionisti, né cerchiamo a tutti costi le situazioni più insane, però ci si può abituare anche a frequentare - in caso di necessità - i servizi che occasionalmente si trovano a disposizione, e in genere quelli dei centri commerciali (Ikea in primis) sono tenuti in modo sufficientemente decoroso.
Se i nostri piedi sono un po' allenati e non presentano tagli o ferite che potrebbero farci rischiare qualcosa, lasciamo che ci portino con sicurezza anche al bagno...
Saluti urologici
Marco
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Caro Marco, hai proprio ragione, è sempre la questione dell' idea più che della realtà, infatti, nell'immaginario collettivo andare ai servizi a piedi nudi è un'eresia, però proviamo a pensare: quante persone invece vanno "in camporella" con partner occasionali e praticano sesso orale? Li i residui urici (penso che non tutti trovino il tempo e luogo di farsi un accurato bidè in giro) e quant'altro vanno a finire direttamente in bocca, non sotto la suola dei piedi. Però, visto che la cosa è più comune dell'andare a piedi nudi, passa in secondo piano nella classifica delle cose più "schifose".
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Città
Sono cosciente che quello che scriverò mi costerà la gogna tra due larici secolari con le marmotte e gli scoiattoli che mi tirano le pigne in faccia, ma un minimo di orgoglio cittadino, anche se a malincuore, non posso nasconderlo.
Non è colpa mia se sono nato e cresciuto in città e lì vivo e lavoro. E' invece colpa mia se appena ho tempo e soldi abbastanza parto per viaggi a lunga gittata mentre per i finesettimana preferisco il mare. O meglio non so se è proprio colpa, semplicemente sono così. E quindi se voglio andare scalzo devo per forza farlo in città, e le mie conquiste sono anche i centri commerciali, i supermercati, i negozi e i terribili ( ) marciapiedi. Mi scuso, ma come ci sono persone che si spaventano davanti a un paio di metri d' acqua marina, io invece indietreggio davanti a un sentiero in salita e non ho alcun interesse per i ghiacciai che mi sembrano così belli in ... cartolina. Non mi sembra una colpa così grave. E poi i terribili marciapiedi non sono affatto così insidiosi, certo un po' di attenzione ci vuole, ma in compenso non ci sono spine, sassi aguzzi, vipere, api, vespe. E sono anche un poco più "sinceri" dell' erba alta che nasconde o può nascondere di tutto.
Dunque, dicevo, mi devo costituire o venite direttamente a prendermi ?
Non è colpa mia se sono nato e cresciuto in città e lì vivo e lavoro. E' invece colpa mia se appena ho tempo e soldi abbastanza parto per viaggi a lunga gittata mentre per i finesettimana preferisco il mare. O meglio non so se è proprio colpa, semplicemente sono così. E quindi se voglio andare scalzo devo per forza farlo in città, e le mie conquiste sono anche i centri commerciali, i supermercati, i negozi e i terribili ( ) marciapiedi. Mi scuso, ma come ci sono persone che si spaventano davanti a un paio di metri d' acqua marina, io invece indietreggio davanti a un sentiero in salita e non ho alcun interesse per i ghiacciai che mi sembrano così belli in ... cartolina. Non mi sembra una colpa così grave. E poi i terribili marciapiedi non sono affatto così insidiosi, certo un po' di attenzione ci vuole, ma in compenso non ci sono spine, sassi aguzzi, vipere, api, vespe. E sono anche un poco più "sinceri" dell' erba alta che nasconde o può nascondere di tutto.
Dunque, dicevo, mi devo costituire o venite direttamente a prendermi ?
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Guarda, io vado scalzo in città ed in montagna.aldo1953 ha scritto:Sono cosciente che quello che scriverò mi costerà la gogna tra due larici secolari con le marmotte e gli scoiattoli che mi tirano le pigne in faccia, ma un minimo di orgoglio cittadino, anche se a malincuore, non posso nasconderlo.
Non è colpa mia se sono nato e cresciuto in città e lì vivo e lavoro. E' invece colpa mia se appena ho tempo e soldi abbastanza parto per viaggi a lunga gittata mentre per i finesettimana preferisco il mare. O meglio non so se è proprio colpa, semplicemente sono così. E quindi se voglio andare scalzo devo per forza farlo in città, e le mie conquiste sono anche i centri commerciali, i supermercati, i negozi e i terribili ( ) marciapiedi. Mi scuso, ma come ci sono persone che si spaventano davanti a un paio di metri d' acqua marina, io invece indietreggio davanti a un sentiero in salita e non ho alcun interesse per i ghiacciai che mi sembrano così belli in ... cartolina. Non mi sembra una colpa così grave. E poi i terribili marciapiedi non sono affatto così insidiosi, certo un po' di attenzione ci vuole, ma in compenso non ci sono spine, sassi aguzzi, vipere, api, vespe. E sono anche un poco più "sinceri" dell' erba alta che nasconde o può nascondere di tutto.
Dunque, dicevo, mi devo costituire o venite direttamente a prendermi ?
In città mi sono bucato con le schegge di vetri infilate fra le piastrelle dei marciapiedi, in montagna mi sono tagliato con l'erba e mi sono riempito di spine.
Cosa è meglio?
Stare a casa e scivolare sbattendo un piede in una porta perché si era allagata casa. Ho provato, ed è la cosa peggiore, mi fa ancora male. Grr ...
bfpaul
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Anch'io approfitto di qualche giorno di vacanza per rifare capolino sul forum ed anch'io escludo dal mio raggio d'azione le superfici urbane.
In genere mi diletto con delle belle e lunghe passeggiate in collina tra strade secondarie asfaltate, tratti ghiaiosi, prati, terre coltivate.
Adoro la solitudine, la natura e l'idea di aggirarmi per le strade sporche di città, coperte di polvere di smog e di rifiuti di ogni genere mi infastidisce. Preferisco passeggiare per la campagna dove ci sono solo i pochi resti delle deiezioni dei cani a passeggio e quelli degli animali selvatici, oppure nel mio giardino, dove scorrazzano soltanti i miei cagnetti. Certo l'orto è pulito, lì loro non entrano ed io posso dedicarmi con ispirazione ai miei ortaggi, preparandogli un bello scavo pieno di nutriente terriccio industiale. Raccolgo a piene mani la preziosa sostanza e per un attimo rifletto sulla sua prevenienza... Improvvisamente mi sorge il desiderio di passeggiare lungo le fresche e silenziose calli di Venezia.
In genere mi diletto con delle belle e lunghe passeggiate in collina tra strade secondarie asfaltate, tratti ghiaiosi, prati, terre coltivate.
Adoro la solitudine, la natura e l'idea di aggirarmi per le strade sporche di città, coperte di polvere di smog e di rifiuti di ogni genere mi infastidisce. Preferisco passeggiare per la campagna dove ci sono solo i pochi resti delle deiezioni dei cani a passeggio e quelli degli animali selvatici, oppure nel mio giardino, dove scorrazzano soltanti i miei cagnetti. Certo l'orto è pulito, lì loro non entrano ed io posso dedicarmi con ispirazione ai miei ortaggi, preparandogli un bello scavo pieno di nutriente terriccio industiale. Raccolgo a piene mani la preziosa sostanza e per un attimo rifletto sulla sua prevenienza... Improvvisamente mi sorge il desiderio di passeggiare lungo le fresche e silenziose calli di Venezia.
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Come molti sanno già, io abito al centro esatto del comune più LARGO d'Italia. Il che significa che, se escludiamo il verde pubblico cittadino, la campagna dista come minimo 15 Km in linea retta. Trovo bellissimo camminare nel verde, soprattutto quando vado a trovare la mia vicina nella sua casa di campagna, basta stare attenti ai "ricordini" che cavalla e tre oche seminano dappertutto (il cane e i 18 - diciotto - gatti sono più discreti) con slalom e giravolte da far invidia ai più consumati rallisti, ma la maggior parte del mio tempo lo vivo in città.
E preferisco farlo scalzo.
E preferisco farlo scalzo.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: diverse filosofie di andare scalzo
La preistoria del mio scalzismo si svolse nel verde di montagna: me la godevo da matti e credevo che la città fosse inadatta alle passeggiate a piedi nudi.
Molto presto la mia famiglia si trasferì nello stesso comune di Rei e giocoforza scoprii che lo scalzismo urbano mi piaceva alla medesima maniera e che i miei timori nei suoi confronti erano figli del pregiudizio.
Oggi sono tornato a praticare le sole camminate nel verde, per giunta assai di rado. Recentemente, circa due mesi fa, mi sono concesso di nuovo una passeggiata scalza per le vie di Parma: le sensazioni sono quelle di un tempo, eccezion fatta per un'inaspettata fatica ad impostare correttamente la camminata che mi ha alquanto sconcertato.
Molto presto la mia famiglia si trasferì nello stesso comune di Rei e giocoforza scoprii che lo scalzismo urbano mi piaceva alla medesima maniera e che i miei timori nei suoi confronti erano figli del pregiudizio.
Oggi sono tornato a praticare le sole camminate nel verde, per giunta assai di rado. Recentemente, circa due mesi fa, mi sono concesso di nuovo una passeggiata scalza per le vie di Parma: le sensazioni sono quelle di un tempo, eccezion fatta per un'inaspettata fatica ad impostare correttamente la camminata che mi ha alquanto sconcertato.
Massimo- Numero di messaggi : 277
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Eh, caro! Probabilmente ti trovi in una fase di transizione. L'idea di camminare scalzi è diversa dal farlo effettivamente e con continuità.
Per ritrovare la postura naturale, cioé quella di camminatori nati senza zoccoli e scarpe, occorre allenare nuovamente tutto il corpo. Non solo il piede che deve farsi la suola (non diciamo il callo per non ingenerare confusioni: i calli li hanno quelli che portano le scarpe), ma tutto tutto il corpo. E' una questione di posture, di angoli fra giunture che vengono modificati dall'uso delle scarpe (anche pochissimo tacco provoca minimi disallineamenti innaturali), oltre che un modo di camminare del tutto diverso con i pesi che con le scarpe vanno a caricare sopratutto tallone e arcata esterna del piede. Non so se capita anche a te che si consumano le scarpe sempre verso l'esterno... A me non capita praticamente più, ma ci sono voluti 10 anni di attività sempre più scalza per "raddrizzare" la mia camminata. Costanza che è stata premiata dalla scomparsa di fastidiosi mal di schiena che mi affliggevano già quando avevo 30 anni e che avevano raggiunto livelli abbastanza noiosi verso i 40-45. Poi dapprima via le pantofole in casa al 100% (anche le pantofole hanno un rialzo) e poi sempre più via le scarpe (scegliendo quelle "d'obbligo" fra le marche tedesche che studiano bene le forme e i plantari) e più aumentavo le mie camminate scalze più diminuivano i dolori di schiena. La postura è tornata abbastanza a posto, tenuto conto della mia età, e sembra una cosa incredibile, ma posso assicurarti che è vera.
Ci sarebbe un bel filmato svizzero su YouTube, riguardo ad una trasmissione TV mandata in onda che mostra con anche apparecchiature scientifiche il diverso modo di camminare di uno scalzo (Michael Oelting, uno che scrive spesso su www.hobby-barfuss.de) e una persona abituata alle scarpe. Purtroppo è in tedesco, ma qualcosa si può capire anche dalle immagini vedendo la distribuzione delle pressioni sui monitor all'inizio del servizio (https://www.youtube.com/watch?v=A6pB5f3Rjuk).
Visto come è andata a me l'unica soluzione che posso proporti è quella di mai forzare. Un po' alla volta dovresti risistemare tutte le posture scorrette, in modo soft, naturale e indolore. Ci vuole il tempo che ci vuole ma ci si arriva
Saluti ben allenati
Marco
Per ritrovare la postura naturale, cioé quella di camminatori nati senza zoccoli e scarpe, occorre allenare nuovamente tutto il corpo. Non solo il piede che deve farsi la suola (non diciamo il callo per non ingenerare confusioni: i calli li hanno quelli che portano le scarpe), ma tutto tutto il corpo. E' una questione di posture, di angoli fra giunture che vengono modificati dall'uso delle scarpe (anche pochissimo tacco provoca minimi disallineamenti innaturali), oltre che un modo di camminare del tutto diverso con i pesi che con le scarpe vanno a caricare sopratutto tallone e arcata esterna del piede. Non so se capita anche a te che si consumano le scarpe sempre verso l'esterno... A me non capita praticamente più, ma ci sono voluti 10 anni di attività sempre più scalza per "raddrizzare" la mia camminata. Costanza che è stata premiata dalla scomparsa di fastidiosi mal di schiena che mi affliggevano già quando avevo 30 anni e che avevano raggiunto livelli abbastanza noiosi verso i 40-45. Poi dapprima via le pantofole in casa al 100% (anche le pantofole hanno un rialzo) e poi sempre più via le scarpe (scegliendo quelle "d'obbligo" fra le marche tedesche che studiano bene le forme e i plantari) e più aumentavo le mie camminate scalze più diminuivano i dolori di schiena. La postura è tornata abbastanza a posto, tenuto conto della mia età, e sembra una cosa incredibile, ma posso assicurarti che è vera.
Ci sarebbe un bel filmato svizzero su YouTube, riguardo ad una trasmissione TV mandata in onda che mostra con anche apparecchiature scientifiche il diverso modo di camminare di uno scalzo (Michael Oelting, uno che scrive spesso su www.hobby-barfuss.de) e una persona abituata alle scarpe. Purtroppo è in tedesco, ma qualcosa si può capire anche dalle immagini vedendo la distribuzione delle pressioni sui monitor all'inizio del servizio (https://www.youtube.com/watch?v=A6pB5f3Rjuk).
Visto come è andata a me l'unica soluzione che posso proporti è quella di mai forzare. Un po' alla volta dovresti risistemare tutte le posture scorrette, in modo soft, naturale e indolore. Ci vuole il tempo che ci vuole ma ci si arriva
Saluti ben allenati
Marco
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: diverse filosofie di andare scalzo
Cliccando l'apposita icona puoi attivare i sottotitoli italiani fatti dalla nostra mitica Contessa!Marco53 ha scritto:Purtroppo è in tedesco, ma qualcosa si può capire anche dalle immagini vedendo la distribuzione delle pressioni sui monitor all'inizio del servizio (https://www.youtube.com/watch?v=A6pB5f3Rjuk).
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: diverse filosofie di andare scalzo
La microbiologia ha poco più di un secolo e il concetto stesso di igiene era estraneo ai nostri antenati.
Il nostro sistema immunitario è stato selezionato nel tempo da tanti e tali aggressioni che nemmeno ci immaginiamo: noi siamo i discendenti dei sopravvissuti alle peggiori epidemie della storia, dalla peste bubbonica fino alla più recente influenza spagnola che provocò decine di milioni di vittime tra il 1918 e il 1920.
Quante volte ho visto la medesima scena: bimbi con scarpine chiuse che gattonano con le mani a terra e che poi si portano le mani alla bocca o raccolgono il ciucciotto caduto a terra senza che i genitori nemmeno se ne accorgano. Non gli succede assolutamente nulla e se avessero i piedi a terra non cambierebbe niente, se non che imparerebbero a camminare prima e meglio, inciampandosi molto meno.
E poi la “contaminazione” che subiscono i nostri piedi a terra con la polvere non è poi così differente da quella con un paio di infradito o con dei sandali aperti. E’ solo una differenza apparente.
Anche i bagni di per sé non sono luoghi poi così terribili: a casa di amici o nei bagni pubblici di un Paese civile non avrei proprio nessun problema.
Se spesso entrare in un bagno pubblico è così raccapricciante (anche con le scarpe) li problema non sono i nostri piedi liberi, ma solamente l’estrema maleducazione di molti nostri simili: vorrei proprio vedere se a casa loro pisciano per terra, sputano sul pavimento del soggiorno o gettano le gomme da masticare sul tappeto!
Il nostro sistema immunitario è stato selezionato nel tempo da tanti e tali aggressioni che nemmeno ci immaginiamo: noi siamo i discendenti dei sopravvissuti alle peggiori epidemie della storia, dalla peste bubbonica fino alla più recente influenza spagnola che provocò decine di milioni di vittime tra il 1918 e il 1920.
Quante volte ho visto la medesima scena: bimbi con scarpine chiuse che gattonano con le mani a terra e che poi si portano le mani alla bocca o raccolgono il ciucciotto caduto a terra senza che i genitori nemmeno se ne accorgano. Non gli succede assolutamente nulla e se avessero i piedi a terra non cambierebbe niente, se non che imparerebbero a camminare prima e meglio, inciampandosi molto meno.
E poi la “contaminazione” che subiscono i nostri piedi a terra con la polvere non è poi così differente da quella con un paio di infradito o con dei sandali aperti. E’ solo una differenza apparente.
Anche i bagni di per sé non sono luoghi poi così terribili: a casa di amici o nei bagni pubblici di un Paese civile non avrei proprio nessun problema.
Se spesso entrare in un bagno pubblico è così raccapricciante (anche con le scarpe) li problema non sono i nostri piedi liberi, ma solamente l’estrema maleducazione di molti nostri simili: vorrei proprio vedere se a casa loro pisciano per terra, sputano sul pavimento del soggiorno o gettano le gomme da masticare sul tappeto!
Biagio- Numero di messaggi : 377
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Re: diverse filosofie di andare scalzo
E' proprio questo il discorso, scindere il naturale disgusto dal reale pericolo e dalle cattive abitudini. Quante persone non si lavano le mani prima di mangiare ? Quanti fanno davvero la doccia spesso o tutti i giorni ? Sentita dal vero : "certo, un paio di volte alla settimana i calzini devo cambiarli" , e si trattava di persona con tanto di laurea. E poi più ci si protegge e più si perdono le difese, è un dato di fatto. Ma come in altri campi conta più l' apparenza che la realtà. Se no che ci farebbero tutti questi SUV in città ? (OK , è OT, ma ci stava bene).Biagio ha scritto:La microbiologia ha poco più di un secolo e il concetto stesso di igiene era estraneo ai nostri antenati.
Il nostro sistema immunitario è stato selezionato nel tempo da tanti e tali aggressioni che nemmeno ci immaginiamo: noi siamo i discendenti dei sopravvissuti alle peggiori epidemie della storia, dalla peste bubbonica fino alla più recente influenza spagnola che provocò decine di milioni di vittime tra il 1918 e il 1920.
Quante volte ho visto la medesima scena: bimbi con scarpine chiuse che gattonano con le mani a terra e che poi si portano le mani alla bocca o raccolgono il ciucciotto caduto a terra senza che i genitori nemmeno se ne accorgano. Non gli succede assolutamente nulla e se avessero i piedi a terra non cambierebbe niente, se non che imparerebbero a camminare prima e meglio, inciampandosi molto meno.
E poi la “contaminazione” che subiscono i nostri piedi a terra con la polvere non è poi così differente da quella con un paio di infradito o con dei sandali aperti. E’ solo una differenza apparente.
Anche i bagni di per sé non sono luoghi poi così terribili: a casa di amici o nei bagni pubblici di un Paese civile non avrei proprio nessun problema.
Se spesso entrare in un bagno pubblico è così raccapricciante (anche con le scarpe) li problema non sono i nostri piedi liberi, ma solamente l’estrema maleducazione di molti nostri simili: vorrei proprio vedere se a casa loro pisciano per terra, sputano sul pavimento del soggiorno o gettano le gomme da masticare sul tappeto!
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
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