I limiti nella nostra testa
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I limiti nella nostra testa
Promemoria primo messaggio :
Forse è anche colpa dell'inverno che rende l'andare scalzi molto più difficile, ma mi pare che ultimamente c'è stato un netto squilibrio tra messaggi "negati" e "positivi" nel forum, perciò cercherò di scrivere più spesso delle piccole vittorie quotidiane che ottengo quando trovo il coraggio per uscire scalzo di casa
Questo fine settimana appunto, complice anche del bel tempo che c'era a Udine, mi sono fatto coraggio e sono rimasto scalzo anche in situazioni dove finora avevo troppa fifa. Ecco un piccolo cronoprogramma (a partire da venerdi mattiana):
* venerdi mattina: porto la bambina all'asilo (faccio ponte, perciò niente lavoro oggi ). Non avevo ancora preso la decisione di provare a fare lo scalzo "integrale", perciò indosso dei sandali semi-chiusi (che ho usato spessissimo questo'inverno)
* venerdi nel corso della giornata mi parte finalmente l'embolo (ma perchè mi devo mettere le scarpe solo perchè ho troppa fifa di rimanere scalzo ?!?)
* venerdì pomeriggio: appuntamento dal barbiere. Nel quartiere chic della città (ma il barbiere non è un fighetto, per quello ci vado volentieri . Parcheggio la macchina. Ho i sandali con me (in uno zainetto). Prendo lo zainetto, esco dalla macchina, attraverso la strada, ed entro nel salone. Scalzo. C'è un tizio seduto che aspetto, mi lancia una breve occhiata, continua a leggere. O non gli frega niente, o non lo fa vedere. Vedo il barbiere, ci salutiamo, e prendo posto. Ha visto che ero scalzo, ma non fa una piega. Dopo ca 15 minuti di attesa (durante i quali entrano altri due clienti; notano i miei piedi, anche da loro zero reazione) è il mio turno. Prendo posto sulla sedia, chiaccheriamo; dopo pochi minuti già in tono molto amichevole (ci diamo del tu, parliamo di moto, etc; per quello se avrebbe voluto avrebbe potuto tranquillamente chiederemi del perchè vado scalzo), ma non tocca l'argomento. Semplicemente non gli importava niente se avevo le scarpe o meno (per farla breve, un professionista). Pago, ci salutiamo, esco. Prima vittoria personale
* Tornando a casa mi fermo al supermercato. Entro scalzo. Faccia spesa, vedo che alcune persone mi notano, ma niente commenti (almeno non sento niente, neanche sforzandomi). Alla cassa c'è un addetto della sicurezza, ma non fiata (anzi, gli vedo un punto di domanda scritto in faccia, ma ho l'impressione che tenti di non mettermi a disagio (fissare un cliente sarebbe metterlo a disagio, no ?). Alla cassa parlo con una signora (che vede che sono scalzo), ma come se niente fosse. Non è la prima volta che entro scalzo in un supermercato, ma comunque: vittoria personale numero due
* Sabato mattina: gasato delle mie due vittorie personali di ieri (), proseguo le mie esperienze scalze in citta. Prima faccio un salto in farmacia. Come se niente fosse. Dopo porto a passeggio la bambina, per un oretta circa. Non raggiungo il centro città (è un pò troppo lontano), ma quasi, perciò cmq c'è parecchia gente. Noto che alcuni mi guardano meravigliati, sento un paio di esclamazioni sottovoce ("scalzo!"), ma niente più (sottolineo "sottovoce". E niente parole offensive.). Vittoria personale numero tre e quattro
* Sabato pomeriggio: devo portare la mia mountain bike al decathlon per far aggiustare il cambio. Entro con la bici, e mi apposto vicino all "information desk" per chiedere il tagliando (da mettere sulla bici, per poi poter uscire senza passare per ladro ). Vedo che mi si avvicina l'addetto alla sicurezza. Oooook, pensavo, ho beccato la famigerata guardia antiscalzi di turno. "Mi scusi", dice, "...serve qualcosa ?". "Vorrei portare dentro la bici a far riparare il cambio". "Non serve più, ora abbiamo un laboratorio fuori dal negozio per le riparazioni. E' la in fondo". "Grazie!". Tutto qui, voleva solo aiutarmi. Nessun commento sui piedi. Porto la bici in "laboratorio", e il ragazzo che la prende in consegna nota i miei piedi nudi, e complettamente disinvolto (e con un sorriso genuino) mi chiede "Scalzo ? ... posso chiedere il perchè ? è uno stile di vita, oppure ... ?" ("Stile di vita". Mi piace proprio questa definizione ). Brevemente gli spiego i miei perchè (perchè mi piace e mi rilassa, perchè è molto salutare da tanti punti di vista, e perchè è un ottimo allenamento per la corsa (rafforza muscoli, tendini, etc). Dice che gli sembra interessante, e poi parliamo della bici (in fondo sono andato lì per quello). In quella situazione sembrava che il mio stare scalzo fosse la cosa più naturale al mondo.
Mentre mi ripara la bici, decido di fare un giro del negozio, ed entro di nuovo dall'entrata principale (passando la guardia giurata incontrata prima). Faccio un breve giro, ma non trovo niente, ed esco dall'uscita "senza acquisti". Di nuovo di fronte alla guardia giurata. Nessun commento, nessun segno di diffidenza (del tipo "quello è scalzo perciò forse un ladro" etc.etc). Riprendo la bici ed esco. Vittoria personale numero cinque
* Dopo faccio ancora un salto ad un negozio per bambini per guardare seggiolini per auto. Entro e vado nel reparto seggiolini. Dietro il banco ci sono due commesse. Una mi vede e fa cenno ad avvicinarsi quando vede che sono scalzo. Per un microsecondo, quasi impercettibilmente, si blocca meravigliata, ma in una frazione di secondo "si riprende" e mi si avvicina sorridendo, chiedendo di cosa ho bisogno. Le spiego che cerco un seggiolino, così lei mi mostra i modelli più interessanti e mi da le informazioni di cui io ho bisogno. Probabilmente si farà un sacco di domande, magari non approva. Ma può anche darsi che mi invidiasse, o pesino che approvasse. Chi lo sa. Ma non fa differenza, dato che mi tratta con la stessa cortesia come se avessi le scarpe. Noto che si forza a non guardami i piedi. Ma non lo fa, perchè non vuole essere sgarbata. Una commessa professionale. Tornerò volentieri in quel negozio. Vittoria personale numero sei
* Domenica mattina: pomeriggio vengono i suoceri (... ...). Mia moglie mi chiede di andare in gelateria a prendere una torta gelato. Esco scalzo, con i sandali nel mio piccolo zainetto. Entro scalzo anche in gelateria ... ? Sento che in posti dove si mangia (o si vende cibo) faccio più fatica a stare scalzo, perchè mi sembra dia più fastidio. Forse perchè mettere la pelle in contatto diretto col terreno da una sensazione "subconscia" di sporco, che in posti legati al cibo da più fastidio. Ma mi rendo conto che è una interpretazione mia, non so veramente cosa pensano gli altri. Ad alcuni darà fastidio, ad altri meno. Mi faccio presente che entrando a piedi nudi non è per niente "più sporco" che entrare con le scarpe (la polvere sulle suole è sempre la stessa), e vado avanti. Entro, vado al banco, scelgo la torta, e pago. Alcuni clienti mi vedono (tra cui anche bambini), ma nessun commento. Pago, esco, e mi avvio verso casa. Vittoria personale numero sette
* Arriva il momento tanto temuto; i suoceri bussano alla porta Gli apro (ovviamente scalzo), ci salutiamo, e li faccio accomodare. Anche mia moglie è scalza (anche se non esce (ancora) scalza, in casa lo è praticamente sempre). I suoceri si tolgono le scarpe e si mettono delle ciabatte che teniamo per gli ospiti, perchè sanno che entrare con le scarpe in casa ci da fastidio. Io e mia moglie stiamo scalzi. Mangiamo, e poi usciamo per un giro. Qui mi metto le ciabatte per la prima volta dopo quasi due giorni. So che li metterebbe un pò a disagio se fossi scalzo durante la passeggiata familiare, perciò mi metto le ciabatte. Loro hanno sempre cercato di mettermi a mio agio (non gli è mai passato per la testa di commentare il fatto che noi (io e mia moglie) stiamo scalzi in casa nostra, e mi permettono di stare scalzo in casa loro); perciò non vedo perchè dovrei fare qualcosa che li mette a disagio (razionale o no che sia). Anche perchè non devo dimostrargli niente (so che non avrebbero detto niente nemmeno se fossi uscito scalzo con loro). Per quello, direi un bel "neutro"
* Lunedì mattina, torno al lavoro. La vittoria personale più grande di questo fine settimana forse l'ho avuto proprio oggi in ufficio. Già da tempo mi tolgo le scarpe dietro la scrivania (del tipo chiuso), e sono convinto che il mio collega d'ufficio l'avesso notato, però finora nessuno di noi due ha mai accennato il tema. Lui probabilmente per rispetto; io, perchè parlare del mio stare scalzo con persone che conosco bene mi è molto più difficile che non con persone estranee (p.es. commessi di negozi, etc).
Oggi gli ho chiesto candidamente se gli da fastidio se sto scalzo in ufficio. Lui ha solo detto che sa di diverse altre persone del reparto che mi hanno notato e che non approvano (perche hanno chiesto a lui se non gli da fastidio), ma che a lui personalmente non disturba (ed è anche quello che ha risposto agli altri). E mi ha ringraziato di aver chiesto la sua opinione (un atto di rispetto che ha apprezzato).
Perciò, ora mi sento anche libero di girare scalzo in ufficio senza nascondermi dietro la scrivania. Quando siamo da soli. Mi metterò le scarpe quando arrivano ospiti o rappresentanti, e sicuramente non girerò scalzo per i corridoi, perchè so che verrei richiamato dai dirigenti (*), ma nel mio ufficio mi sono ritagliato uno spazio personale.
[* qui vorrei aggiungere che i dirigenti sanno che corro scalzo, e che approvano (!) - purchè in contesto sportivo. Per essere precisi, lo sa tutta l'azienda che corro a piedi nudi, perchè agosto scorso una giornalista sportiva della zona mi ha visto allenarmi, e mi ha chiesto un intervista, che poi è finita in prima pagina del giornale regionale. tre dei dirigenti hanno poi toccato l'argomento - e tutti e tre mi hanno fatto i complimenti -per le "prestazioni sportive". Devo dire che non me l'aspettavo. Sarebbe del tutto diverso se girassi scalzo in azienda, so che non approverebbero - e mi sembra anche normale, dato che abbiamo cmq contatti col pubblico etc. - ma fuori dal lavoro, ed in contesto sportivo, non gli da minimamente fastidio. Anzi, mi ha persino portato qualche vantaggio. Alla faccia delle ripercussioni negative... lo credevo anch'io, ma - almeno nel mio caso - si è dimonstrato essere una paura infondata.]
...Mi rendo conto di aver scritto una pergamena; spero di non essere stato troppo lungo, ma mi sono reso conto come non mai che i limiti stanno veramente nella nostra testa. Non possiamo sapere che reazione hanno gli altri finche non lo dicono esplicitamente, o non gli chiediamo. E molto più spesso di quello che temiamo le reazioni sono positive!
A presto
Forse è anche colpa dell'inverno che rende l'andare scalzi molto più difficile, ma mi pare che ultimamente c'è stato un netto squilibrio tra messaggi "negati" e "positivi" nel forum, perciò cercherò di scrivere più spesso delle piccole vittorie quotidiane che ottengo quando trovo il coraggio per uscire scalzo di casa
Questo fine settimana appunto, complice anche del bel tempo che c'era a Udine, mi sono fatto coraggio e sono rimasto scalzo anche in situazioni dove finora avevo troppa fifa. Ecco un piccolo cronoprogramma (a partire da venerdi mattiana):
* venerdi mattina: porto la bambina all'asilo (faccio ponte, perciò niente lavoro oggi ). Non avevo ancora preso la decisione di provare a fare lo scalzo "integrale", perciò indosso dei sandali semi-chiusi (che ho usato spessissimo questo'inverno)
* venerdi nel corso della giornata mi parte finalmente l'embolo (ma perchè mi devo mettere le scarpe solo perchè ho troppa fifa di rimanere scalzo ?!?)
* venerdì pomeriggio: appuntamento dal barbiere. Nel quartiere chic della città (ma il barbiere non è un fighetto, per quello ci vado volentieri . Parcheggio la macchina. Ho i sandali con me (in uno zainetto). Prendo lo zainetto, esco dalla macchina, attraverso la strada, ed entro nel salone. Scalzo. C'è un tizio seduto che aspetto, mi lancia una breve occhiata, continua a leggere. O non gli frega niente, o non lo fa vedere. Vedo il barbiere, ci salutiamo, e prendo posto. Ha visto che ero scalzo, ma non fa una piega. Dopo ca 15 minuti di attesa (durante i quali entrano altri due clienti; notano i miei piedi, anche da loro zero reazione) è il mio turno. Prendo posto sulla sedia, chiaccheriamo; dopo pochi minuti già in tono molto amichevole (ci diamo del tu, parliamo di moto, etc; per quello se avrebbe voluto avrebbe potuto tranquillamente chiederemi del perchè vado scalzo), ma non tocca l'argomento. Semplicemente non gli importava niente se avevo le scarpe o meno (per farla breve, un professionista). Pago, ci salutiamo, esco. Prima vittoria personale
* Tornando a casa mi fermo al supermercato. Entro scalzo. Faccia spesa, vedo che alcune persone mi notano, ma niente commenti (almeno non sento niente, neanche sforzandomi). Alla cassa c'è un addetto della sicurezza, ma non fiata (anzi, gli vedo un punto di domanda scritto in faccia, ma ho l'impressione che tenti di non mettermi a disagio (fissare un cliente sarebbe metterlo a disagio, no ?). Alla cassa parlo con una signora (che vede che sono scalzo), ma come se niente fosse. Non è la prima volta che entro scalzo in un supermercato, ma comunque: vittoria personale numero due
* Sabato mattina: gasato delle mie due vittorie personali di ieri (), proseguo le mie esperienze scalze in citta. Prima faccio un salto in farmacia. Come se niente fosse. Dopo porto a passeggio la bambina, per un oretta circa. Non raggiungo il centro città (è un pò troppo lontano), ma quasi, perciò cmq c'è parecchia gente. Noto che alcuni mi guardano meravigliati, sento un paio di esclamazioni sottovoce ("scalzo!"), ma niente più (sottolineo "sottovoce". E niente parole offensive.). Vittoria personale numero tre e quattro
* Sabato pomeriggio: devo portare la mia mountain bike al decathlon per far aggiustare il cambio. Entro con la bici, e mi apposto vicino all "information desk" per chiedere il tagliando (da mettere sulla bici, per poi poter uscire senza passare per ladro ). Vedo che mi si avvicina l'addetto alla sicurezza. Oooook, pensavo, ho beccato la famigerata guardia antiscalzi di turno. "Mi scusi", dice, "...serve qualcosa ?". "Vorrei portare dentro la bici a far riparare il cambio". "Non serve più, ora abbiamo un laboratorio fuori dal negozio per le riparazioni. E' la in fondo". "Grazie!". Tutto qui, voleva solo aiutarmi. Nessun commento sui piedi. Porto la bici in "laboratorio", e il ragazzo che la prende in consegna nota i miei piedi nudi, e complettamente disinvolto (e con un sorriso genuino) mi chiede "Scalzo ? ... posso chiedere il perchè ? è uno stile di vita, oppure ... ?" ("Stile di vita". Mi piace proprio questa definizione ). Brevemente gli spiego i miei perchè (perchè mi piace e mi rilassa, perchè è molto salutare da tanti punti di vista, e perchè è un ottimo allenamento per la corsa (rafforza muscoli, tendini, etc). Dice che gli sembra interessante, e poi parliamo della bici (in fondo sono andato lì per quello). In quella situazione sembrava che il mio stare scalzo fosse la cosa più naturale al mondo.
Mentre mi ripara la bici, decido di fare un giro del negozio, ed entro di nuovo dall'entrata principale (passando la guardia giurata incontrata prima). Faccio un breve giro, ma non trovo niente, ed esco dall'uscita "senza acquisti". Di nuovo di fronte alla guardia giurata. Nessun commento, nessun segno di diffidenza (del tipo "quello è scalzo perciò forse un ladro" etc.etc). Riprendo la bici ed esco. Vittoria personale numero cinque
* Dopo faccio ancora un salto ad un negozio per bambini per guardare seggiolini per auto. Entro e vado nel reparto seggiolini. Dietro il banco ci sono due commesse. Una mi vede e fa cenno ad avvicinarsi quando vede che sono scalzo. Per un microsecondo, quasi impercettibilmente, si blocca meravigliata, ma in una frazione di secondo "si riprende" e mi si avvicina sorridendo, chiedendo di cosa ho bisogno. Le spiego che cerco un seggiolino, così lei mi mostra i modelli più interessanti e mi da le informazioni di cui io ho bisogno. Probabilmente si farà un sacco di domande, magari non approva. Ma può anche darsi che mi invidiasse, o pesino che approvasse. Chi lo sa. Ma non fa differenza, dato che mi tratta con la stessa cortesia come se avessi le scarpe. Noto che si forza a non guardami i piedi. Ma non lo fa, perchè non vuole essere sgarbata. Una commessa professionale. Tornerò volentieri in quel negozio. Vittoria personale numero sei
* Domenica mattina: pomeriggio vengono i suoceri (... ...). Mia moglie mi chiede di andare in gelateria a prendere una torta gelato. Esco scalzo, con i sandali nel mio piccolo zainetto. Entro scalzo anche in gelateria ... ? Sento che in posti dove si mangia (o si vende cibo) faccio più fatica a stare scalzo, perchè mi sembra dia più fastidio. Forse perchè mettere la pelle in contatto diretto col terreno da una sensazione "subconscia" di sporco, che in posti legati al cibo da più fastidio. Ma mi rendo conto che è una interpretazione mia, non so veramente cosa pensano gli altri. Ad alcuni darà fastidio, ad altri meno. Mi faccio presente che entrando a piedi nudi non è per niente "più sporco" che entrare con le scarpe (la polvere sulle suole è sempre la stessa), e vado avanti. Entro, vado al banco, scelgo la torta, e pago. Alcuni clienti mi vedono (tra cui anche bambini), ma nessun commento. Pago, esco, e mi avvio verso casa. Vittoria personale numero sette
* Arriva il momento tanto temuto; i suoceri bussano alla porta Gli apro (ovviamente scalzo), ci salutiamo, e li faccio accomodare. Anche mia moglie è scalza (anche se non esce (ancora) scalza, in casa lo è praticamente sempre). I suoceri si tolgono le scarpe e si mettono delle ciabatte che teniamo per gli ospiti, perchè sanno che entrare con le scarpe in casa ci da fastidio. Io e mia moglie stiamo scalzi. Mangiamo, e poi usciamo per un giro. Qui mi metto le ciabatte per la prima volta dopo quasi due giorni. So che li metterebbe un pò a disagio se fossi scalzo durante la passeggiata familiare, perciò mi metto le ciabatte. Loro hanno sempre cercato di mettermi a mio agio (non gli è mai passato per la testa di commentare il fatto che noi (io e mia moglie) stiamo scalzi in casa nostra, e mi permettono di stare scalzo in casa loro); perciò non vedo perchè dovrei fare qualcosa che li mette a disagio (razionale o no che sia). Anche perchè non devo dimostrargli niente (so che non avrebbero detto niente nemmeno se fossi uscito scalzo con loro). Per quello, direi un bel "neutro"
* Lunedì mattina, torno al lavoro. La vittoria personale più grande di questo fine settimana forse l'ho avuto proprio oggi in ufficio. Già da tempo mi tolgo le scarpe dietro la scrivania (del tipo chiuso), e sono convinto che il mio collega d'ufficio l'avesso notato, però finora nessuno di noi due ha mai accennato il tema. Lui probabilmente per rispetto; io, perchè parlare del mio stare scalzo con persone che conosco bene mi è molto più difficile che non con persone estranee (p.es. commessi di negozi, etc).
Oggi gli ho chiesto candidamente se gli da fastidio se sto scalzo in ufficio. Lui ha solo detto che sa di diverse altre persone del reparto che mi hanno notato e che non approvano (perche hanno chiesto a lui se non gli da fastidio), ma che a lui personalmente non disturba (ed è anche quello che ha risposto agli altri). E mi ha ringraziato di aver chiesto la sua opinione (un atto di rispetto che ha apprezzato).
Perciò, ora mi sento anche libero di girare scalzo in ufficio senza nascondermi dietro la scrivania. Quando siamo da soli. Mi metterò le scarpe quando arrivano ospiti o rappresentanti, e sicuramente non girerò scalzo per i corridoi, perchè so che verrei richiamato dai dirigenti (*), ma nel mio ufficio mi sono ritagliato uno spazio personale.
[* qui vorrei aggiungere che i dirigenti sanno che corro scalzo, e che approvano (!) - purchè in contesto sportivo. Per essere precisi, lo sa tutta l'azienda che corro a piedi nudi, perchè agosto scorso una giornalista sportiva della zona mi ha visto allenarmi, e mi ha chiesto un intervista, che poi è finita in prima pagina del giornale regionale. tre dei dirigenti hanno poi toccato l'argomento - e tutti e tre mi hanno fatto i complimenti -per le "prestazioni sportive". Devo dire che non me l'aspettavo. Sarebbe del tutto diverso se girassi scalzo in azienda, so che non approverebbero - e mi sembra anche normale, dato che abbiamo cmq contatti col pubblico etc. - ma fuori dal lavoro, ed in contesto sportivo, non gli da minimamente fastidio. Anzi, mi ha persino portato qualche vantaggio. Alla faccia delle ripercussioni negative... lo credevo anch'io, ma - almeno nel mio caso - si è dimonstrato essere una paura infondata.]
...Mi rendo conto di aver scritto una pergamena; spero di non essere stato troppo lungo, ma mi sono reso conto come non mai che i limiti stanno veramente nella nostra testa. Non possiamo sapere che reazione hanno gli altri finche non lo dicono esplicitamente, o non gli chiediamo. E molto più spesso di quello che temiamo le reazioni sono positive!
A presto
hadashi- Numero di messaggi : 772
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.05.09
Re: I limiti nella nostra testa
no, non ne sono sicuro affatto.... potrebbero essere anche percentuali diverse in situaizoni diverse. Il mio non è un invito alla rinuncia, ma al giudizio ed alla flessibilità mentale, che sicuramente tutti gli scalzi del forum già adottano, ciascuno a suo modo.
Elan- Numero di messaggi : 1087
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: I limiti nella nostra testa
Concordo assolutamente con quanto detto da Elan. Premesso che tutti noi siamo pienamente e giustamente consapevoli del fatto che andando scalzi non facciamo nulla di male nè di s conveniente, purtuttavia dobbiamo sempre considerare di essere una esigua minoranza che mette in pratica un qualcosa di inusuale o quantomeno, diciamo così, di bizzarro e fuori da ogni convenzione, anche se poi alla fin fine non è così...perchè vivere scalzi dovrebbe in teoria essere la cosa più naturale e bella di questo mondo! Detto questo dobbiamo giocoforza mettere in conto che tra il 99% di quelli che vanno sempre calzati il vedere una o più persone girare a piedi nudi per strada o quantomeno in un contesto dove dovrebbe essere normale girare calzati (...ovviamente non al mare o in spiaggia..!!!) possa umanamente suscitare in essi una gamma infinita di reazioni tra le più varie e disparate tra loro. Ci sarà che ci ammirerà (...pochi per la verità), chi ci guarderà con innocente curiosità o ironia, chi ci ignorerà del tutto, ma anche chi (vuoi per scarsa apertura mentale, intransigenza, intolleranza, grettezza, o forse anche malcelata e inconscia invidia) ci criticherà, ci deriderà o ci condannerà del tutto. Orrore...a piedi nudi in strada...orrore guarda che piedi neri...orrore chissà che schifezze pesteranno....orrore, guarda che maleducato....l'ooohhhh stupito e incredulo dei bambini..mamma guarda quello è scalzo...e allora??? Che ci possiamo fare....nulla! Non possiamo certo cambiare la testa della gente o quantomeno pretendere che tutti ci ammirino e ci dicano bravi! Certamente è più che giusto fare valere sì i nostri diritti e le nostre ragioni, ma pur sempre in contesti che lo giustifichino pienamente, senza però innescare feroci polemiche, crociate inutili e controproducenti o, come dice sopra Guido, partire a testa bassa e colpire come arieti! Difenderci sì ma con serenità, pacatezza e anche un po' di ironia, per non passare poi dalla parte del torto. Certamente doveroso è pretendere un minimo di tolleranza dalla società....ma un po' do tollerenza anche da parte nostra! In conclusione continuiamo assolutamente ad andarcene in giro scalzi, da soli o in compagnia, non scoraggiamoci, e nel contempo cerchiamo di farlo con la massima naturalrezza, tranquillità e serenità possibile, per non rovinarci la gioia e il piacere che lo scalzismo ci riserva, senza farci le cosiddette "seghe mentali" e soprattutto con tanto spirito ed ironia ....e sono sicuro che tutto questo ci aiuterà moltissimo!
Saluti a tutti.
Paolo F.
Saluti a tutti.
Paolo F.
paolo fratter- Numero di messaggi : 434
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: I limiti nella nostra testa
Elan ha scritto:Quindi, è giusto, secondo me, essere consapevoli del fatto che il nostro innocente andare scalzi può essere di disturbo per molti, specie in alcuni luoghi e tenerne conto, regolandoci opportunamente di volta in volta e cercando di guadagnare simpatie per la nostra stravaganza, piuttosto che alienarcele con un eccesso di rigidità.
Insomma i limiti sono nella nostra testa, ma ancor di più nella testa degli altri
Questo per difendere il mio punto di vista, che non vuole assolutamente essere una massima universale.
Certo, Elan, ma il discorso era più accademico che pratico.
Infatti da un punto di vista logico il discorso del nostro amico non fa una piega, purtroppo non è la logica ad illuminare il percorso della nostra società.
Il fumo passivo fa male a chi ci sta vicino, perciò è giusto vietare un comportamento che può essere lesivo per la salute di chi non è fumatore.
Andare scalzi non fa male agli altri ed i limiti nella testa degli altri andrebbero erosi con pazienza e fornendo informazioni verificabili ed obiettive.
Niente rigidità, certo, però guarda che sono gli altri ad essere rigidi con noi.
"Si rimetta le scarpe" implica un'imposizione mai enunciata da qualsiasi legge.
Noi non abbiamo mai preteso di far togliere le scarpe alle persone e non lo faremmo nemmeno se fossimo milioni (almeno mi auguro di non vedere mai un degrado simile).
I limiti nella testa degli altri non possono essere taciuti e l'ho sempre sostenuto con forza, ma se a qualcuno fa schifo uno scalzo che si giri dall'altra parte e non mi rompa i c......i.
Allora mi può far schifo un tatuaggio, ad un altro un piercing al sopracciglio, ad un altro ancora fanno schifo i capelli lunghi.
Che facciamo: tutti col pigiamino uguale come i cinesi?
Infatti da un punto di vista logico il discorso del nostro amico non fa una piega, purtroppo non è la logica ad illuminare il percorso della nostra società.
Il fumo passivo fa male a chi ci sta vicino, perciò è giusto vietare un comportamento che può essere lesivo per la salute di chi non è fumatore.
Andare scalzi non fa male agli altri ed i limiti nella testa degli altri andrebbero erosi con pazienza e fornendo informazioni verificabili ed obiettive.
Niente rigidità, certo, però guarda che sono gli altri ad essere rigidi con noi.
"Si rimetta le scarpe" implica un'imposizione mai enunciata da qualsiasi legge.
Noi non abbiamo mai preteso di far togliere le scarpe alle persone e non lo faremmo nemmeno se fossimo milioni (almeno mi auguro di non vedere mai un degrado simile).
I limiti nella testa degli altri non possono essere taciuti e l'ho sempre sostenuto con forza, ma se a qualcuno fa schifo uno scalzo che si giri dall'altra parte e non mi rompa i c......i.
Allora mi può far schifo un tatuaggio, ad un altro un piercing al sopracciglio, ad un altro ancora fanno schifo i capelli lunghi.
Che facciamo: tutti col pigiamino uguale come i cinesi?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
paolo fratter ha scritto:In conclusione continuiamo assolutamente ad andarcene in giro scalzi, da soli o in compagnia, non scoraggiamoci, e nel contempo cerchiamo di farlo con la massima naturalrezza, tranquillità e serenità possibile, per non rovinarci la gioia e il piacere che lo scalzismo ci riserva, senza farci le cosiddette "seghe mentali" e soprattutto con tanto spirito ed ironia ....e sono sicuro che tutto questo ci aiuterà moltissimo
Esatto, Paolo.
So che è difficile bilanciare opposte esigenze ed opposti sentimenti, ma è d'obbligo farlo.
Mai farsi schiacciare, come sottolinea giustamente Rei, ma nemmeno pretendere di fare la guerra con un gruppo che non è mai nato per fare azioni di forza (e non è solo una questione di numeri).
Tanto spirito e tanta ironia: ebbene sì, ci aiuterà moltissimo questo atteggiamento.
Penso a qualche anno fa: quando mi incontravo con Andrea77 e lo vedevo scalzo provavo un'iniziale sensazione di imbarazzo, quasi di ripulsa e mi vergognavo per lui.
Poi mi sbloccavo e camminavo scalzo per la strada.
Non mi è più capitato, ma se è successo a me, che sono un barefooter in tutte le stagioni e fortemente convinto, come posso non capire chi barefooter non lo è mai stato e non lo sarà mai?
Semmai dobbiamo capire che forse noi eravamo come loro ed abbiamo saputo sbloccarci.
Forse molti altri raggiungeranno questo traguardo, ma sta a noi saper comunicare con tatto con chi, in fin dei conti (noi compresi), è nato calzato.
So che è difficile bilanciare opposte esigenze ed opposti sentimenti, ma è d'obbligo farlo.
Mai farsi schiacciare, come sottolinea giustamente Rei, ma nemmeno pretendere di fare la guerra con un gruppo che non è mai nato per fare azioni di forza (e non è solo una questione di numeri).
Tanto spirito e tanta ironia: ebbene sì, ci aiuterà moltissimo questo atteggiamento.
Penso a qualche anno fa: quando mi incontravo con Andrea77 e lo vedevo scalzo provavo un'iniziale sensazione di imbarazzo, quasi di ripulsa e mi vergognavo per lui.
Poi mi sbloccavo e camminavo scalzo per la strada.
Non mi è più capitato, ma se è successo a me, che sono un barefooter in tutte le stagioni e fortemente convinto, come posso non capire chi barefooter non lo è mai stato e non lo sarà mai?
Semmai dobbiamo capire che forse noi eravamo come loro ed abbiamo saputo sbloccarci.
Forse molti altri raggiungeranno questo traguardo, ma sta a noi saper comunicare con tatto con chi, in fin dei conti (noi compresi), è nato calzato.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Elan ha scritto:Quindi, è giusto, secondo me, essere consapevoli del fatto che il nostro innocente andare scalzi può essere di disturbo per molti, specie in alcuni luoghi e tenerne conto, regolandoci opportunamente di volta in volta...
paolo fratter ha scritto:Certamente è più che giusto fare valere sì i nostri diritti e le nostre ragioni, ma pur sempre in contesti che lo giustifichino pienamente
Essenzialmente condivido quello che avete detto entrambi; c'è bisogno di rispetto reciproco, e ciò vuol dire anche tenere conto di eventuali fastidi che il nostro stare a piedi nudi può creare ad altri. In pratica però questa "mediazione" è molto difficile...; perchè in ogni contesto ci sarà sempre qualcuno a cui darà fastidio. Dove mettiamo il limite ? Quando al 10 % dei presenti da fastidio ? Al 50% ? Al 90% ? Almeno per una piccola parte "l'ariete" lo dovremo sempre fare, perchè un ambiente al 100% barefoot friendly è pura utopia (soprattutto in Italia)
Ciao
Christian
hadashi- Numero di messaggi : 772
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.05.09
Re: I limiti nella nostra testa
hadashi ha scritto:Elan ha scritto:Quindi, è giusto, secondo me, essere consapevoli del fatto che il nostro innocente andare scalzi può essere di disturbo per molti, specie in alcuni luoghi e tenerne conto, regolandoci opportunamente di volta in volta...paolo fratter ha scritto:Certamente è più che giusto fare valere sì i nostri diritti e le nostre ragioni, ma pur sempre in contesti che lo giustifichino pienamente
Essenzialmente condivido quello che avete detto entrambi; c'è bisogno di rispetto reciproco, e ciò vuol dire anche tenere conto di eventuali fastidi che il nostro stare a piedi nudi può creare ad altri. In pratica però questa "mediazione" è molto difficile...; perchè in ogni contesto ci sarà sempre qualcuno a cui darà fastidio. Dove mettiamo il limite ? Quando al 10 % dei presenti da fastidio ? Al 50% ? Al 90% ? Almeno per una piccola parte "l'ariete" lo dovremo sempre fare, perchè un ambiente al 100% barefoot friendly è pura utopia (soprattutto in Italia)
Ciao
Christian
Ci deve essere rispetto da parte dei calzati e dei barefooters, non c'è dubbio, come deve esserci fra due categorie di persone con idee opposte. E' il fondamento del vivere civile.
Vorrei però osservare che mentre noi ci poniamo questi problemi risolvendoli ciascuno secondo buonsenso, altri se ne infischiano assolutamente di dare fastidio e danno a gli altri, con i loro comportamenti.
Allora ipotizzo una soluzione di questo tipo:
Un barefooter può tenere conto del fastidio che può dare solo se chi è con lui glielo dice esplicitamente e può regolarsi di conseguenza; se il conoscente o amico "merita" questo riguardo può anche ricalzarsi, posto che abbia gli attrezzi con sé, altrimenti può rinunciare al piacere della compagnia per non dar fastidio.
Personalmente giro senza attrezzi ma se li avessi e mi sentissi fare obiezioni del genere, poniamo da un fumatore, gli risponderei che potrei mettere le scarpe per tutto il tempo in cui lui non fumerà, neanche un secondo di più.
Giusto per fare un esempio....
bfpaul
Vorrei però osservare che mentre noi ci poniamo questi problemi risolvendoli ciascuno secondo buonsenso, altri se ne infischiano assolutamente di dare fastidio e danno a gli altri, con i loro comportamenti.
Allora ipotizzo una soluzione di questo tipo:
Un barefooter può tenere conto del fastidio che può dare solo se chi è con lui glielo dice esplicitamente e può regolarsi di conseguenza; se il conoscente o amico "merita" questo riguardo può anche ricalzarsi, posto che abbia gli attrezzi con sé, altrimenti può rinunciare al piacere della compagnia per non dar fastidio.
Personalmente giro senza attrezzi ma se li avessi e mi sentissi fare obiezioni del genere, poniamo da un fumatore, gli risponderei che potrei mettere le scarpe per tutto il tempo in cui lui non fumerà, neanche un secondo di più.
Giusto per fare un esempio....
bfpaul
Re: I limiti nella nostra testa
Io sogno un mondo in cui tutto ciò che non limita la libertà altrui sia legittimo.
Sogno un modo libero dalla tirannia del 51%, perché il progresso e le migliori idee non sbocciano mai dalle ovine ottuse maggioranze.
Sogno un modo libero dalla tirannia del 51%, perché il progresso e le migliori idee non sbocciano mai dalle ovine ottuse maggioranze.
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Re: I limiti nella nostra testa
In effetti, Biagio, la democrazia è molto di più della tirannide del 51% (o, peggio, del 90%) ... dovrebbe tendere ad una situazione di diritto, a regole condivise e di rispetto per il 49% ( o, peggio, il 10%). Infatti non si realizza solo attraverso il suffragio ed potere della maggioranza, ma anche attraverso altri importantissimi strumenti che sono le leggi (uguali per tutti) e, non trascurabili, i contratti, che vanno onorati. In pratica questi altri strumenti limitano fortemente ciò che una maggioranza tendenzialmente autoritaria può fare, pur essendo maggioranza.
Qui si potrebbe divagare in discussioni appassionatissime sui principi, sulla Costituzione, sui referendum ....
Pensate, se venisse indetto un referendum sulla liceità dell'andare scalzi: ci sarebbe rischio di perderlo, per volere della maggioranza, eppure sarebbe evidentemente antidemocratico.
Ma non voglio divagare e farmi tirare le orecchie, giustamente, da Paul ... tuttavia una cosa, più in tema, la voglio aggiungere. Dice Andrea che l'articolo 3 della Costituzione ci garantisce perchè parla di uguaglianza davanti alla legge. Ci aiuta a Pavia? NO! perchè in pratica può essere agevolmente dimostrato che, premesso che un comune può darsi un regolamento (paragonabile ad un regolamento condominiale), esso vale per tutti senza distinzioni di razza, età, sesso, religione ecc. ecc. Il conte, come il vu' cumpra', a Pavia sono tenuti ad indossare scarpe: democrazia perfetta, pur nella limitazione ingiustificata della libertà individuale.
Manca nella nostra Costituzione (e questo lo hanno scritto in molti) un chiaro riferimento alla libertà individuale e manca anche, a mio avviso, un qualunque riferimento a quel "diritto alla ricerca della felicità" che invece apre la costituzione americana e che tanti disprezzano. Alla ricerca della felicità, badate, non un diritto alla felicità, come qualcuno vorrebbe arrogarsi.
Non c'è da stupirsi: la nostra è stata scritta da cattolici e comunisti, che su libertà e felicità hanno idee un po' confuse. Se nella nostra Costituzione fossero espressi concetti del genere, sarebbe più difficile vietarci, con ordinanze, di camminare a piedi scalzi, di stendere i panni alla finestra o di prendere il sole nudi, anche dove non dai fastidio a nessuno.
Qui si potrebbe divagare in discussioni appassionatissime sui principi, sulla Costituzione, sui referendum ....
Pensate, se venisse indetto un referendum sulla liceità dell'andare scalzi: ci sarebbe rischio di perderlo, per volere della maggioranza, eppure sarebbe evidentemente antidemocratico.
Ma non voglio divagare e farmi tirare le orecchie, giustamente, da Paul ... tuttavia una cosa, più in tema, la voglio aggiungere. Dice Andrea che l'articolo 3 della Costituzione ci garantisce perchè parla di uguaglianza davanti alla legge. Ci aiuta a Pavia? NO! perchè in pratica può essere agevolmente dimostrato che, premesso che un comune può darsi un regolamento (paragonabile ad un regolamento condominiale), esso vale per tutti senza distinzioni di razza, età, sesso, religione ecc. ecc. Il conte, come il vu' cumpra', a Pavia sono tenuti ad indossare scarpe: democrazia perfetta, pur nella limitazione ingiustificata della libertà individuale.
Manca nella nostra Costituzione (e questo lo hanno scritto in molti) un chiaro riferimento alla libertà individuale e manca anche, a mio avviso, un qualunque riferimento a quel "diritto alla ricerca della felicità" che invece apre la costituzione americana e che tanti disprezzano. Alla ricerca della felicità, badate, non un diritto alla felicità, come qualcuno vorrebbe arrogarsi.
Non c'è da stupirsi: la nostra è stata scritta da cattolici e comunisti, che su libertà e felicità hanno idee un po' confuse. Se nella nostra Costituzione fossero espressi concetti del genere, sarebbe più difficile vietarci, con ordinanze, di camminare a piedi scalzi, di stendere i panni alla finestra o di prendere il sole nudi, anche dove non dai fastidio a nessuno.
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: I limiti nella nostra testa
Sbagliato: ci tutela, ma solo se ci comportiamo da cittadini e non da sudditi.Elan ha scritto:Dice Andrea che l'articolo 3 della Costituzione ci garantisce perchè parla di uguaglianza davanti alla legge. Ci aiuta a Pavia? NO! perchè in pratica può essere agevolmente dimostrato che, premesso che un comune può darsi un regolamento (paragonabile ad un regolamento condominiale), esso vale per tutti senza distinzioni di razza, età, sesso, religione ecc. ecc. Il conte, come il vu' cumpra', a Pavia sono tenuti ad indossare scarpe: democrazia perfetta, pur nella limitazione ingiustificata della libertà individuale.
Traduco: un suddito, davanti ad un ordinanza come quella magari mugugna, ma si adegua e subisce.
Il cittadino presenta ricorso al T.A.R., che è stato istituito proprio per permettere al cittadino, con poca (teoricamente nulla) spesa, di tutelarsi contro atti amministrativi che ledano il suo interesse, in questo caso sicuramente vince e fa abolire l'articolo.
Nel caso specifico si fa multare (lesione del suo interesse personale) per poter presentare il ricorso, deve pagare la multa, perché il ricorso non sospende l'atto sotto esame, ma quando (quando, non se) vince viene rimborsato con gli interessi.
Non essendo stato aperto nessun processo ma solo un esame (per legge breve) dell'atto amministrativo in questione, non passano anni (con le relative spese) ma in poche settimane arriva il verdetto. (Continuo a ripeterlo ma c'è sempre un testone che parla di processi lunghi e costosi: il T.A.R. NON fa processi, ma solo rapidi esami di atti amministrativi.)
L'amministrazione può rendersi ridicola appellandosi al Consiglio di Stato, che, sempre in questo caso, darebbe (sempre rapidamente) ragione al cittadino.
E il divieto sarebbe abolito.
A Pavia.
Ma si creerebbe un precedente e un altro sindaco proibizionista ci penserebbe due volte prima di emettere un'ordinanza o regolamento analogo.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Rei ha scritto:Sbagliato: ci tutela, ma solo se ci comportiamo da cittadini e non da sudditi.Elan ha scritto:Dice Andrea che l'articolo 3 della Costituzione ci garantisce perchè parla di uguaglianza davanti alla legge. Ci aiuta a Pavia? NO! perchè in pratica può essere agevolmente dimostrato che, premesso che un comune può darsi un regolamento (paragonabile ad un regolamento condominiale), esso vale per tutti senza distinzioni di razza, età, sesso, religione ecc. ecc. Il conte, come il vu' cumpra', a Pavia sono tenuti ad indossare scarpe: democrazia perfetta, pur nella limitazione ingiustificata della libertà individuale.
Traduco: un suddito, davanti ad un ordinanza come quella magari mugugna, ma si adegua e subisce.
Il cittadino presenta ricorso al T.A.R., che è stato istituito proprio per permettere al cittadino, con poca (teoricamente nulla) spesa, di tutelarsi contro atti amministrativi che ledano il suo interesse, in questo caso sicuramente vince e fa abolire l'articolo.
Nel caso specifico si fa multare (lesione del suo interesse personale) per poter presentare il ricorso, deve pagare la multa, perché il ricorso non sospende l'atto sotto esame, ma quando (quando, non se) vince viene rimborsato con gli interessi.
Non essendo stato aperto nessun processo ma solo un esame (per legge breve) dell'atto amministrativo in questione, non passano anni (con le relative spese) ma in poche settimane arriva il verdetto. (Continuo a ripeterlo ma c'è sempre un testone che parla di processi lunghi e costosi: il T.A.R. NON fa processi, ma solo rapidi esami di atti amministrativi.)
L'amministrazione può rendersi ridicola appellandosi al Consiglio di Stato, che, sempre in questo caso, darebbe (sempre rapidamente) ragione al cittadino.
E il divieto sarebbe abolito.
A Pavia.
Ma si creerebbe un precedente e un altro sindaco proibizionista ci penserebbe due volte prima di emettere un'ordinanza o regolamento analogo.
Parliamo di Pavia da più di un anno, se ben ricordo, ma nessuno è andato finora a Pavia per farsi multare.
Le ragioni possono essere giuste o sbagliate, ma ritengo che se non si hanno le idee chiare su tutto il procedimento relativo al ricorso al TAR, non si troverà chi vada a Pavia a questo specifico scopo.
E' mia personale opinione che sarebbe meglio farlo in più di una persona e che sarebbe bene sapere esattamente come comportarsi all'atto dell'elevazione della multa. Aggiungo che ne stiamo parlando anche sul Forum dei Soci.
bfpaul
Le ragioni possono essere giuste o sbagliate, ma ritengo che se non si hanno le idee chiare su tutto il procedimento relativo al ricorso al TAR, non si troverà chi vada a Pavia a questo specifico scopo.
E' mia personale opinione che sarebbe meglio farlo in più di una persona e che sarebbe bene sapere esattamente come comportarsi all'atto dell'elevazione della multa. Aggiungo che ne stiamo parlando anche sul Forum dei Soci.
bfpaul
Re: I limiti nella nostra testa
Sono d'accordo con quanto sopra scritto da REI e da Paul, non ci vedo alcuna contraddizione con quanto da me detto circa l'articolo 3 sull' uguaglianza. L'azione da intraprendere è proprio quella: farsi multare e ricorrere al TAR, non alla Corte Costituzionale. Propongo "sguardo da killer" REI e Giorgio "Mandela", l'apostolo, per questa mission impossible e mi dichiaro fin d'ora disposto a partecipare alle spese di multa e legali .
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: I limiti nella nostra testa
La settimana prossima maggiori notizie ma solo sul forum soci.
Perché solo sul forum soci?
Perché sono cattivo .
Perché solo sul forum soci?
Perché sono cattivo .
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Rei ha scritto:La settimana prossima maggiori notizie ma solo sul forum soci.
Perché solo sul forum soci?
Perché sono cattivo .
Non perché sei cattivo, ma perché è giusto così.
Scusate se invece faccio io il cattivo per una volta: Altrimenti perché avremmo fatto un Club legalmente riconosciuto e pagheremmo un'iscrizione ed una quota annuale? Per avere le stesse notizie, le stesse discussioni, le stesse osservazioni e le stesse polemiche che possono leggere tutti, su questo Forum?
Mi sembra logico che i Soci, quelli che ci mettono la faccia e la tasca abbiano un qualcosa in più.
Quindi, certe notizie, la "politica" del Club e gli argomenti che riguardano solo i Soci Ordinari, si discutono sul Forum che è destinato ai Soci.
bfpaul
Scusate se invece faccio io il cattivo per una volta: Altrimenti perché avremmo fatto un Club legalmente riconosciuto e pagheremmo un'iscrizione ed una quota annuale? Per avere le stesse notizie, le stesse discussioni, le stesse osservazioni e le stesse polemiche che possono leggere tutti, su questo Forum?
Mi sembra logico che i Soci, quelli che ci mettono la faccia e la tasca abbiano un qualcosa in più.
Quindi, certe notizie, la "politica" del Club e gli argomenti che riguardano solo i Soci Ordinari, si discutono sul Forum che è destinato ai Soci.
bfpaul
Re: I limiti nella nostra testa
Che mito! e non sto prendendo in giro, perchè comincio a pensare che tu sia davvero capace di farlo
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: I limiti nella nostra testa
Sogno un modo libero dalla tirannia del 51%, perché il progresso e le migliori idee non sbocciano mai dalle ovine ottuse maggioranze.
Certo hanno fatto molto meglio Stalin, Hitler, Mussolini,…! Non parliamo di anarchia che oltre ad essere utopica sarebbe ancora peggio perché non essendoci regole avremmo la legge del + forte e nessuna tutela per i più deboli.
Dice Andrea che l'articolo 3 della Costituzione ci garantisce perchè parla di uguaglianza davanti alla legge. Ci aiuta a Pavia? NO! perchè in pratica può essere agevolmente dimostrato che, premesso che un comune può darsi un regolamento (paragonabile ad un regolamento condominiale), esso vale per tutti senza distinzioni di razza, età, sesso, religione ecc. ecc. Il conte, come il vu' cumpra', a Pavia sono tenuti ad indossare scarpe: democrazia perfetta, pur nella limitazione ingiustificata della libertà individuale.
Non lo dice Andrea, lo dice una sentenza della corte costituzionale. I regolamenti fatti dagli sceriffi sono contro l’articolo 3 della costituzione. Per il semplice motivo che il conte come il vu’ cumprà possono andare scalzi a Milano ma non a Pavia creando quindi una discriminante tra il cittadino di Milano e quello di Pavia.
La questione è che prima viene fatta la regola e solo poi la corte costituzionale si pronuncia in merito. Poi nella pratica è palese da come vanno le cose in Italia che la costituzione spesso è lettera morta perché non basta scrivere che tutti sono uguali davanti alla legge perché questo lo diventi.
Purtroppo è sotto gli occhi di tutti com’è messa la giustizia italiana.
Secondo me l’analisi di Rei è un po’ troppo ottimistica. Se qualcuno però vuole provare ben venga magari scopriamo che ha ragione lui e nel giro di pochi giorni il regolamento viene cambiato.
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Ho seguito con interessa la discussione, e volevo condividere con voi alcune idee che mi sono fatto del perché alcune persone sono "intolleranti " nei confronti degli "Scalzisti".
Prima di tutto è un'attività "non sponsorizzata".
Diversamente dall'andare in bicicletta, oppure dalla palestra e la corsa, non ci sono strutture che possano ospitare adeguatamente gli scalzisti. Non se ne fa menzione in nessuna rivista di Fitness, e non viene mai suggerita dal medico, che sia esso uno "specialista" (podologo) oppure no.
Quindi di contro le persone non la considerano un'attività salutista o comunque "possibile" causa disinformazione… il risultato è che appare "strana" perché non si conosce (e quello che non si conosce si teme a priori).
La scarpa è uno status sociale.
E' un elemento indispensabile di moda e di attenzione; il fatto di non averlo (o non considerarlo così importante) "ci rende diversi", e si torna la punto di prima (diverso=pericoloso).
Ho visto in pieno agosto ragazze e ragazzi che naturalmente in spiaggia usano le infradito, ma la sera o per passeggiare in paese si rimettevano le scarpe da tennis, le quali naturalmente non erano certo "anonime".
Paura di "contaminazione".
Qui si può distinguere chi proprio ha paura (come fobia) a svolgere una qualsiasi attività che possa anche solamente metterlo in contatto con germi e batteri, e chi semplicemente ha "schifo" anche solo a toccare un qualcosa che potrebbe essere sporco. Per una sorta di "transfer emozionale" non possono vedere persone che svolgono mansioni che loro non farebbero per questo preciso motivo.
La paura giustificata di pesticci, inquinamento acquifero, inquinamento dell'aria, e peggio ancora (ahimè nucleare) ha portato le persone a vedere le attività in qui si rimane a contatto "con lo sporco" come nociva e pericolosa, e come ben sappiamo la nostra attività ci mette a contatto con il terreno, e l'avere le piante dei piedi beatamente nere dalle nostre camminate per alcune persone è intollerabile.
Anche qui c'è mancanza di informazione; ricordo benissimo una puntata della "Gaia Scienza" in cui analizzavano la famosa regola dei 3 secondi (se ti cade da mangiare per terra e lo raccogli entro 3 sec. non si è ancora contaminato): hanno messo in coltura dei cibi lasciati cadere sia all'aperto che al chiuso, e hanno dimostrato che addirittura un marciapiede all'aperto ha meno microbi che il pavimento del loro laboratorio.
Mi sono dilungato abbastanza… anzi, manca la parte principale: il credere che ci possano essere dei motivi validi per cui il camminare scalzi non possa essere fatto.
Prima di tutto è un'attività "non sponsorizzata".
Diversamente dall'andare in bicicletta, oppure dalla palestra e la corsa, non ci sono strutture che possano ospitare adeguatamente gli scalzisti. Non se ne fa menzione in nessuna rivista di Fitness, e non viene mai suggerita dal medico, che sia esso uno "specialista" (podologo) oppure no.
Quindi di contro le persone non la considerano un'attività salutista o comunque "possibile" causa disinformazione… il risultato è che appare "strana" perché non si conosce (e quello che non si conosce si teme a priori).
La scarpa è uno status sociale.
E' un elemento indispensabile di moda e di attenzione; il fatto di non averlo (o non considerarlo così importante) "ci rende diversi", e si torna la punto di prima (diverso=pericoloso).
Ho visto in pieno agosto ragazze e ragazzi che naturalmente in spiaggia usano le infradito, ma la sera o per passeggiare in paese si rimettevano le scarpe da tennis, le quali naturalmente non erano certo "anonime".
Paura di "contaminazione".
Qui si può distinguere chi proprio ha paura (come fobia) a svolgere una qualsiasi attività che possa anche solamente metterlo in contatto con germi e batteri, e chi semplicemente ha "schifo" anche solo a toccare un qualcosa che potrebbe essere sporco. Per una sorta di "transfer emozionale" non possono vedere persone che svolgono mansioni che loro non farebbero per questo preciso motivo.
La paura giustificata di pesticci, inquinamento acquifero, inquinamento dell'aria, e peggio ancora (ahimè nucleare) ha portato le persone a vedere le attività in qui si rimane a contatto "con lo sporco" come nociva e pericolosa, e come ben sappiamo la nostra attività ci mette a contatto con il terreno, e l'avere le piante dei piedi beatamente nere dalle nostre camminate per alcune persone è intollerabile.
Anche qui c'è mancanza di informazione; ricordo benissimo una puntata della "Gaia Scienza" in cui analizzavano la famosa regola dei 3 secondi (se ti cade da mangiare per terra e lo raccogli entro 3 sec. non si è ancora contaminato): hanno messo in coltura dei cibi lasciati cadere sia all'aperto che al chiuso, e hanno dimostrato che addirittura un marciapiede all'aperto ha meno microbi che il pavimento del loro laboratorio.
Mi sono dilungato abbastanza… anzi, manca la parte principale: il credere che ci possano essere dei motivi validi per cui il camminare scalzi non possa essere fatto.
2Feet- Numero di messaggi : 150
Data d'iscrizione : 09.04.11
Re: I limiti nella nostra testa
2Feet ha scritto:Ho seguito con interessa la discussione, e volevo condividere con voi alcune idee che mi sono fatto del perché alcune persone sono "intolleranti " nei confronti degli "Scalzisti".
Prima di tutto è un'attività "non sponsorizzata".
Diversamente dall'andare in bicicletta, oppure dalla palestra e la corsa, non ci sono strutture che possano ospitare adeguatamente gli scalzisti. Non se ne fa menzione in nessuna rivista di Fitness, e non viene mai suggerita dal medico, che sia esso uno "specialista" (podologo) oppure no.
Quindi di contro le persone non la considerano un'attività salutista o comunque "possibile" causa disinformazione… il risultato è che appare "strana" perché non si conosce (e quello che non si conosce si teme a priori).
La scarpa è uno status sociale.
E' un elemento indispensabile di moda e di attenzione; il fatto di non averlo (o non considerarlo così importante) "ci rende diversi", e si torna la punto di prima (diverso=pericoloso).
Ho visto in pieno agosto ragazze e ragazzi che naturalmente in spiaggia usano le infradito, ma la sera o per passeggiare in paese si rimettevano le scarpe da tennis, le quali naturalmente non erano certo "anonime".
Paura di "contaminazione".
Qui si può distinguere chi proprio ha paura (come fobia) a svolgere una qualsiasi attività che possa anche solamente metterlo in contatto con germi e batteri, e chi semplicemente ha "schifo" anche solo a toccare un qualcosa che potrebbe essere sporco. Per una sorta di "transfer emozionale" non possono vedere persone che svolgono mansioni che loro non farebbero per questo preciso motivo.
La paura giustificata di pesticci, inquinamento acquifero, inquinamento dell'aria, e peggio ancora (ahimè nucleare) ha portato le persone a vedere le attività in qui si rimane a contatto "con lo sporco" come nociva e pericolosa, e come ben sappiamo la nostra attività ci mette a contatto con il terreno, e l'avere le piante dei piedi beatamente nere dalle nostre camminate per alcune persone è intollerabile.
Anche qui c'è mancanza di informazione; ricordo benissimo una puntata della "Gaia Scienza" in cui analizzavano la famosa regola dei 3 secondi (se ti cade da mangiare per terra e lo raccogli entro 3 sec. non si è ancora contaminato): hanno messo in coltura dei cibi lasciati cadere sia all'aperto che al chiuso, e hanno dimostrato che addirittura un marciapiede all'aperto ha meno microbi che il pavimento del loro laboratorio.
Mi sono dilungato abbastanza… anzi, manca la parte principale: il credere che ci possano essere dei motivi validi per cui il camminare scalzi non possa essere fatto.
Direi che sono totalmente d'accordo, anzi l'argomento è stato secondo me, esaminato in modo originale ed insolito.
Dunque, come solo le new entryes non sanno, io sono cagliaritano.
Il Primo Maggio a Cagliari c'è la Sagra di S. Efisio e se non sapete cos'è, vedete un po': http://www.festadisantefisio.it/
Bene, io dal 1969 ogni anno faccio le foto ai miei amici di Cabras (https://www.facebook.com/pages/Gruppo-Folk-Gli-Scalzi-di-Cabras/49000368937?sk=photos) e se volete sentire i commenti della gente al vedere persone scalze, vi assicuro che in 1h e 30' di cammino, ne fate scorta per un anno!!
Tutti i commenti più divertiti, scandalizzati, schifati e assurdi, sono lì e vi assicuro che ne becco buona parte anch'io perché ovviamente vado scalzo.
bfpaul
Dunque, come solo le new entryes non sanno, io sono cagliaritano.
Il Primo Maggio a Cagliari c'è la Sagra di S. Efisio e se non sapete cos'è, vedete un po': http://www.festadisantefisio.it/
Bene, io dal 1969 ogni anno faccio le foto ai miei amici di Cabras (https://www.facebook.com/pages/Gruppo-Folk-Gli-Scalzi-di-Cabras/49000368937?sk=photos) e se volete sentire i commenti della gente al vedere persone scalze, vi assicuro che in 1h e 30' di cammino, ne fate scorta per un anno!!
Tutti i commenti più divertiti, scandalizzati, schifati e assurdi, sono lì e vi assicuro che ne becco buona parte anch'io perché ovviamente vado scalzo.
bfpaul
Re: I limiti nella nostra testa
paolo fratter ha scritto:Concordo assolutamente con quanto detto da Elan. Premesso che tutti noi siamo pienamente e giustamente consapevoli del fatto che andando scalzi non facciamo nulla di male nè di s conveniente, purtuttavia dobbiamo sempre considerare di essere una esigua minoranza che mette in pratica un qualcosa di inusuale o quantomeno, diciamo così, di bizzarro e fuori da ogni convenzione, anche se poi alla fin fine non è così...perchè vivere scalzi dovrebbe in teoria essere la cosa più naturale e bella di questo mondo! Detto questo dobbiamo giocoforza mettere in conto che tra il 99% di quelli che vanno sempre calzati il vedere una o più persone girare a piedi nudi per strada o quantomeno in un contesto dove dovrebbe essere normale girare calzati (...ovviamente non al mare o in spiaggia..!!!) possa umanamente suscitare in essi una gamma infinita di reazioni tra le più varie e disparate tra loro. Ci sarà che ci ammirerà (...pochi per la verità), chi ci guarderà con innocente curiosità o ironia, chi ci ignorerà del tutto, ma anche chi (vuoi per scarsa apertura mentale, intransigenza, intolleranza, grettezza, o forse anche malcelata e inconscia invidia) ci criticherà, ci deriderà o ci condannerà del tutto. Orrore...a piedi nudi in strada...orrore guarda che piedi neri...orrore chissà che schifezze pesteranno....orrore, guarda che maleducato....l'ooohhhh stupito e incredulo dei bambini..mamma guarda quello è scalzo...e allora??? Che ci possiamo fare....nulla! Non possiamo certo cambiare la testa della gente o quantomeno pretendere che tutti ci ammirino e ci dicano bravi! Certamente è più che giusto fare valere sì i nostri diritti e le nostre ragioni, ma pur sempre in contesti che lo giustifichino pienamente, senza però innescare feroci polemiche, crociate inutili e controproducenti o, come dice sopra Guido, partire a testa bassa e colpire come arieti! Difenderci sì ma con serenità, pacatezza e anche un po' di ironia, per non passare poi dalla parte del torto. Certamente doveroso è pretendere un minimo di tolleranza dalla società....ma un po' do tollerenza anche da parte nostra! In conclusione continuiamo assolutamente ad andarcene in giro scalzi, da soli o in compagnia, non scoraggiamoci, e nel contempo cerchiamo di farlo con la massima naturalrezza, tranquillità e serenità possibile, per non rovinarci la gioia e il piacere che lo scalzismo ci riserva, senza farci le cosiddette "seghe mentali" e soprattutto con tanto spirito ed ironia ....e sono sicuro che tutto questo ci aiuterà moltissimo!
Saluti a tutti.
Paolo F.
Leggendo un pò le risposte mi sono accorto di essermi spiegato male nel mio intervento, non volevo assolutamente invitare ad innescare polemiche o a fare gli "arieti" come citato da qualcun altro e mancare di rispetto alle persone; sono d'accordo sul fatto che dobbiamo saper accettare le critiche e fare le cose con naturalezza e tranquillità.
La cosa con cui non mi trovavo d'accordo era solo il discorso del rispetto della sensibilità.
Tutti devono rispettare tutti, però andare scalzi non manca di rispetto a nessuno come già detto più volte; posso capire se una persona si calza in determinate occasioni perchè si sente a disagio o lo fa per non far soffrire una persona cara che si sentirebbe altrimenti criticata, però il discorso del rispetto secondo me qui non c'entra proprio.
Il rispetto si manifesta in altri modi e non certamente in quello di calzarsi perchè potremmo "dare fastidio" a qualcuno.
Mi trovo per questo pienamente d'accordo con quanto scritto da lucignolo.
Volendo ulteriormente estremizzare portando un altro esempio; se ad alcuni individui (come purtroppo già visto in alcuni servizi televisivi) danno fastidio ragazzi down o portatori di handicap nei locali pubblici, seguendo questo ragionamento del rispetto, non dovrebbero essere lasciati entrare, in quanto potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno che si potrebbe sentire a disagio.
Quindi condivido tutto quello che è stato detto sulla tranquillità e la pacatezza che ci deve accompagnare, ma chi pratica il barefooting deve essere veramente convinto che non fa niente di male, se no che si metta subito le scarpe e continui a seguire il gregge calzato.
E poi il rispetto per noi stessi e per la nostra felicità non deve essere inferiore a quello per gli altri, per cui se una costrizione può ostacolare la nostra felicità ne viene meno l'amore per noi stessi e la ricerca della "nostra" via.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: I limiti nella nostra testa
Mi sa che qui possiamo continuare a discutere in eterno, senza cavare il ragno dal buco ... Fare qualcosa di male, dare fastidio o mancare di rispetto sono cose molto diverse e purtroppo, salvo casi eclatanti, anche molto relative.
Se tu ti presentassi da me in ufficio, mettiamo in cerca di lavoro, in sandali e pantaloncini, io la considererei una mancanza di decoro e di rispetto verso di me, per cui non ti prenderei in considerazione. Non facevi niente di male e non davi fastidio (nel senso di cattivi odori o sgradevoli rumori), ma non eri "intonato".
Se, dopo mangiato ti dedichi ad una prolungata pulizia della cavità orale mediante stuzzicadenti ed io siedo al tavolo accanto, mi stomachi, anche se non mi stavi mancando di rispetto e non facevi nulla di male .... idem se accanto a me al bar aspetti il tuo caffè con il tuo bel stuzzicadenti infilato in bocca.
Magari a molti altri non daresti alcun fastidio, perchè, purtroppo, lo fanno in tanti e lo considerano normale.
Se guardi in te, scoprirai che ci sono cose, innocue, che, fatte da un altro nelle tue vicinanze, ti danno fastidio, anche se non sono mirate a darti fastidio.
A alcune persone, la persona scalza, magari al bar o al ritorante, può dare fastidio, per una associazione di idee anche del tutto inconscia. A molte persone può dare fastidio una persona scalza in determinati luoghi. Credo però, sinceramente, che questi siano casi poco frequenti, il più delle volte è semplicemente guardata con stupore e diffidenza.
Se la cosa cominciasse ad essere frequente, un fenomeno in epansione, probabilmente desterebbe sempre meno meraviglia e anche sempre meno disappunto in una minoranza di spettatori.
Sta a te decidere fino a che punto fregartene, se dare spiegazioni, se dare rispostacce... l'importante è che tu ti senta a tuo agio.
Credo che sia talmente ovvio che sono indeciso se cancellare questo post prima di spedirlo.
Se tu ti presentassi da me in ufficio, mettiamo in cerca di lavoro, in sandali e pantaloncini, io la considererei una mancanza di decoro e di rispetto verso di me, per cui non ti prenderei in considerazione. Non facevi niente di male e non davi fastidio (nel senso di cattivi odori o sgradevoli rumori), ma non eri "intonato".
Se, dopo mangiato ti dedichi ad una prolungata pulizia della cavità orale mediante stuzzicadenti ed io siedo al tavolo accanto, mi stomachi, anche se non mi stavi mancando di rispetto e non facevi nulla di male .... idem se accanto a me al bar aspetti il tuo caffè con il tuo bel stuzzicadenti infilato in bocca.
Magari a molti altri non daresti alcun fastidio, perchè, purtroppo, lo fanno in tanti e lo considerano normale.
Se guardi in te, scoprirai che ci sono cose, innocue, che, fatte da un altro nelle tue vicinanze, ti danno fastidio, anche se non sono mirate a darti fastidio.
A alcune persone, la persona scalza, magari al bar o al ritorante, può dare fastidio, per una associazione di idee anche del tutto inconscia. A molte persone può dare fastidio una persona scalza in determinati luoghi. Credo però, sinceramente, che questi siano casi poco frequenti, il più delle volte è semplicemente guardata con stupore e diffidenza.
Se la cosa cominciasse ad essere frequente, un fenomeno in epansione, probabilmente desterebbe sempre meno meraviglia e anche sempre meno disappunto in una minoranza di spettatori.
Sta a te decidere fino a che punto fregartene, se dare spiegazioni, se dare rispostacce... l'importante è che tu ti senta a tuo agio.
Credo che sia talmente ovvio che sono indeciso se cancellare questo post prima di spedirlo.
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: I limiti nella nostra testa
Elan ha scritto:
Se tu ti presentassi da me in ufficio, mettiamo in cerca di lavoro, in sandali e pantaloncini, io la considererei una mancanza di decoro e di rispetto verso di me, per cui non ti prenderei in considerazione. Non facevi niente di male e non davi fastidio (nel senso di cattivi odori o sgradevoli rumori), ma non eri "intonato".
Ma questo è ovvio, la nostra pratica non deve in alcun modo ledere il nostro interesse personale, penso che nessuno voglia finire a fare il senza tetto.
Elan ha scritto:
Se la cosa cominciasse ad essere frequente, un fenomeno in epansione, probabilmente desterebbe sempre meno meraviglia e anche sempre meno disappunto in una minoranza di spettatori.
Pensa che se qualche GURU della moda decidesse dall'oggi al domani che girare scalzi è trendy, molte persone non esiterebbero a scalzarsi
subito. Quando qualche anno fa qualcuno ha deciso che le donne devono indossare sandali senza calze anche in inverno, non poche fashion victims non hanno esitato a "soffrire" a Gennaio per via Montenapoleone con le scarpe aperte.
Scherzi a parte quello che noi possiamo fare è stato esaustivamente esplicato più volte all'interno del forum.
Elan ha scritto:
Sta a te decidere fino a che punto fregartene, se dare spiegazioni, se dare rispostacce... l'importante è che tu ti senta a tuo agio.
Credo che sia talmente ovvio che sono indeciso se cancellare questo post prima di spedirlo.
Certo, è questa la cosa importante, però penso che il discorso del rispetto per la sensibilità altrui possa per alcuni essere un appiglio per non ammettere a se' stessi che in quella determinata situazione ci si sente a disagio a presentarsi scalzi, cosa perfettamente legittima e comprensibile.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: I limiti nella nostra testa
In ultima analisi vorrei ulteriormente ribadire che il mio era SOLO un intervento puramente accademico, quello che dite voi è vero, ma secondo me le modalità che spingono verso certi comportamenti sono diversi.
Se io non vado ad un colloquio di lavoro scalzo è perchè so che non solo non verrei assunto,ma non verrei nemmeno fatto entrare.
Questo non vuol dire che lo faccio perchè non voglio urtare la sensibilità del datore di lavoro, ma dai ammettiamo che nessuno di noi lo fa veramente per quello.
Inoltre il discorso dei rutti e altro in pubblico vedrebbe in me un grande sostenitore se la SCIENZA dimostrasse che trattenerli farebbe male alla salute, come ha fatto con le scarpe. (anche se mi sembra abbastastanza intuitivo che tali attrezzi modifichino la biomeccanica della deambulazione fisiologica, sarebbe come legare un bastone al collo della giraffa per cercare di migliorarlo)
Quindi la teoria del rispetto va a farsi benedire in quanto la nostra salute deve essere sempre la cosa da privilegiare, è come se tutti fumassero e io per rispettare loro dovessi fumare.
Stabilito che i danni provocati dalle scarpe seppur noti sono meno palesi e gravi del fumo, è semplice e pacifico arrivare alla conclusione che a volte dobbiamo giungere a dei compromessi con la maggioranza della società e calzarci per interesse personale, del resto anche il nostro amico Giorgio si calza per non perdere clienti.
Penso che solo l'onestà e la collaborazione tra noi barefooter possa muovere anche solo un granello di sabbia alla volta e "aiutare" il potenziale nuovo "socio" a capire perchè fa bene camminare scalzi. A volte le polemiche nascono da incomprensioni che implicitamente il mezzo elettronico fa nascere (mi riferisco a quanto visto nell'altro forum). Se siamo uniti nel nostro cammino aiutiamo noi stessi e tutti i potenziali barefooter a sviluppare questa forza latente in loro che ancora non comprendono.
Se io non vado ad un colloquio di lavoro scalzo è perchè so che non solo non verrei assunto,ma non verrei nemmeno fatto entrare.
Questo non vuol dire che lo faccio perchè non voglio urtare la sensibilità del datore di lavoro, ma dai ammettiamo che nessuno di noi lo fa veramente per quello.
Inoltre il discorso dei rutti e altro in pubblico vedrebbe in me un grande sostenitore se la SCIENZA dimostrasse che trattenerli farebbe male alla salute, come ha fatto con le scarpe. (anche se mi sembra abbastastanza intuitivo che tali attrezzi modifichino la biomeccanica della deambulazione fisiologica, sarebbe come legare un bastone al collo della giraffa per cercare di migliorarlo)
Quindi la teoria del rispetto va a farsi benedire in quanto la nostra salute deve essere sempre la cosa da privilegiare, è come se tutti fumassero e io per rispettare loro dovessi fumare.
Stabilito che i danni provocati dalle scarpe seppur noti sono meno palesi e gravi del fumo, è semplice e pacifico arrivare alla conclusione che a volte dobbiamo giungere a dei compromessi con la maggioranza della società e calzarci per interesse personale, del resto anche il nostro amico Giorgio si calza per non perdere clienti.
Penso che solo l'onestà e la collaborazione tra noi barefooter possa muovere anche solo un granello di sabbia alla volta e "aiutare" il potenziale nuovo "socio" a capire perchè fa bene camminare scalzi. A volte le polemiche nascono da incomprensioni che implicitamente il mezzo elettronico fa nascere (mi riferisco a quanto visto nell'altro forum). Se siamo uniti nel nostro cammino aiutiamo noi stessi e tutti i potenziali barefooter a sviluppare questa forza latente in loro che ancora non comprendono.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: I limiti nella nostra testa
però penso che il discorso del rispetto per la sensibilità altrui possa per alcuni essere un appiglio per non ammettere a se' stessi che in quella determinata situazione ci si sente a disagio a presentarsi scalzi,
Mi dovresti ora spiegare, perchè mai qualcuno dovrebbe sentirsi costretto a fare una cosa se si sente a disagio nel farla ... non siamo mica in missione per conto di Dio
La mia filosofia è semplice: se il piacere supera il disagio sto scalzo, altrimenti non ci penso proprio.
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: I limiti nella nostra testa
Elan ha scritto:però penso che il discorso del rispetto per la sensibilità altrui possa per alcuni essere un appiglio per non ammettere a se' stessi che in quella determinata situazione ci si sente a disagio a presentarsi scalzi,
Mi dovresti ora spiegare, perchè mai qualcuno dovrebbe sentirsi costretto a fare una cosa se si sente a disagio nel farla ... non siamo mica in missione per conto di Dio
La mia filosofia è semplice: se il piacere supera il disagio sto scalzo, altrimenti non ci penso proprio.
Magari qualcuno non vuole ammettere a sè stesso di avere paura in determinate situazioni, tutto qui.
Comunque erano solo riflessioni, mi rendo conto magari un pò tediose, sulle motivazioni che ci spingono ad agire in determinati modi a seconda delle situazioni, dal momento che ho avuto modo di discutere con un amico che ha studiato psicologia e mi ha offerto spunti proprio riguardo a questi argomenti.
Sono invece perfettamente d'accordo con te riguardo alla tua ultima osservazione.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: I limiti nella nostra testa
Credo che sia talmente ovvio che sono indeciso se cancellare questo post prima di spedirlo
Trovo invece che nella sua semplicità tu hai espresso esattamente il mio pensiero che mi sembra che possa essere condiviso da tutte le persone di buon senso.
La mia filosofia è semplice: se il piacere supera il disagio sto scalzo, altrimenti non ci penso proprio.
Altra ovvietà del tutto condivisibile anche se a volte qualcuno se ne dimentica.
Ciao
Andrea
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Andrea77 ha scritto:Credo che sia talmente ovvio che sono indeciso se cancellare questo post prima di spedirlo
Trovo invece che nella sua semplicità tu hai espresso esattamente il mio pensiero che mi sembra che possa essere condiviso da tutte le persone di buon senso.La mia filosofia è semplice: se il piacere supera il disagio sto scalzo, altrimenti non ci penso proprio.
Altra ovvietà del tutto condivisibile anche se a volte qualcuno se ne dimentica.
Ciao
Andrea
Attenzione però:
L'ultima affermazione è incompleta:
<dovrebbe essere: sto scalzo se il piacere supera il disagio e se in quella determinata situazione ritengo di non urtare la sensibilità di qualche calzato>
altrimenti sarebbe in contraddizione con tutto il discorso fatto precedentemente.
La mia filosofia invece è :
sto scalzo se il piacere supera il disagio e se qualcuno sviene alla vista di un piede nudo è ora che si affidi ad un buon psicologo!!
Alessio
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
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