Beccato da un collega!
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Beccato da un collega!
Promemoria primo messaggio :
Ebbene sì, il temuto evento si è verificato per davvero!
Oggi al rientro dalla pausa pranzo vengo fermato da un collega che mi chiede se ero proprio io "quello che era in giro senza scarpe" l'altro giorno. Poi mi descrive con precisione luogo e orario dell'avvistamento e che dire.... in effetti ero proprio io!
Va detto che il suo atteggiamento non denotava critica o biasimo, sembrava piuttosto stupito e sorpreso, come se avesse assistito a qualcosa di straordinario che l'aveva colpito molto.
In quel momento attorno a noi c'erano diversi altri colleghi e sono sincero nell'ammettere che l'istinto di negare che fossi io ha prevalso sulla ricca occasione di rivelare una volta per tutte e alla luce del sole la mia vera identità di camminatore scalzo.
Così ho mantenuto la calma e, fingendo anch'io stupore e sorpresa, ho recitato la parte di quello che cadeva letteralmente dalle nuvole e gli ho detto che non ero certamente io...
Al che lui si è mostrato ancora più stupito e mi ha detto "beh però ti assomigliava moltissimo, aveva anche le tue identiche movenze, forse pensandoci bene era leggermente più alto, ma pensavo fossi tu e mi sono detto: non ci credo!!!!".
Io ho replicato dicendo che probabilmente avevo un sosia che ama andare scalzo. Lui apparentemente si è bevuto la mia bugia ma non sembrava troppo convinto. E ancora mi ha descritto la scena, ma sembrava stavolta quasi denotare ammirazione verso l'eccentrico figuro da lui avvistato.
Comunque ricordo ancora la scena: io stavo attraversando la strada e mi sono affrettato perchè da lontano ho visto arrivare una macchina in velocità. Quando l'auto è passata, con la coda dell'occhio ho riconosciuto il modello di auto identico anche nel colore a quella del mio collega, e sinceramente ho sperato che non fosse per davvero lui. Sul momento ho catalogato quel pensiero come l'ennesima paranoia e ho tirato dritto sulla mia strada... e invece era proprio lui!
A parte il fatto che un po' mi spiace non aver "vuotato il sacco" quando potevo, secondo voi è meglio che, vista la sua reazione non del tutto negativa, prenderlo in disparte e raccontargli tutto con l'invito a non rendere la cosa di pubblico dominio o è meglio che lascio tutto così (e magari per qualche giorno evito di fare quel tragitto di modo da minimizzare i rischi di incontrarlo di nuovo)?
Tra l'altro potrei dargli il link del sito dei Nati-scalzi per dare maggiore serietà e credibilità alla mia scelta. E' molto probabile comunque che abbia già raccontato la sua strana esperienza ai colleghi del suo team (e pure loro mi conoscono in quanto abbiamo saltuariamente lavorato assieme), temo che alla fine qualche sospetto gli venga (visto che già ai loro occhi rappresento la "leggenda vivente" di quello sempre in maglietta pure sotto la neve)...
Una cosa è certa, continuare a sperare di non essere visto da eventuali colleghi quando giro a piedi nudi praticamente tutti i giorni nelle vicinanze del mio luogo di lavoro non penso mi porti da nessuna parte! Ma il mio timore dei giudizi altrui è ancora troppo forte, soprattutto se sono coinvolte persone con cui ho a che fare tutti i giorni per lavoro e la mia stessa credibilità è in gioco (so bene di non fare nulla di male, ma chi può dire cosa scatta nella testa dei colleghi?).
Ma è un rischio che alla fine metto in conto, potenzialmente potrei incontrare per caso decine di colleghi che mi conoscono, ma la voglia di andare scalzo è più forte dei miei timori!
Ebbene sì, il temuto evento si è verificato per davvero!
Oggi al rientro dalla pausa pranzo vengo fermato da un collega che mi chiede se ero proprio io "quello che era in giro senza scarpe" l'altro giorno. Poi mi descrive con precisione luogo e orario dell'avvistamento e che dire.... in effetti ero proprio io!
Va detto che il suo atteggiamento non denotava critica o biasimo, sembrava piuttosto stupito e sorpreso, come se avesse assistito a qualcosa di straordinario che l'aveva colpito molto.
In quel momento attorno a noi c'erano diversi altri colleghi e sono sincero nell'ammettere che l'istinto di negare che fossi io ha prevalso sulla ricca occasione di rivelare una volta per tutte e alla luce del sole la mia vera identità di camminatore scalzo.
Così ho mantenuto la calma e, fingendo anch'io stupore e sorpresa, ho recitato la parte di quello che cadeva letteralmente dalle nuvole e gli ho detto che non ero certamente io...
Al che lui si è mostrato ancora più stupito e mi ha detto "beh però ti assomigliava moltissimo, aveva anche le tue identiche movenze, forse pensandoci bene era leggermente più alto, ma pensavo fossi tu e mi sono detto: non ci credo!!!!".
Io ho replicato dicendo che probabilmente avevo un sosia che ama andare scalzo. Lui apparentemente si è bevuto la mia bugia ma non sembrava troppo convinto. E ancora mi ha descritto la scena, ma sembrava stavolta quasi denotare ammirazione verso l'eccentrico figuro da lui avvistato.
Comunque ricordo ancora la scena: io stavo attraversando la strada e mi sono affrettato perchè da lontano ho visto arrivare una macchina in velocità. Quando l'auto è passata, con la coda dell'occhio ho riconosciuto il modello di auto identico anche nel colore a quella del mio collega, e sinceramente ho sperato che non fosse per davvero lui. Sul momento ho catalogato quel pensiero come l'ennesima paranoia e ho tirato dritto sulla mia strada... e invece era proprio lui!
A parte il fatto che un po' mi spiace non aver "vuotato il sacco" quando potevo, secondo voi è meglio che, vista la sua reazione non del tutto negativa, prenderlo in disparte e raccontargli tutto con l'invito a non rendere la cosa di pubblico dominio o è meglio che lascio tutto così (e magari per qualche giorno evito di fare quel tragitto di modo da minimizzare i rischi di incontrarlo di nuovo)?
Tra l'altro potrei dargli il link del sito dei Nati-scalzi per dare maggiore serietà e credibilità alla mia scelta. E' molto probabile comunque che abbia già raccontato la sua strana esperienza ai colleghi del suo team (e pure loro mi conoscono in quanto abbiamo saltuariamente lavorato assieme), temo che alla fine qualche sospetto gli venga (visto che già ai loro occhi rappresento la "leggenda vivente" di quello sempre in maglietta pure sotto la neve)...
Una cosa è certa, continuare a sperare di non essere visto da eventuali colleghi quando giro a piedi nudi praticamente tutti i giorni nelle vicinanze del mio luogo di lavoro non penso mi porti da nessuna parte! Ma il mio timore dei giudizi altrui è ancora troppo forte, soprattutto se sono coinvolte persone con cui ho a che fare tutti i giorni per lavoro e la mia stessa credibilità è in gioco (so bene di non fare nulla di male, ma chi può dire cosa scatta nella testa dei colleghi?).
Ma è un rischio che alla fine metto in conto, potenzialmente potrei incontrare per caso decine di colleghi che mi conoscono, ma la voglia di andare scalzo è più forte dei miei timori!
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Beccato da un collega!
Può sembrare nonnismo? Il nonnismo è trovare una recluta appena arrivata fare il picchetto all'alba quando toccherebbe alla camerata piú anziana con tre mesi di caserma. Le chiesi perché c'era lei e quando mi disse che era stata spedita lí dall'altra che voleva dormire andai nella camera e rovesciai per terra la branda con lei sopra. Le feci prendere un giorno di consegna, perchè questo si che era nonnismo.
Nel pretendere invece che si smetta di lamentarsi continuamente e ci si sforzi per raggiungere gli obbiettivi preposti non vedo nonnismo, vedo solo disciplina. Questo ovviamente è applicabile in quslsiasi campo della vita. A tal proposito si prenda ad esempio Dave Mack: lui a 26 anni è arrivato in poco tempo dove nessuno di noi è riuscito ad arrivare (eccezione fatta per BfPaul e altri irriducibili, ma anche loro c'hanno messo del tempo e -non me ne vogliano- solo piú avanti con gli anni). Credo che sia davvero da prendere come esempio. Io al momento mi sembra impossibile essere totalmente libera cosí. Forse c'arriveró, non so, ma il punto non è questo. Il punto è che quando ho problemi tengo le scarpe senza lamentarmi. Oppure faccio uno sforzo per superarli. Se poi uno, nonostante i continui consigli e incoraggiamenti, non ci vuol riuscire forse diventa un tantino un problema suo e abbia il buonsenso di non rovesciare continuamente i suoi tsunami di piagnucolii addosso agli altri, che quegli stessi problemi si sforzano di superarli. A me il rispetto verso gli altri l'hanno insegnato cosí come mi hanno insegnato a non lamentarmi e a darmi da fare e sono stati i miei genitori a farlo prima ancora che i miei superiori. Ho imparato entrambe le lezioni.
Nel pretendere invece che si smetta di lamentarsi continuamente e ci si sforzi per raggiungere gli obbiettivi preposti non vedo nonnismo, vedo solo disciplina. Questo ovviamente è applicabile in quslsiasi campo della vita. A tal proposito si prenda ad esempio Dave Mack: lui a 26 anni è arrivato in poco tempo dove nessuno di noi è riuscito ad arrivare (eccezione fatta per BfPaul e altri irriducibili, ma anche loro c'hanno messo del tempo e -non me ne vogliano- solo piú avanti con gli anni). Credo che sia davvero da prendere come esempio. Io al momento mi sembra impossibile essere totalmente libera cosí. Forse c'arriveró, non so, ma il punto non è questo. Il punto è che quando ho problemi tengo le scarpe senza lamentarmi. Oppure faccio uno sforzo per superarli. Se poi uno, nonostante i continui consigli e incoraggiamenti, non ci vuol riuscire forse diventa un tantino un problema suo e abbia il buonsenso di non rovesciare continuamente i suoi tsunami di piagnucolii addosso agli altri, che quegli stessi problemi si sforzano di superarli. A me il rispetto verso gli altri l'hanno insegnato cosí come mi hanno insegnato a non lamentarmi e a darmi da fare e sono stati i miei genitori a farlo prima ancora che i miei superiori. Ho imparato entrambe le lezioni.
Angelica- Numero di messaggi : 379
Data d'iscrizione : 17.09.10
Re: Beccato da un collega!
Angelica ha scritto:Sai, Young, quando ero sotto le armi c'era chi non reggeva i km di corsa o le flessioni ed erano gli stessi che avevano timore a sparare ad un bersaglio ed a usare le granate. Non che la corsa, l'arrampicata in montagna (non eravamo negli Alpini per niente) e le flessioni fossero riposanti, ne uscivamo un po' tutti spompati ma prima di partire volontari ci eravamo posti tutti quegli obbiettivi ed eravamo lì per raggiungerli. Da soldato semplice mi chiedevo perché chi non aveva la grinta per arrivarci a quegli obbiettivi (tanto da preferire un rapporto ai superiori, pulire i gabinetti e i giorni di consegna) avesse deciso di fare il servizio militare, visto che la leva non era più obbligatoria da un pezzo. Da caporale invece li prendevo per il **** davanti al resto della compagnia e senza alcuna remora.
Eravamo soliti chiamarli con un termine più volgare ma dallo stesso significato di "disturbatori". Perché chi non ce la fa, per favore, non disturbi con i suoi continui piagnucolii chi invece ce la sta facendo.
Ok. Hai perfettamente reso l'idea, scusa il disturbo.
Andare scalzo non fa per me e continuare a riversare i miei problemi esistenziali sulle pagine di questo forum non è certamente costruttivo. E ti dirò che la rabbia e la frustrazione che provo mi stanno rendendo una persona peggiore.
Meglio smettere finchè sono in tempo.
Apro una breve parentesi O.T: Lo dico con il massimo rispetto nei confronti delle tue opinioni e delle tue scelte di vita, ma sinceramente non ho mai gradito l'ambiente militare, e oltretutto mi immagino come sarebbe andata se avessi fatto il servizio militare (sono stato riformato per motivi di salute - soffro di una forma di distrofia muscolare per fortuna asintomatica): sarei stato oggetto delle peggiori angherie da parte di "nonni", zii e quant'altro e probabilmente sarei arrivato a gesti poco salutari nei confronti miei ma soprattutto altrui (mi pare non si maneggino giocattoli in quegli ambienti...).
Non è questione di debolezza o di mancanza di coraggio, semplicemente il fatto di non essere "allineato" al comune modo di pensare e comportarsi mi ha sempre creato difficoltà, ad esempio rendendomi spesso oggetto delle attenzioni dei "bulli" (finchè non ho imparato a difendermi nonostante certi metodi non mi appartenessero).
Scusa, probabilmente questa riflessione non centra nulla.
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Beccato da un collega!
Angelica ha scritto:-non me ne vogliano- solo piú avanti con gli anni
Sei malvagia. Io mi sento ancora giovane inside. LOL
I miei genitori purtroppo, al contrario, non mi hanno mai voluto insegnare LA cosa fondamentale che mi ha fatto diventare barefooter, ovvero l'importanza di ragionare con la propria testa e non seguire sempre il gregge a tutti i costi. E' difficile uscirne da soli con le proprie forze quando per tutti i primi 20 anni della propria vita certe cose ti sono state inculcate a forza. Ma ne sono uscito ed è meglio tardi che mai, come si suol dire.
Non ho mai sopportato l'ambiente militare nemmeno io, a dirla tutta. Sicuramente ti "tempra" sotto molti aspetti, soprattutto caratteriali, ma non per questo mi sono mai sentito inferiore ad uno che ha svolto il servizio di leva. Cosa che invece è spesso notata dal sottoscritto è la situazione inversa: ovvero gente che ha svolto il servizio di leva (ed è "sopravvissuta", diciamo xD) che se la tira davanti a chi non l'ha mai svolto. Credono di aver forse qualcosa in più? Molto interessante
Quella buon anima di mio nonno paterno, pace all'anima sua, era un ufficiale pluridecorato il cui valore fu riconosciuto da molti, combatté in Africa durante la seconda guerra mondiale e fu uno dei pochi sopravvissuti della sua compagnia. Quando parlava al suo nipotino di 7 anni (io) dell'ambiente militare, testuali sue parole, gli consigliava di starne alla larga. Non parlava della guerra (gli orrori delle guerre sono evidenti e sotto gli occhi di chiunque), parlava proprio della naja.
"Stanne alla larga. Se vuoi diventare un uomo ti basta trovare una donna", per l'esattezza.
Ho capito solo più tardi quanto l'avere una donna ti costringa a tirar fuori gli attributi e la difesa della propria dignità. Soprattutto con le ultime generazioni. E' per questo che le donne un po' maschiaccio sono così ricercate e desiderate dagli uomini: sono molto meno paranoiche
E non fate finta di non capire: sono certo che tutti gli ammogliati e fidanzati hanno capito benissimo il mio discorso.
Ok fine OT.
Per tornare IT: young, io credo che tu abbia lo spirito del barefooter dentro di te, eccome. Semplicemente, sei troppo condizionato dalla tua vita di coppia. Da quello che vedo e leggo delle tue storie la relazione automatica con la mia ex sorge spontanea nel mio cervello. So cosa si prova e so quali sono le conseguenze. Ma ricorda: non sei TU. Sono gli ALTRI. E' il valore che attribuisci alla tua dignità e ai tuoi ideali e tutto ruota attorno a questo concetto. Finché non te ne renderai conto sarai sempre schiavo del gregge, anche tuo malgrado.
Laurentius- Numero di messaggi : 383
Data d'iscrizione : 11.09.13
Re: Beccato da un collega!
Una piccola precisazione: non credo che Angelica volesse dare troppa enfasi al discorso sul servizio militare.
Semplicemente citava situazioni vissute per farmi capire che il mio atteggiamento, oltre che poco costruttivo, può risultare anche poco gradito dai frequentatori abituali del forum (e, aggiungo, magari deleterio per i nuovi arrivati che possono fraintendere e pensare che andare scalzi comporti sconvolgimenti esistenziali).
Andare scalzi non è cosa da tutti.
Richiede una buona dose di attributi, forza di volontà, e un carattere poco incline a farsi intimorire dagli altri.
Il non indossare scarpe va oltre la semplice scelta di non indossare qualcosa, per me è stata una sorta di rivelazione:
mi ha portato a capire quanto a volte il nostro stile di vita ci faccia percepire come indispensabili cose di cui si potrebbe benissimo fare a meno. Mi ha portato a una sorta di "ribellione morale", ha sconvolto le mie certezze, mi ha fatto capire che ho creduto in cose che in realtà non contano quanto crediamo.
Però mi ha anche portato a raggiungere i limiti del mio carattere, a fare i conti col fatto che stare fuori dal gregge a volte è faticoso. Le mie paure sono un facile paravento dietro al quale nascondersi per non dover lottare.
Semplicemente citava situazioni vissute per farmi capire che il mio atteggiamento, oltre che poco costruttivo, può risultare anche poco gradito dai frequentatori abituali del forum (e, aggiungo, magari deleterio per i nuovi arrivati che possono fraintendere e pensare che andare scalzi comporti sconvolgimenti esistenziali).
Andare scalzi non è cosa da tutti.
Richiede una buona dose di attributi, forza di volontà, e un carattere poco incline a farsi intimorire dagli altri.
Il non indossare scarpe va oltre la semplice scelta di non indossare qualcosa, per me è stata una sorta di rivelazione:
mi ha portato a capire quanto a volte il nostro stile di vita ci faccia percepire come indispensabili cose di cui si potrebbe benissimo fare a meno. Mi ha portato a una sorta di "ribellione morale", ha sconvolto le mie certezze, mi ha fatto capire che ho creduto in cose che in realtà non contano quanto crediamo.
Però mi ha anche portato a raggiungere i limiti del mio carattere, a fare i conti col fatto che stare fuori dal gregge a volte è faticoso. Le mie paure sono un facile paravento dietro al quale nascondersi per non dover lottare.
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Beccato da un collega!
Curioso, il fatto. Quelli che parlano male della naja sono coloro che non l'hanno fatta. Da sempre.
Si sentenzia e si giudica senza sapere, senza conoscenza. E l'esperienza migliore è quella che
si paga in proprio, non quella che ti raccontano. Anche io, nella mia carriera militare, sono stato
burba, vice-nonno e nonno; da burba sono stato agli scherzi e mi ci sono pure divertito. L'importante
è non prendere le cose contro verso: e questo lo dico sopratutto per te, Yioung B.
Si sentenzia e si giudica senza sapere, senza conoscenza. E l'esperienza migliore è quella che
si paga in proprio, non quella che ti raccontano. Anche io, nella mia carriera militare, sono stato
burba, vice-nonno e nonno; da burba sono stato agli scherzi e mi ci sono pure divertito. L'importante
è non prendere le cose contro verso: e questo lo dico sopratutto per te, Yioung B.
John & Jane- Numero di messaggi : 476
Età : 76
Data d'iscrizione : 27.09.11
Re: Beccato da un collega!
Angelica ha scritto:Può sembrare nonnismo? Il nonnismo è trovare una recluta appena arrivata fare il picchetto all'alba quando toccherebbe alla camerata piú anziana con tre mesi di caserma. Le chiesi perché c'era lei e quando mi disse che era stata spedita lí dall'altra che voleva dormire andai nella camera e rovesciai per terra la branda con lei sopra. Le feci prendere un giorno di consegna, perchè questo si che era nonnismo.
Nel pretendere invece che si smetta di lamentarsi continuamente e ci si sforzi per raggiungere gli obbiettivi preposti non vedo nonnismo, vedo solo disciplina. Questo ovviamente è applicabile in quslsiasi campo della vita. A tal proposito si prenda ad esempio Dave Mack: lui a 26 anni è arrivato in poco tempo dove nessuno di noi è riuscito ad arrivare (eccezione fatta per BfPaul e altri irriducibili, ma anche loro c'hanno messo del tempo e -non me ne vogliano- solo piú avanti con gli anni). Credo che sia davvero da prendere come esempio. Io al momento mi sembra impossibile essere totalmente libera cosí. Forse c'arriveró, non so, ma il punto non è questo. Il punto è che quando ho problemi tengo le scarpe senza lamentarmi. Oppure faccio uno sforzo per superarli. Se poi uno, nonostante i continui consigli e incoraggiamenti, non ci vuol riuscire forse diventa un tantino un problema suo e abbia il buonsenso di non rovesciare continuamente i suoi tsunami di piagnucolii addosso agli altri, che quegli stessi problemi si sforzano di superarli. A me il rispetto verso gli altri l'hanno insegnato cosí come mi hanno insegnato a non lamentarmi e a darmi da fare e sono stati i miei genitori a farlo prima ancora che i miei superiori. Ho imparato entrambe le lezioni.
Il nonnismo e il servizio militare non so cosa ci incastri con le paure di young barefooter. Certamente Angelica il tuo carattere è forte e deciso anche se pure tu a volte hai problemi nel andare scalza in certe situazioni (come capita anche a me) non così per young barefooter: bisogna accettare la sue paure dovute al suo carattere senza però essere continuamente inondati delle sue angoscie.
ALEBO- Numero di messaggi : 526
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: Beccato da un collega!
Io sono un vecchio "liberale" ...
Libero Young di continuare a raccontarci le sue storie, se crederà; libero il caporale Angelica di cazziarlo; liberi noi di leggere l'uno e l'altra se ci va...
Libero Young di continuare a raccontarci le sue storie, se crederà; libero il caporale Angelica di cazziarlo; liberi noi di leggere l'uno e l'altra se ci va...
Appleseed- Vicepresidente Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 879
Data d'iscrizione : 01.08.13
Re: Beccato da un collega!
E anche tu, hai ragione.Appleseed ha scritto:Io sono un vecchio "liberale" ...
Libero Young di continuare a raccontarci le sue storie, se crederà; libero il caporale Angelica di cazziarlo; liberi noi di leggere l'uno e l'altra se ci va...
John & Jane- Numero di messaggi : 476
Età : 76
Data d'iscrizione : 27.09.11
Re: Beccato da un collega!
John & Jane ha scritto:Curioso, il fatto. Quelli che parlano male della naja sono coloro che non l'hanno fatta. Da sempre.
Si sentenzia e si giudica senza sapere, senza conoscenza. E l'esperienza migliore è quella che
si paga in proprio, non quella che ti raccontano. Anche io, nella mia carriera militare, sono stato
burba, vice-nonno e nonno; da burba sono stato agli scherzi e mi ci sono pure divertito. L'importante
è non prendere le cose contro verso: e questo lo dico sopratutto per te, Yioung B.
Beh, dico la mia: non ho fatto il servizio militare e mi sarebbe piaciuto farlo.
So bene che c'è anche qualche "inconveniente" come in ogni attività umana ed una dose giusta di prese per il c..o ci sta e non è esclusiva di quell'ambiente; il nonnismo no, quello non deve avere spazio.
Ci sono cose che mi piaccioni dei militari, altre proprio no; come per ogni cosa ....
Sarebbe troppo lungo discuterne e non è la sede adatta.
Ma torniamo al nostro Young.
Per essere barefooter o scalzisti non è necessario abbandonare per sempre le scarpe; per fare questo e non sentire lamentele o gente che sfotte, basta andare in Amazzonia, tanto per dire un posto dove andare scalzi è la norma.
Se accetti un parere: vai scalzo quando vuoi e non nasconderti sopratutto a te stesso oltre che ai tuoi colleghi, amici e parenti.
Hai fatto una scelta, portala avanti; se non ce la fai ed hai bisogno di un supporto psicologico serio, rivolgiti ad un professionista. Noi possiamo dare incoraggiamenti e supporto ma non siamo né psicologi né psichiatri per essere autorizzati a dare opinioni "definitive" in questi campi.
Personalmente non mi piace dare consigli, ti dico invece come la penso: negare davanti al tuo collega è stato un grossissimo errore. Cercalo senza aver l'aria di farlo e trova il modo di dirgli che in effetti eri e sei tu, ma che lo hai negato perché colto di sorpresa. Anzi, levati le scarpe!
E poi, come fai ad essere certo che il tuo collega non abbia mai sentito parlare di barefooting e di scalzisti e non capiti su questo Forum?
bfpaul
So bene che c'è anche qualche "inconveniente" come in ogni attività umana ed una dose giusta di prese per il c..o ci sta e non è esclusiva di quell'ambiente; il nonnismo no, quello non deve avere spazio.
Ci sono cose che mi piaccioni dei militari, altre proprio no; come per ogni cosa ....
Sarebbe troppo lungo discuterne e non è la sede adatta.
Ma torniamo al nostro Young.
Per essere barefooter o scalzisti non è necessario abbandonare per sempre le scarpe; per fare questo e non sentire lamentele o gente che sfotte, basta andare in Amazzonia, tanto per dire un posto dove andare scalzi è la norma.
Se accetti un parere: vai scalzo quando vuoi e non nasconderti sopratutto a te stesso oltre che ai tuoi colleghi, amici e parenti.
Hai fatto una scelta, portala avanti; se non ce la fai ed hai bisogno di un supporto psicologico serio, rivolgiti ad un professionista. Noi possiamo dare incoraggiamenti e supporto ma non siamo né psicologi né psichiatri per essere autorizzati a dare opinioni "definitive" in questi campi.
Personalmente non mi piace dare consigli, ti dico invece come la penso: negare davanti al tuo collega è stato un grossissimo errore. Cercalo senza aver l'aria di farlo e trova il modo di dirgli che in effetti eri e sei tu, ma che lo hai negato perché colto di sorpresa. Anzi, levati le scarpe!
E poi, come fai ad essere certo che il tuo collega non abbia mai sentito parlare di barefooting e di scalzisti e non capiti su questo Forum?
bfpaul
Re: Beccato da un collega!
Per ora ho deciso di sospendere per qualche giorno le camminate scalze.
Ho bisogno di abbassare la tensione e ritrovare serenità e lucidità per vedere più chiaramente le cose.
Confesso che leggere sul forum delle esperienze di chi a modo suo "ce l'ha fatta" mi ha dato grande stimolo e coraggio, ma probabilmente mi ha fatto anche sopravvalutare le mie capacità e sottovalutare i miei limiti.
Mi sono caricato di speranze e attese e ho osato sempre di più, credendo che una cura "d'impatto" potesse essermi utile.
Ma alla fine i miei timori sono ancora tutti qua e per giunta io sono frustrato e carico di risentimento verso tutti per non riuscire a fare quello che mi piace.
Insomma questa cosa è quasi diventata un'ossessione e ha iniziato a farmi vivere male e a farmi chiudere sempre più in me stesso. Direi che così non può funzionare, andare scalzi deve essere un piacere e non una sfida contro tutto e tutti, anche perchè semmai riuscissi a "vincere", mi troverei a essermi fatto terra bruciata intorno con le mie stesse mani.
Urge una pausa di (profonda) riflessione.
Grazie per tutta la pazienza, il supporto e i consigli che mi avete dato.
Ho bisogno di abbassare la tensione e ritrovare serenità e lucidità per vedere più chiaramente le cose.
Confesso che leggere sul forum delle esperienze di chi a modo suo "ce l'ha fatta" mi ha dato grande stimolo e coraggio, ma probabilmente mi ha fatto anche sopravvalutare le mie capacità e sottovalutare i miei limiti.
Mi sono caricato di speranze e attese e ho osato sempre di più, credendo che una cura "d'impatto" potesse essermi utile.
Ma alla fine i miei timori sono ancora tutti qua e per giunta io sono frustrato e carico di risentimento verso tutti per non riuscire a fare quello che mi piace.
Insomma questa cosa è quasi diventata un'ossessione e ha iniziato a farmi vivere male e a farmi chiudere sempre più in me stesso. Direi che così non può funzionare, andare scalzi deve essere un piacere e non una sfida contro tutto e tutti, anche perchè semmai riuscissi a "vincere", mi troverei a essermi fatto terra bruciata intorno con le mie stesse mani.
Urge una pausa di (profonda) riflessione.
Grazie per tutta la pazienza, il supporto e i consigli che mi avete dato.
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Beccato da un collega!
Laurentius ha scritto:Angelica ha scritto:-non me ne vogliano- solo piú avanti con gli anni
Sei malvagia. Io mi sento ancora giovane inside. LOL
I miei genitori purtroppo, al contrario, non mi hanno mai voluto insegnare LA cosa fondamentale che mi ha fatto diventare barefooter, ovvero l'importanza di ragionare con la propria testa e non seguire sempre il gregge a tutti i costi. E' difficile uscirne da soli con le proprie forze quando per tutti i primi 20 anni della propria vita certe cose ti sono state inculcate a forza. Ma ne sono uscito ed è meglio tardi che mai, come si suol dire.
Non ho mai sopportato l'ambiente militare nemmeno io, a dirla tutta. Sicuramente ti "tempra" sotto molti aspetti, soprattutto caratteriali, ma non per questo mi sono mai sentito inferiore ad uno che ha svolto il servizio di leva. Cosa che invece è spesso notata dal sottoscritto è la situazione inversa: ovvero gente che ha svolto il servizio di leva (ed è "sopravvissuta", diciamo xD) che se la tira davanti a chi non l'ha mai svolto. Credono di aver forse qualcosa in più? Molto interessante
Quella buon anima di mio nonno paterno, pace all'anima sua, era un ufficiale pluridecorato il cui valore fu riconosciuto da molti, combatté in Africa durante la seconda guerra mondiale e fu uno dei pochi sopravvissuti della sua compagnia. Quando parlava al suo nipotino di 7 anni (io) dell'ambiente militare, testuali sue parole, gli consigliava di starne alla larga. Non parlava della guerra (gli orrori delle guerre sono evidenti e sotto gli occhi di chiunque), parlava proprio della naja.
"Stanne alla larga. Se vuoi diventare un uomo ti basta trovare una donna", per l'esattezza.
Ho capito solo più tardi quanto l'avere una donna ti costringa a tirar fuori gli attributi e la difesa della propria dignità. Soprattutto con le ultime generazioni. E' per questo che le donne un po' maschiaccio sono così ricercate e desiderate dagli uomini: sono molto meno paranoiche
E non fate finta di non capire: sono certo che tutti gli ammogliati e fidanzati hanno capito benissimo il mio discorso.
Ma guarda che ti dò perfettamente ragione. Io ho fatto quell'esempio perché è la mia esperienza ma chiunque altro avrebbe potuto raccontare di un'altra esperienza e il concetto sarebbe stato il medesimo.
Non mi sento certo superiore perché ho (ho avuto, aimè...non c'è giorno che non abbia il rimorso di non aver potuto continuare la carriera...) un grado sulla spallina...mi sento superiore, invece, rispetto a chi non sputa sangue e sudore per raggiungere gli obbiettivi prefissati. E' un'espressione volutamente forte quella che ho usato e mi è sempre stato insegnato a fare così. Noi tutti vedo che cerchiamo di abbattere i nostri limiti, ci lamentiamo a volte di non riuscirci, ci fermiamo e chiediamo consigli ed è normalissimo e lo faccio pure io e dopodiché ci riproviamo ed abbiamo raggiunto un po' tutti (ed ampliamo sempre di più) la nostra "dimensione scalza" nell'ambiente in cui viviamo. Questo naturalmente vale per qualsiasi aspetto della vita e non è certo riferito unicamente al barefooting. C'è qualcuno che non ci riesce ad arrivare agli obbiettivi che si è preposto? Non c'è problema, ci mancherebbe. Lo si aiuta, gli si danno consigli, lo si stimola. Non ce la fa ancora? Lo si aiuta ancora, e gli si spiega come superare le proprie paure secondo la nostra esperienza. Non ha la volontà di farcela? A questo punto è un problema soltanto suo.
Sia chiaro che il mio è un discorso astratto e generico, non mi sto riferendo unicamente a Young a cui, nonostante tutto, continuo ad augurare di trovare un filino in più di forza davanti a moglie, genitori, parenti, colleghi, resto del mondo.
ALEBO ha scritto:
Il nonnismo e il servizio militare non so cosa ci incastri con le paure di young barefooter. Certamente Angelica il tuo carattere è forte e deciso anche se pure tu a volte hai problemi nel andare scalza in certe situazioni (come capita anche a me) non così per young barefooter: bisogna accettare la sue paure dovute al suo carattere senza però essere continuamente inondati delle sue angoscie.
Eh, mi sembra che ne siamo inondati, invece Per questo a volte perdo le staffe. Non mi sento un supereroe, mi sento invece una persona come voi, con le mie paure e le mie debolezze come tutti. Nemmeno per me sarebbe facile girare scalza ovunque.
Come ho detto più volte a me piace praticare il barefooting su terreni naturali quali erba, ghiaia, strade sterrate e boschi e di andare scalza per strada e da Ikea mi interessa poco, ci vado volentieri anche con le scarpe, così come a volte le scarpe mi piace di più indossarle perchè mi preferisco così. Però non nego che mi piacerebbe avere il coraggio di andarci scalza, che poi lo voglia o meno. Ecco, se ritenessi di volere davvero vivere scalza inizierei a fare qualche passo a piedi nudi per le strade del centro e l'ho fatto. Me ne andrei anche in qualche negozio prima nei paesini confinanti e poi nel mio e ho fatto anche questo. Le prime volte mi vergognavo come una ladra e credevo che tutti mi guardassero. Poi molto meno, fino a riuscire a farlo con naturalezza. Superata questa barriera posso dire che non mi interessa granchè il barefooting in città e torno scalza ai miei boschi e sentieri di campagna. Però l'ho fatto e davanti a chi mi ha visto non ho certo negato. Del resto non ho mai nascosto che mi piace camminare scalza e non c'è amico/parente/conoscente che non mi abbia visto.
Se Young, nonostante i continui incoraggiamenti, consigli e quant'altro continua a non averne al capacità a questo punto io mi chiedo "cosa posso farci?" Me ne dispiace, eh, ma a questo punto credo proprio che nessuno di noi possa farci più niente e non sarà continuare a lamentarsi per ogni piccola cosa che sbloccherà la sua situazione, per ogni piccola cosa che chiunque qua ha superato da un pezzo. Non posso che allinearmi con Paolo e consigliargli di sentire uno psicologo, perché qua la situazione va ben oltre il barefooting.
Angelica- Numero di messaggi : 379
Età : 36
Data d'iscrizione : 17.09.10
Re: Beccato da un collega!
Confermo quel che ti diceva tuo padre: prendere per il c..o un sottoposto, ancorché lamentoso, non rientra nell'etica militare.tarzone ha scritto:Mio padre aveva fatto l' accademia ed era un ufficiale, ma da ciò che mi diceva non rientrava nell' etica militare prendere per il c..o i sottoposti.
Saluti graduati
Valerio
Saluti al fregio,
Massimo
Massimo- Numero di messaggi : 277
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Beccato da un collega!
Io penso che il servizio militare una delle massime espressioni del conformismo, non per niente le armi sono uno strumento che serve al potere, ragazzi le guerre servono solo ad un unico scopo: mantenere l'interesse di pochi alle spalle di miliardi di persone. Dove non ci sono risorse da sfruttare non ci sono eserciti, non ci sono re, regine o politici...per espletare il suo obiettivo, l'esercito è strutturato a gradi e presenta un'alta incisività di dominazione, non per niente quando vediamo persone che agiscono allo stesso modo come delle ombre diciamo che sembrano dei soldatini. La posa sull'attenti e' la massima espressione della subordinazione, ecc... Detto questo non per criticare chi ha fatto il militare ecc, ma solo per dire che secondo me il barefooter e' sinonimo di libertà e saper pensare fuori dagli schemi, il contrario del soldatino con la bella uniforme (si chiama uniforme mica per niente) che non può di certo permettersi il libero pensiero. I soldati sanno uccidere i loro simili non perché sono cattivi o spietati, ma perché nel processo di formazione si deumanizza il nemico, che diventa un oggetto e la violenza perde di significato. Andare scalzi è anche un segno di rispetto verso l'ambiente e il prossimo, l'anfibio calpesta tutto e tutti...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Beccato da un collega!
Ragioniamo sul significato di disciplina e subordinazione, se esistesse libertà non esisterebbe subordinazione, ma collaborazione
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Beccato da un collega!
Caro young, quest'anno non hai più scuse, ci vediamo al raduno 😉
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Beccato da un collega!
Un'ultima cosa, il sudore e la fatica lasciamoli agli altri, andar scalzi non è sudore e fatica ma gioia e piacere, come ogni cosa naturale, in natura ogni essere evita lo stress e la fatica, mentre noi siamo indottrinati a dover soffrire, ma come mai soffrono sempre i soliti mentre i signori in giacca e cravatta se ne vanno a sciare o su uno yacht da 100 metri con i soldi derivanti dalla nostra fatica? Se la sofferenza è la via per la beatitudine, perché non soffrono un po' anche loro? 😉
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Beccato da un collega!
Allora tutti i sergenti istruttori che abbiamo visto nei film erano contrari all'etica militare? ci sono modi di prendere per il culo educativi ed altri solo sadici ... ma distinguere non è difficile
Elan- Numero di messaggi : 1087
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Re: Beccato da un collega!
Alexey ... ma quante banalità libertarie riesci ad infilare .... OK, abbiamo capito sei anarchico, buon per te
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Beccato da un collega!
no no all'etica militare no, ma secondo me l'etica militare non c'entra nulla con l'etica basata sul vero rispetto drlla vita e della libertà, ma è un'etica funzionale ad uno scopo, e per arrivare a tal scopo ci riesce benissimo, ma risiede proprio in tale scopo il fatto che non ci puo' essere libertà
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Beccato da un collega!
Non sono anarchico, sono libertario
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Beccato da un collega!
Appunto, sono cose banali...ma pochi ci pensano, si da tutto per scontato e giusto così, come le scarpe del resto...in quanti siamo che le questionano?
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Beccato da un collega!
Il bello è che parlando con le persone e dicendogli che siamo nati e fatti per andar scalzi, ti dicono che è così, banale no? L'altro giorno dopo che uno mi ha detto :"e certo", e io gli ho risposto:"e allora perché ti metti le scarpe?"...ha pensato 10 minuti balbettando e non mi ha saputo rispondere
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Beccato da un collega!
Alexey ha scritto:Appunto, sono cose banali...ma pochi ci pensano, si da tutto per scontato e giusto così, come le scarpe del resto...in quanti siamo che le questionano?
Come dico sempre purtroppo la società dove viviamo è fatta così, può piacere o no ma se intendiamo continuare a viverci, un minimo di adattamento è necessario. Se ne facessi una questione di principio allora dovrei rinunciare a tante altre cose oltre che alle scarpe...
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Beccato da un collega!
Anarchico, libertario, militarista, pacifista (nel mio caso) questi sono argomenti che ci dividono ciò che ci unisce è il piacere di camminare scalzi, per questo scriviamo in questo forum.
ALEBO- Numero di messaggi : 526
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: Beccato da un collega!
Alexey ha scritto:Il bello è che parlando con le persone e dicendogli che siamo nati e fatti per andar scalzi, ti dicono che è così, banale no? L'altro giorno dopo che uno mi ha detto :"e certo", e io gli ho risposto:"e allora perché ti metti le scarpe?"...ha pensato 10 minuti balbettando e non mi ha saputo rispondere
Lo so benissimo anch'io, e so pure che a piedi nudi è moooolto meglio!
Ad esempio ora sono qua coi piedi a cuocersi nelle scarpe e probabilmente scalzo sarei molto più rilassato e di conseguenza lavorerei pure meglio!
Ma i compromessi di cui parlavo nel mio intervento precedente comportano anche l'uso delle scarpe in determinati ambienti.
Qualunque sforzo fatto per dimostrare il contrario ai colleghi e conoscenti è inutile in quanto alla fine sarei sempre e comunque il solo tipo strano che gira senza scarpe. E' una battaglia persa, ma sono proprio io che voglio vada così.
Le mie paturnie e i miei piagnistei sul forum derivano dal fatto che per me è scontato e assodato che sia così, perciò sforzarmi di ammettere davanti ai colleghi che giro a piedi nudi o salire calmo, tranquillo e senza scarpe sul treno affollato per me sono delle forzature.
Constatare questo non è una sconfitta ma un sereno riconoscere i miei limiti.
In fondo vado scalzo molto spesso: a casa e cortile e dintorni, da vicini e vari parenti di mia moglie, in vacanza anche per 15 giorni filati senza l'ombra di calzature...
Sinceramente il mio errore più grande è stato distorcere i consigli che Voi tutti mi avete dato, prendendoli come il sacro Verbo che avrebbe dissolto le mie difficoltà nell'andare scalzo in pubblico.
Così tante volte sono partito baldanzoso e a testa alta, salvo poi constatare che gli sguardi storti e la mia ansia erano ancora tutti lì, e di fronte alle sconfitte ho accumulato rabbia e frustrazione, MA il mio orgoglio mi ha portato a impuntarmi su questa cosa fino a farne un'ossessione. Ma dentro di me era palese che non ritenevo essenziale andare scalzo nei contesti in cui mi sforzavo di andarci. Il punto è tutto qui, non credo che serva uno psicologo per obbligarmi a fare qualcosa che intimamente non mi sento di fare!
Poi chi lo sa? Magari liberare la mente per un po' dall'ossessione che mi sono creato potrebbe darmi la lucidità necessaria a vedere le cose da un punto di vista diverso...
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Beccato da un collega!
Elan ha scritto:Allora tutti i sergenti istruttori che abbiamo visto nei film erano contrari all'etica militare? ci sono modi di prendere per il culo educativi ed altri solo sadici ... ma distinguere non è difficile
Appunto, il mio idolo in tal senso era proprio Gunny, non il sergente Hartman che non ho mai potuto sopportare Perché sfottere un soldato perché grasso chiamandolo Palla di Lardo è solo sadismo, al contrario pretendere che tutti indossino la maglietta dello stesso colore o pretendere che non si ascolti la radio a tutto volume mentre gli altri dormono mi sembra solo disciplina. Il primo esempio è Hartman, gli altri due Gunny. Nei rispettivi film il primo veniva ucciso dai soldati, il secondo veniva portato in trionfo da loro. Per quanto l'esempio sia blando e senza alcuna pretesa di serietà, fatevi qualche domanda
Alexey ha scritto:Un'ultima cosa, il sudore e la fatica lasciamoli agli altri, andar scalzi non è sudore e fatica ma gioia e piacere, come ogni cosa naturale, in natura ogni essere evita lo stress e la fatica, mentre noi siamo indottrinati a dover soffrire, ma come mai soffrono sempre i soliti mentre i signori in giacca e cravatta se ne vanno a sciare o su uno yacht da 100 metri con i soldi derivanti dalla nostra fatica? Se la sofferenza è la via per la beatitudine, perché non soffrono un po' anche loro? 😉
Lasciando perdere il discorso qualunquista che più qualunquista non si può...io la gioia e piacere li trovo anche attraverso la fatica. Tu non si senti appagato quando riesci ad andare scalzo dove pensavi che non ne avresti avuto il coraggio? Ti costa fatica superare quel blocco, no? Eppure dopo ti senti infinitamente più libero e felice di esserci riuscito.
Capisco che possa non piacere molto l'esempio del servizio militare...allora cambiamo esempio, parliamo di arti marziali. Sia nell'uno che nell'altro ho ritrovato gli stessi concetti di ordine, rispetto dei superiori e dei compagni, impegno, sacrificio e gratificazione. Come me li trasmisero i miei superiori me li hanno trasmessi i miei maestri, come io li trasmisi ai miei sottogrado li trasmetto ora ai miei allievi. Finora ha sempre funzionato.
Ah, si pratica scalzi, non con gli anfibi che calpestano tutto e tutti. E questo lo pretendo. Come pretendo che tutti indossino la rispettiva cintura e la divisa sociale, pena flessioni. Credo che su questo Laurentius, insegnante anche lui, possa essere d'accordo
Guccini (cantautore che mi piace molto, contrariamente all'idea che sicuramente ti sei fatto di me ) ha scritto una canzone dedicata a Cristoforo Colombo, vi invito ad ascoltarla. Soprattutto illuminante la strofa "E' da un mese che naviga a vuoto quell'Atlantico amaro/ ma continua a puntare l'ignoto con lo sguardo corsaro/ sarà forse un'assurda battaglia ma ignorare non puoi/ che l'assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi." Ecco, quest'ultimo verso in particolare l'ho fatto mio.
Devo riconoscere in effetti di essere anche io uno spirito assolutamente libero, che non vuole vincoli e palle al piede e che spesso sta bene anche da sola. Spesso, anzi, richiedo di stare da sola. In molti mi hanno fatto notare la contraddizione della mia ricerca di libertà con l'essere sottoposti agli ordini di un superiore. Non ci vedo nessuna contraddizione perché l'ho scelto io. Come io ho scelto di camminare scalza. Come io ho scelto di pormi questi e altri obbiettivi e mi dò da fare, come tutti voi, per raggiungerli. A tal proposito non sopporto chi se li pone e si lamenta sempre invece di corrervi incontro.
Alexey ha scritto:Io penso che il servizio militare una delle massime espressioni del conformismo, non per niente le armi sono uno strumento che serve al potere, ragazzi le guerre servono solo ad un unico scopo: mantenere l'interesse di pochi alle spalle di miliardi di persone. Dove non ci sono risorse da sfruttare non ci sono eserciti, non ci sono re, regine o politici...per espletare il suo obiettivo, l'esercito è strutturato a gradi e presenta un'alta incisività di dominazione, non per niente quando vediamo persone che agiscono allo stesso modo come delle ombre diciamo che sembrano dei soldatini. La posa sull'attenti e' la massima espressione della subordinazione, ecc... Detto questo non per criticare chi ha fatto il militare ecc, ma solo per dire che secondo me il barefooter e' sinonimo di libertà e saper pensare fuori dagli schemi, il contrario del soldatino con la bella uniforme (si chiama uniforme mica per niente) che non può di certo permettersi il libero pensiero. I soldati sanno uccidere i loro simili non perché sono cattivi o spietati, ma perché nel processo di formazione si deumanizza il nemico, che diventa un oggetto e la violenza perde di significato. Andare scalzi è anche un segno di rispetto verso l'ambiente e il prossimo, l'anfibio calpesta tutto e tutti...
https://www.youtube.com/watch?v=ubKNXXwRnOY
Angelica- Numero di messaggi : 379
Età : 36
Data d'iscrizione : 17.09.10
Re: Beccato da un collega!
young_barefooter ha scritto:
Sinceramente il mio errore più grande è stato distorcere i consigli che Voi tutti mi avete dato, prendendoli come il sacro Verbo che avrebbe dissolto le mie difficoltà nell'andare scalzo in pubblico.
Così tante volte sono partito baldanzoso e a testa alta, salvo poi constatare che gli sguardi storti e la mia ansia erano ancora tutti lì, e di fronte alle sconfitte ho accumulato rabbia e frustrazione, MA il mio orgoglio mi ha portato a impuntarmi su questa cosa fino a farne un'ossessione. Ma dentro di me era palese che non ritenevo essenziale andare scalzo nei contesti in cui mi sforzavo di andarci. Il punto è tutto qui, non credo che serva uno psicologo per obbligarmi a fare qualcosa che intimamente non mi sento di fare!
Eccolo lì il punto. Hai voluto forzare troppo la cosa forse. Si voluto arrivare troppo oltre, dove ancora non eri in grado e questo ti ha abbattuto. Questo è proprio contrario al discorso sulla libertà che si faceva prima
Io vado scalza dove mi va e quando mi va, così come quando mi va tengo le scarpe senza troppe paturnie e sensi di colpa. Se non riesco pazienza, ci riuscirò quando sarà il momento, un passo alla volta.
Certamente, se sei tu a non sentirtelo di fare è un'altra questione, nemmeno io mi sento di gironzolare scalza al supermercato, non mi interessa farlo e quindi non lo faccio, senza troppi problemi.
Angelica- Numero di messaggi : 379
Età : 36
Data d'iscrizione : 17.09.10
Re: Beccato da un collega!
Young, abbassa il tiro: suddivi il problema in altri problemi più piccoli e non guardare il problema tutto intero. Quando hai risolto una porzione, allora passa a quella successiva. Come dice Angelica, dove scalzi si sta male, non si sta scalzi. Punto!
E un consiglio personale: impara a portare i sandali anche al lavoro, magari abbastanza chiusi, e usa quelli. E intanto inizi a liberarti. Ma, dato quello che scrivi, forse per te sarebbe troppo anche questo. E comunque, vai da uno psicologo. Più aspetti e peggio è. Piantala di rovinarti la vita con le tue mani! Noi più di così non possiamo dirti. Alla fine sono e saranno sempre i soliti discorsi triti e ritriti.
E un consiglio personale: impara a portare i sandali anche al lavoro, magari abbastanza chiusi, e usa quelli. E intanto inizi a liberarti. Ma, dato quello che scrivi, forse per te sarebbe troppo anche questo. E comunque, vai da uno psicologo. Più aspetti e peggio è. Piantala di rovinarti la vita con le tue mani! Noi più di così non possiamo dirti. Alla fine sono e saranno sempre i soliti discorsi triti e ritriti.
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