Gita in Val Brembana
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Gita in Val Brembana
Domenica scorsa sono stato in Val Brembana, ospite di una coppia di amici di Milano che hanno una baita in località Prati di Pegherolo, nel territorio del paese di Piazza Torre (BG).
Il posto è "strategico" perchè da Milano si arriva in meno di due ore di auto, più ovviamente circa 30-40 minuti di cammino su di un sentiero nei boschi adatto a tutti (scalzi compresi, meglio se allenati) dato che la baita NON è raggiungibile in auto.
C'ero già stato lo scorso anno, ovviamente scalzo! Quest'anno ho ripetuto l'esperienza ed è andato tutto altrettanto bene.
Il sentiero alterna tratti quasi pianeggianti a tratti leggermente più ripidi ma nulla di eccessivamente impegnativo.
Il fondo vede alcuni lunghi tratti facili ricoperti di ghiaia fine e un piacevole letto di foglie secche, mentre altri (soprattutto nei punti più ripidi) si fanno decisamente impegnativi dato che sono ricoperti da rocce molto squadrate e spigolose mentre la ghiaia del fondo si fa piuttosto grossolana e appuntita. Direi che i neofiti in questi punti dovrebbero ricalzarsi, personalmente me la sono cavata senza eccessivi fastidi senza mai indossare le scarpe. Lungo il sentiero si incontrano due punti dove sgorga l'acqua (molto fredda!) che attraversa il sentiero formando rigagnoli e piccole pozze in cui rinfrescare i piedi. Non manca qua e la, purtroppo, qualche coccio di vetro anche abbastanza pericoloso, che qualche imbecille ha abbandonato sul sentiero dopo aver rotto bottiglie o simili - io ho fatto accurata opera di "sminamento" levando tutti quelli che ho trovato.
Molto utile è risultato il bastone da passeggio (semplicissimo, praticamente un bel ramo lungo e robusto intagliato a mano) che mi hanno prestato i miei amici: consente un sicuro appoggio nei punti più impegnativi e, battuto a terra ogni tanto, di fare rumore di modo da allontanare per tempo eventuali vipere (peraltro anche questa volta non ne ho vista manco mezza).
La mia andatura durante la salita è stata piuttosto fluida e abbastanza rapida al punto da staccarmi dal resto del gruppo, che col passo lento e incerto dei bimbi (i miei per l'occasione erano calzati) mi rallentava pesantemente. Ogni tanto mi fermavo a riposare aspettandoli.
Nel giro di 35-40 minuti siamo arrivati in località Prati di Pegherolo. Lo spettacolo che si mostra agli occhi ve lo lascio ammirare direttamente:
Questa invece è la baita dei miei amici:
Sopra è tutto prato come vedete dalle foto. Prima di sistemarci abbiamo dovuto togliere varie piante di ortiche che rendevano problematico sostare attorno alla baita scalzi o anche solo in pantaloncini, soprattutto per i più piccoli (mia figlia Camilla ha capito sulla sua pelle cosa sono le ortiche mentre Gabriele non ha voluto stare scalzo temendo di pungersi i piedi).
Una volta tolte le ortiche e sistemati armi e bagagli ci siamo rilassati un po' e abbiamo pranzato al sacco.
Dopo pranzo i bambini si sono lanciati in corse e giochi sfrenati sull'erba, ma si sono anche fermati a giocare col gioco dell'oca.
Purtroppo nonostante il luogo invitasse moltissimo a stare scalzi, i nostri amici e i loro figli non hanno mai tolto scarpe e scarponcini.
Mia figlia Camilla e persino mia moglie Chiara invece si sono rapidamente liberate delle scarpe. Stranamente mio figlio Gabriele non ha voluto togliere i sandali ma forse era solamente per evitare le ortiche.
In questa foto per la verità il mio amico Marco (visibile sulla sinistra, seduto) aveva ceduto alla tentazione e si era levato scarponi e calzettoni, peccato che un tafano ha subito approfittato della situazione pungendolo sul piede confermando purtroppo la sua convinzione che a stare scalzi chissà quali brutte cose potrebbero capitare...
Mi sono dimenticato di raccontare quanto successo durante la salita: siccome la baita non è dotata di acqua corrente, ci siamo fermati ad una fonte poco più in basso per riempire una tanica da 5 litri... Peccato che dal tubo sgorgasse solo un misero, stentato rigagnolo d'acqua!
Con quella poca acqua ci avremmo messo ore a riempire la tanica. Poco vicino l'acqua sgorgava più abbondante dalle rocce, alimentando una pozza di circa 20 cm di profondità. Io ho proposto al mio amico di posizionare la tanica nel punto dove l'acqua sgorgava abbondante di modo da riempirla in fretta. Peccato che per posizionarla lì avrebbe dovuto entrare nella pozza e l'acqua gli sarebbe entrata negli scarponcini... il mio amico non sapeva proprio come fare ed era molto agitato per la prospettiva di non avere acqua da bere!
Al che io sono tranquillamente entrato nella pozza d'acqua, ho posizionato la tanica e in meno di un minuto l'ho riempita.
L'acqua era freschissima, era troppo bello stare coi piedi a mollo! E il mio amico ha ammesso che essere a piedi nudi in quel momento sarebbe stato utile...
In ogni caso, Scalzi-scarpati 1-0 direi!
Dopo pranzo, mentre le mogli e le bimbe riposavano, noi papà e bimbi abbiamo fatto una bella passeggiata per prati e boschi sopra la baita, ecco qualche scorcio di quei posti meravigliosi:
Nell'ultima foto, al centro del prato vicino al piccolo cespuglio, si nota un capriolo! E' rimasto fermo a lungo in quel punto, poi non appena percepita la nostra presenza si è rapidamente allontanato scomparendo nel bosco.
Questa foto si intitola: "Piedi nudi sul tetto del mondo (o quasi)!":
Allora, dove eravamo rimasti?
Dopo la bella passeggiata per prati e boschi, siamo tornati alla baita per riposare e fare merenda, poi verso le 17 ci siamo rimessi in cammino per ritornare a valle.
Anche questa volta ho rapidamente staccato il resto del gruppo ma ben presto sono stato raggiunto da mio figlio Gabriele (per l'occasione ha preferito tenere i sandali) e dal suo amichetto Ludovico, i quali procedevano (pericolosamente) quasi di corsa. In poco tempo mi hanno dato parecchio distacco, purtroppo correre scalzo in discesa su di un sentiero del genere è impresa impossibile (e inutile, dato che non stavamo facendo una gara).
La prima parte della discesa, decisamente rocciosa e ghiaiosa, è stata abbastanza difficile, meglio è andata sulla seconda parte con vari tratti coperti di foglie. Complessivamente la discesa è stata tosta ma devo dire che rispetto all'altra volta (ho fatto lo stesso percorso nel 2016) mi sono stancato di meno. L'altro anno ricordo che avevo le gambe abbastanza provate alla fine del percorso, stavolta è andata meglio. Durante la discesa mi sono fermato un attimo a riposare e ho incontrato un signore che scendeva lungo il sentiero: si è complimentato per le mie "suole"! Abbiamo chiacchierato per qualche minuto poi lui ha proseguito per la sua strada.
Arrivati a valle abbiamo caricato donne e bambini sul suv dei miei amici, io e il mio amico Marco invece abbiamo fatto l'ultimo tratto a piedi (io avevo lasciato la mia Panda più a valle dato che la strada sterrata è molto impegnativa e con le auto normali si rischia di "spanciare" facendo danni seri).
La strada di ghiaia fine sembrava di velluto rispetto alle asperità del sentiero per la baita, quindi è stato facile procedere anche piuttosto speditamente. Il mio amico mi ha confessato che gli facevano male le dita dei piedi dato che in discesa i piedi "puntavano" contro la parte interna anteriore degli scarponi, procurandogli un certo fastidio.
Ripresa la macchina ci siamo fermati a cena in un agriturismo dove abbiamo gustato un'ottima cena a base di prodotti tipici della zona (tra l'altro prodotti in loco dall'agriturismo stesso). L'ambiente era decisamente barefoot friendly (addirittura parte dei tavoli della zona ristorante erano posizionati in un bel prato - anche se noi abbiamo cenato all'interno), nessun problema o sguardo strano nonostante fossi l'unico scalzo presente.
Terminata la cena abbiamo visitato la fattoria didattica dell'agriturismo e la zona dedicata ai cavalli (e asini), tutto molto bello.
A breve caricherò qualche altra foto.
Il posto è "strategico" perchè da Milano si arriva in meno di due ore di auto, più ovviamente circa 30-40 minuti di cammino su di un sentiero nei boschi adatto a tutti (scalzi compresi, meglio se allenati) dato che la baita NON è raggiungibile in auto.
C'ero già stato lo scorso anno, ovviamente scalzo! Quest'anno ho ripetuto l'esperienza ed è andato tutto altrettanto bene.
Il sentiero alterna tratti quasi pianeggianti a tratti leggermente più ripidi ma nulla di eccessivamente impegnativo.
Il fondo vede alcuni lunghi tratti facili ricoperti di ghiaia fine e un piacevole letto di foglie secche, mentre altri (soprattutto nei punti più ripidi) si fanno decisamente impegnativi dato che sono ricoperti da rocce molto squadrate e spigolose mentre la ghiaia del fondo si fa piuttosto grossolana e appuntita. Direi che i neofiti in questi punti dovrebbero ricalzarsi, personalmente me la sono cavata senza eccessivi fastidi senza mai indossare le scarpe. Lungo il sentiero si incontrano due punti dove sgorga l'acqua (molto fredda!) che attraversa il sentiero formando rigagnoli e piccole pozze in cui rinfrescare i piedi. Non manca qua e la, purtroppo, qualche coccio di vetro anche abbastanza pericoloso, che qualche imbecille ha abbandonato sul sentiero dopo aver rotto bottiglie o simili - io ho fatto accurata opera di "sminamento" levando tutti quelli che ho trovato.
Molto utile è risultato il bastone da passeggio (semplicissimo, praticamente un bel ramo lungo e robusto intagliato a mano) che mi hanno prestato i miei amici: consente un sicuro appoggio nei punti più impegnativi e, battuto a terra ogni tanto, di fare rumore di modo da allontanare per tempo eventuali vipere (peraltro anche questa volta non ne ho vista manco mezza).
La mia andatura durante la salita è stata piuttosto fluida e abbastanza rapida al punto da staccarmi dal resto del gruppo, che col passo lento e incerto dei bimbi (i miei per l'occasione erano calzati) mi rallentava pesantemente. Ogni tanto mi fermavo a riposare aspettandoli.
Nel giro di 35-40 minuti siamo arrivati in località Prati di Pegherolo. Lo spettacolo che si mostra agli occhi ve lo lascio ammirare direttamente:
Questa invece è la baita dei miei amici:
Sopra è tutto prato come vedete dalle foto. Prima di sistemarci abbiamo dovuto togliere varie piante di ortiche che rendevano problematico sostare attorno alla baita scalzi o anche solo in pantaloncini, soprattutto per i più piccoli (mia figlia Camilla ha capito sulla sua pelle cosa sono le ortiche mentre Gabriele non ha voluto stare scalzo temendo di pungersi i piedi).
Una volta tolte le ortiche e sistemati armi e bagagli ci siamo rilassati un po' e abbiamo pranzato al sacco.
Dopo pranzo i bambini si sono lanciati in corse e giochi sfrenati sull'erba, ma si sono anche fermati a giocare col gioco dell'oca.
Purtroppo nonostante il luogo invitasse moltissimo a stare scalzi, i nostri amici e i loro figli non hanno mai tolto scarpe e scarponcini.
Mia figlia Camilla e persino mia moglie Chiara invece si sono rapidamente liberate delle scarpe. Stranamente mio figlio Gabriele non ha voluto togliere i sandali ma forse era solamente per evitare le ortiche.
In questa foto per la verità il mio amico Marco (visibile sulla sinistra, seduto) aveva ceduto alla tentazione e si era levato scarponi e calzettoni, peccato che un tafano ha subito approfittato della situazione pungendolo sul piede confermando purtroppo la sua convinzione che a stare scalzi chissà quali brutte cose potrebbero capitare...
Mi sono dimenticato di raccontare quanto successo durante la salita: siccome la baita non è dotata di acqua corrente, ci siamo fermati ad una fonte poco più in basso per riempire una tanica da 5 litri... Peccato che dal tubo sgorgasse solo un misero, stentato rigagnolo d'acqua!
Con quella poca acqua ci avremmo messo ore a riempire la tanica. Poco vicino l'acqua sgorgava più abbondante dalle rocce, alimentando una pozza di circa 20 cm di profondità. Io ho proposto al mio amico di posizionare la tanica nel punto dove l'acqua sgorgava abbondante di modo da riempirla in fretta. Peccato che per posizionarla lì avrebbe dovuto entrare nella pozza e l'acqua gli sarebbe entrata negli scarponcini... il mio amico non sapeva proprio come fare ed era molto agitato per la prospettiva di non avere acqua da bere!
Al che io sono tranquillamente entrato nella pozza d'acqua, ho posizionato la tanica e in meno di un minuto l'ho riempita.
L'acqua era freschissima, era troppo bello stare coi piedi a mollo! E il mio amico ha ammesso che essere a piedi nudi in quel momento sarebbe stato utile...
In ogni caso, Scalzi-scarpati 1-0 direi!
Dopo pranzo, mentre le mogli e le bimbe riposavano, noi papà e bimbi abbiamo fatto una bella passeggiata per prati e boschi sopra la baita, ecco qualche scorcio di quei posti meravigliosi:
Nell'ultima foto, al centro del prato vicino al piccolo cespuglio, si nota un capriolo! E' rimasto fermo a lungo in quel punto, poi non appena percepita la nostra presenza si è rapidamente allontanato scomparendo nel bosco.
Questa foto si intitola: "Piedi nudi sul tetto del mondo (o quasi)!":
Allora, dove eravamo rimasti?
Dopo la bella passeggiata per prati e boschi, siamo tornati alla baita per riposare e fare merenda, poi verso le 17 ci siamo rimessi in cammino per ritornare a valle.
Anche questa volta ho rapidamente staccato il resto del gruppo ma ben presto sono stato raggiunto da mio figlio Gabriele (per l'occasione ha preferito tenere i sandali) e dal suo amichetto Ludovico, i quali procedevano (pericolosamente) quasi di corsa. In poco tempo mi hanno dato parecchio distacco, purtroppo correre scalzo in discesa su di un sentiero del genere è impresa impossibile (e inutile, dato che non stavamo facendo una gara).
La prima parte della discesa, decisamente rocciosa e ghiaiosa, è stata abbastanza difficile, meglio è andata sulla seconda parte con vari tratti coperti di foglie. Complessivamente la discesa è stata tosta ma devo dire che rispetto all'altra volta (ho fatto lo stesso percorso nel 2016) mi sono stancato di meno. L'altro anno ricordo che avevo le gambe abbastanza provate alla fine del percorso, stavolta è andata meglio. Durante la discesa mi sono fermato un attimo a riposare e ho incontrato un signore che scendeva lungo il sentiero: si è complimentato per le mie "suole"! Abbiamo chiacchierato per qualche minuto poi lui ha proseguito per la sua strada.
Arrivati a valle abbiamo caricato donne e bambini sul suv dei miei amici, io e il mio amico Marco invece abbiamo fatto l'ultimo tratto a piedi (io avevo lasciato la mia Panda più a valle dato che la strada sterrata è molto impegnativa e con le auto normali si rischia di "spanciare" facendo danni seri).
La strada di ghiaia fine sembrava di velluto rispetto alle asperità del sentiero per la baita, quindi è stato facile procedere anche piuttosto speditamente. Il mio amico mi ha confessato che gli facevano male le dita dei piedi dato che in discesa i piedi "puntavano" contro la parte interna anteriore degli scarponi, procurandogli un certo fastidio.
Ripresa la macchina ci siamo fermati a cena in un agriturismo dove abbiamo gustato un'ottima cena a base di prodotti tipici della zona (tra l'altro prodotti in loco dall'agriturismo stesso). L'ambiente era decisamente barefoot friendly (addirittura parte dei tavoli della zona ristorante erano posizionati in un bel prato - anche se noi abbiamo cenato all'interno), nessun problema o sguardo strano nonostante fossi l'unico scalzo presente.
Terminata la cena abbiamo visitato la fattoria didattica dell'agriturismo e la zona dedicata ai cavalli (e asini), tutto molto bello.
A breve caricherò qualche altra foto.
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
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