Paure: facciamo il punto
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Paure: facciamo il punto
Visto che l'altro topic è diventato troppo lungo e ogni tanto sbanda, ricominciamo.
1) viviamo in una società di calzati, dove la pubblicità e la persuasione occulta ci spinge ad indossare le scarpe in ogni luogo ed in ogni momento, ma ci spinge anche ad avere uno o meglio due cellulari, a cambiarli almeno una volta all'anno, eccetera eccetera.
2) ci sono comportamenti che sono codificati ed accettati da tutti (non si gira nudi per le strade, non si sputa addosso alla gente, ecc.) e chi li viola è sanzionato dalla legge o, qualora il comportamento non si configuri come reato, dalla riprovazione generale.
3) ci sono comportamenti che sono tenuti solo da una minoranza, ma che sono ammessi e/o tollerati, salvo da un piccolo gruppo di intolleranti. Ad esempio portare tatuaggi vistosi, indossare pantaloni col cavallo all'altezza delle ginocchia, andare solo in bicicletta e non possedere l'auto, eccetera. Spesso chi adotta questi comportamenti si aggrega in "tribù" sociali, codificate (un'associazione di ciclisti) o totalmente senza regole (quelli che usano un certo codice di abbigliamento: si identificano come membri di un gruppo sociale ma non hanno associazioni codificate).
4) Gli intolleranti verso gli appartenenti a queste "tribù" vengono stigmatizzati dalla società e bollati, di volta in volta, come razzisti o semplicemente come poveri imbecilli.
5) Chi appartiene ad una di queste tribù minoritarie, e ne mostra in pubblico i segni distintivi, quando è fuori dalla protezione psicologica del gruppo ed è isolato, istintivamente si sente a disagio, anche se sa di non fare nulla di riprovevole. E' un retaggio istintivo di tempi lontani, quando l'uomo primitivo, con al collo la conchiglia che lo identifica come membro della sua tribù, si trovava di colpo solo in mezzo ad un gruppo armato con il segno distintivo (un osso) della tribù rivale. Un certo disagio, diciamo una fifa blù di lasciarci le penne, era comprensibile. Ancora oggi, sotto il vestiti (e le scarpe) dell'uomo civilizzato, certi istinti apparentemente sopiti spuntano fuori quando meno te lo aspetti. A volte è difficile non sentirsi a disagio, in metropolitana, vestiti (a settembre) da valletti del '700, anche se è il costume obbligatorio dei fattorini che, a Roma, consegnano gli abbonamenti a domicilio del Teatro dell'Opera. In fondo uno sta facendo il suo lavoro. E allora? Cosa sono tutti quegli sguardi? E l'uomo primitivo che è in noi incomincia a percepire nelle mani dei passeggeri lance e pugnali. E' illogico, direbbe Spock, ma senza un certo sforzo di volontà è difficile togliersi quel senso di inquietudine.
6) capita a volte che un intollerante, riesca a trascinare con il suo discorso logico un po' di persone, in quanto il discorso è assolutamente coerente nella sua logica, ha solo il punto di partenza sbagliato. Basta riportare lì il discorso e far notare l'incongruenza e si vede subito come la gente cambi immediatamente atteggiamento. (Ma insomma, è intollerabile che quello spaventi i bambini con i suoi tatuaggi, e immorale che si permetta ad una persona di terrorizzare i bambini... Guardi che noi bambini non siamo spaventati dai tatuaggi, ma dalle sue urla beluine.)
Qui scatta un altro meccanismo sociale: il gruppo è meno intelligente delle persone che lo compongono. Come un leader violento può portare un gruppo di ragazzi al pestaggio di un innocuo barbone, un intollerante con la voce grossa da leader può stimolare l'atteggiamento gregario di alcune persone e portarle a seguirle nella sua azione, in sé riprovevole di attacco censorio, quando non di violenza, verso un membro della minoranza a lui sgradita.
Ma, attenzione! La riuscita dell'attacco necessita di una condizione indispensabile: che la vittima prescelta assuma la condizione psicologica, e quindi gli atteggiamenti, della vittima, si lasci cioè attaccare senza reagire. Io definisco questo l'atteggiamento della preda o dell'agnello. Se invece la persona attaccata si mostra anch'egli altrettanto aggressiva, lo scontro "predatore leader + seguaci" contro "preda" si trasforma in uno scontro per il territorio tra due leader predatori, mentre gli altri stanno a guardare in attesa di seguire il vincitore. Come attirarli a sé? Mostrando che il vero pericolo è l'altro. Dato che lo scontro non è mai fisico, ma dialettico, la strategia giusta è spostare immediatamente il discorso dal proprio comportamento ("diverso" ma innocuo e legale) al comportamento moralmente condannabile dell'intollerante; il sottotesto, che non deve essere dichiarato, ma sotteso in modo che gli altri lo percepiscano come un pensiero proprio, deve essere: "Oggi quello aggredisce per un tatuaggio (un piede nudo, un capello rasta, una pelle di colore diverso, ecc.) domani potrebbe aggredire me per i miei occhi marroni o i pantaloni a vita bassa." Se questo discorso arriva, è fatta.
7) Ci sono persone che hanno paure e paranoie ingiustificate, che si configurano a volte in patologie ben precise: agorafobia, claustrofobia, paura di volare, tra le più conosciute. Sono paure irrazionali, che portano alla persona sofferenze e privazioni facilmente evitabili. In forma leggera, tutte le persone normali ne hanno qualcuna e con un po' di autoanalisi possono facilmente superarle. Altro discorso, cheesula da questo post, quelle gravi, che hanno bisogno di interventi di specialisti.
8] Un gimnopodista (era tanto che non si usava questo termine, smettiamo di fare i provinciali che usano termini inglesi a sproposito) fa parte di una minoranza troppo piccola, la sua tribù è troppo sparsa per dargli il conforto e la sicurezza del gruppo e quindi, soprattutto agli inizi, è normale che si faccia prendere da piccole paranoie. E se mi vedono, cosa penserà la gente, se entro in quel negozio mi butteranno fuori? Poi viene un percorso personale di crescita che un po' alla volta ci porta a vincere queste paure. Non succede solo con lo scalzismo, ma per ogni attività umana. Tutti ricordano le paure adolescenziali di dichiararsi alla persona amata in silenzio. Poi, crescendo, ci si è accorti che dichiararsi non provoca cataclismi, che prendersi un due di picche non è la fine del mondo, ma che quando invece la persona dice sì, WOW!!! Ma quello che non si fa mai avanti e si autoinganna dicendosi sicuro, anche davanti ad evidenti prove contrarie, che riceverà un no, beh, si perde qualcosa di molto bello.
9) Sperimentare o fasciarsi la testa? Torniamo ai nostri adolescenti: chi si da perdente in partenza, assume un atteggiamento colpevole, come se avere un infatuazione e, peggio, dichiararla fosse un reato da pena capitale. Così, anche se, spinto dagli altri, provasse a dichiararsi, il suo atteggiamento di uno che si vergogna del "reato" che sta commettendo, gli toglierebbe ogni possibilità di successo. E quindi finisce per fasciarsi la testa prima di rompersela, teorizzando che l'intero universo delle persone dell'altro sesso (o del proprio, dipende dai gusti) non solo gli dirà sempre e solo no, ma lo picchierà pure. Questa si chiama paranoia. In forma leggera, ripeto, ne soffre in un modo o nell'altro ogni persona normale e sana di mente. E' una forma così leggera che un giorno scatta qualcosa, si osa l'inosabile e funziona! E allora si acquista sicurezza, le paure svaniscono e la vita diventa meravigliosa. Non si invidia più l'amico/a sicuro di sé, siamo noi quelli sicuri di sé, la vita ci sorride... fino a che non ci inventiamo un'altra piccola paranoia ed il giro ricomincia.
10) Tra i soci, i postanti e i semplici lettori di questo forum possiamo individuare tre tipologie psicologiche: il primo è il lupo di mare rotto a tutte le esperienze, che è andato anche all'Opera scalzo e che NON è stato buttato fuori, oppure se ne va in giro scalza per il mondo con al seguito due figli altrettanto scalzi e quindi SA, per aver toccato con mano, che certe paranoie non hanno riscontri reali. Poi abbiamo l'esploratore neofita, che si trova a scoprire un territorio nuovo, attraente ma sconosciuto, di cui non conosce i pericoli e che quindi si muove con prudenza, circospezione e una certa naturale e giustificatissima fifa. Il terzo tipo, ahimè, è la "Testa fasciata", che, pur muovendosi bene scalzo in un territorio delimitato e/o con la protezione del gruppo, non osa esplorare i territori sconosciuti, proclamandoli sicuramente pericolosi e addirittura mortali, ignorando sia i resoconti degli altri esploratori, sia la realtà dei fatti di quando, suo malgrado, si trova in questi luoghi da lui ritenuti pericolosi e mortali e che invece si rivelano innocui e piacevoli. Diventa quindi difficile, per i lupi di mare, rassicurare i neofiti e spingerli ad esplorare nuovi territori, quando le Teste fasciate trasmettono le loro paure ingiustificate. E il lupi di mare un po' si incazzano. Però questo non toglie che rimangano disponibili, anche quando minacciano dimissioni, ad aiutare le Teste fasciate a vincere le proprie paure.
11) Una Testa fasciata può vincere la sua paranoia, ma può farlo solo trovando in se stesso la forza per vincerla. Un lupo di mare, ma anche un esploratore neofita, potrò dargli uno stimolo, magari portandolo a ristorante e mostrandoli l'entusiasmo della cinesina per il suo scalzismo, ma nessun fatto, nessuna realtà oggettiva potrà scalfire il muro di paura che uno ha dentro, se non si decide di abbatterlo, anche un po' alla volta, da dentro.
12) Sono stato una Testa fasciata da adolescente nei rapporti con le ragazze, sono stato una Testa fasciata agli inizi della mia carriera lavorativa e questo l'ha condizionata negativamente facendola decollare con molto ritardo, nonostante tutti si chiedessero perché, malgrado il mio talento indiscusso e superiore a quelli che andavano avanti, restassi al palo. Non sono e non sarò una Testa fasciata per lo scalzismo (grazie, ho già dato), ma vorrei che altri non soffrissero come ho sofferto io la condizione di Testa fasciata. E per questo da parte mia ci sarà sempre una mano tesa... o un bel calcione nel sedere, che spesso è più utile, parlo ancora per esperienza personale, a sbloccare certe paranoie. Personalmente sono molto grato a chi, al momento giusto, mi ha fato quel calcione che mi ha letteralmente lanciato sulla via del superamento della paranoia.
P.s.: per la serie predicare bene e razzolare male, siate brevi, I post lunghi annoiano.
1) viviamo in una società di calzati, dove la pubblicità e la persuasione occulta ci spinge ad indossare le scarpe in ogni luogo ed in ogni momento, ma ci spinge anche ad avere uno o meglio due cellulari, a cambiarli almeno una volta all'anno, eccetera eccetera.
2) ci sono comportamenti che sono codificati ed accettati da tutti (non si gira nudi per le strade, non si sputa addosso alla gente, ecc.) e chi li viola è sanzionato dalla legge o, qualora il comportamento non si configuri come reato, dalla riprovazione generale.
3) ci sono comportamenti che sono tenuti solo da una minoranza, ma che sono ammessi e/o tollerati, salvo da un piccolo gruppo di intolleranti. Ad esempio portare tatuaggi vistosi, indossare pantaloni col cavallo all'altezza delle ginocchia, andare solo in bicicletta e non possedere l'auto, eccetera. Spesso chi adotta questi comportamenti si aggrega in "tribù" sociali, codificate (un'associazione di ciclisti) o totalmente senza regole (quelli che usano un certo codice di abbigliamento: si identificano come membri di un gruppo sociale ma non hanno associazioni codificate).
4) Gli intolleranti verso gli appartenenti a queste "tribù" vengono stigmatizzati dalla società e bollati, di volta in volta, come razzisti o semplicemente come poveri imbecilli.
5) Chi appartiene ad una di queste tribù minoritarie, e ne mostra in pubblico i segni distintivi, quando è fuori dalla protezione psicologica del gruppo ed è isolato, istintivamente si sente a disagio, anche se sa di non fare nulla di riprovevole. E' un retaggio istintivo di tempi lontani, quando l'uomo primitivo, con al collo la conchiglia che lo identifica come membro della sua tribù, si trovava di colpo solo in mezzo ad un gruppo armato con il segno distintivo (un osso) della tribù rivale. Un certo disagio, diciamo una fifa blù di lasciarci le penne, era comprensibile. Ancora oggi, sotto il vestiti (e le scarpe) dell'uomo civilizzato, certi istinti apparentemente sopiti spuntano fuori quando meno te lo aspetti. A volte è difficile non sentirsi a disagio, in metropolitana, vestiti (a settembre) da valletti del '700, anche se è il costume obbligatorio dei fattorini che, a Roma, consegnano gli abbonamenti a domicilio del Teatro dell'Opera. In fondo uno sta facendo il suo lavoro. E allora? Cosa sono tutti quegli sguardi? E l'uomo primitivo che è in noi incomincia a percepire nelle mani dei passeggeri lance e pugnali. E' illogico, direbbe Spock, ma senza un certo sforzo di volontà è difficile togliersi quel senso di inquietudine.
6) capita a volte che un intollerante, riesca a trascinare con il suo discorso logico un po' di persone, in quanto il discorso è assolutamente coerente nella sua logica, ha solo il punto di partenza sbagliato. Basta riportare lì il discorso e far notare l'incongruenza e si vede subito come la gente cambi immediatamente atteggiamento. (Ma insomma, è intollerabile che quello spaventi i bambini con i suoi tatuaggi, e immorale che si permetta ad una persona di terrorizzare i bambini... Guardi che noi bambini non siamo spaventati dai tatuaggi, ma dalle sue urla beluine.)
Qui scatta un altro meccanismo sociale: il gruppo è meno intelligente delle persone che lo compongono. Come un leader violento può portare un gruppo di ragazzi al pestaggio di un innocuo barbone, un intollerante con la voce grossa da leader può stimolare l'atteggiamento gregario di alcune persone e portarle a seguirle nella sua azione, in sé riprovevole di attacco censorio, quando non di violenza, verso un membro della minoranza a lui sgradita.
Ma, attenzione! La riuscita dell'attacco necessita di una condizione indispensabile: che la vittima prescelta assuma la condizione psicologica, e quindi gli atteggiamenti, della vittima, si lasci cioè attaccare senza reagire. Io definisco questo l'atteggiamento della preda o dell'agnello. Se invece la persona attaccata si mostra anch'egli altrettanto aggressiva, lo scontro "predatore leader + seguaci" contro "preda" si trasforma in uno scontro per il territorio tra due leader predatori, mentre gli altri stanno a guardare in attesa di seguire il vincitore. Come attirarli a sé? Mostrando che il vero pericolo è l'altro. Dato che lo scontro non è mai fisico, ma dialettico, la strategia giusta è spostare immediatamente il discorso dal proprio comportamento ("diverso" ma innocuo e legale) al comportamento moralmente condannabile dell'intollerante; il sottotesto, che non deve essere dichiarato, ma sotteso in modo che gli altri lo percepiscano come un pensiero proprio, deve essere: "Oggi quello aggredisce per un tatuaggio (un piede nudo, un capello rasta, una pelle di colore diverso, ecc.) domani potrebbe aggredire me per i miei occhi marroni o i pantaloni a vita bassa." Se questo discorso arriva, è fatta.
7) Ci sono persone che hanno paure e paranoie ingiustificate, che si configurano a volte in patologie ben precise: agorafobia, claustrofobia, paura di volare, tra le più conosciute. Sono paure irrazionali, che portano alla persona sofferenze e privazioni facilmente evitabili. In forma leggera, tutte le persone normali ne hanno qualcuna e con un po' di autoanalisi possono facilmente superarle. Altro discorso, cheesula da questo post, quelle gravi, che hanno bisogno di interventi di specialisti.
8] Un gimnopodista (era tanto che non si usava questo termine, smettiamo di fare i provinciali che usano termini inglesi a sproposito) fa parte di una minoranza troppo piccola, la sua tribù è troppo sparsa per dargli il conforto e la sicurezza del gruppo e quindi, soprattutto agli inizi, è normale che si faccia prendere da piccole paranoie. E se mi vedono, cosa penserà la gente, se entro in quel negozio mi butteranno fuori? Poi viene un percorso personale di crescita che un po' alla volta ci porta a vincere queste paure. Non succede solo con lo scalzismo, ma per ogni attività umana. Tutti ricordano le paure adolescenziali di dichiararsi alla persona amata in silenzio. Poi, crescendo, ci si è accorti che dichiararsi non provoca cataclismi, che prendersi un due di picche non è la fine del mondo, ma che quando invece la persona dice sì, WOW!!! Ma quello che non si fa mai avanti e si autoinganna dicendosi sicuro, anche davanti ad evidenti prove contrarie, che riceverà un no, beh, si perde qualcosa di molto bello.
9) Sperimentare o fasciarsi la testa? Torniamo ai nostri adolescenti: chi si da perdente in partenza, assume un atteggiamento colpevole, come se avere un infatuazione e, peggio, dichiararla fosse un reato da pena capitale. Così, anche se, spinto dagli altri, provasse a dichiararsi, il suo atteggiamento di uno che si vergogna del "reato" che sta commettendo, gli toglierebbe ogni possibilità di successo. E quindi finisce per fasciarsi la testa prima di rompersela, teorizzando che l'intero universo delle persone dell'altro sesso (o del proprio, dipende dai gusti) non solo gli dirà sempre e solo no, ma lo picchierà pure. Questa si chiama paranoia. In forma leggera, ripeto, ne soffre in un modo o nell'altro ogni persona normale e sana di mente. E' una forma così leggera che un giorno scatta qualcosa, si osa l'inosabile e funziona! E allora si acquista sicurezza, le paure svaniscono e la vita diventa meravigliosa. Non si invidia più l'amico/a sicuro di sé, siamo noi quelli sicuri di sé, la vita ci sorride... fino a che non ci inventiamo un'altra piccola paranoia ed il giro ricomincia.
10) Tra i soci, i postanti e i semplici lettori di questo forum possiamo individuare tre tipologie psicologiche: il primo è il lupo di mare rotto a tutte le esperienze, che è andato anche all'Opera scalzo e che NON è stato buttato fuori, oppure se ne va in giro scalza per il mondo con al seguito due figli altrettanto scalzi e quindi SA, per aver toccato con mano, che certe paranoie non hanno riscontri reali. Poi abbiamo l'esploratore neofita, che si trova a scoprire un territorio nuovo, attraente ma sconosciuto, di cui non conosce i pericoli e che quindi si muove con prudenza, circospezione e una certa naturale e giustificatissima fifa. Il terzo tipo, ahimè, è la "Testa fasciata", che, pur muovendosi bene scalzo in un territorio delimitato e/o con la protezione del gruppo, non osa esplorare i territori sconosciuti, proclamandoli sicuramente pericolosi e addirittura mortali, ignorando sia i resoconti degli altri esploratori, sia la realtà dei fatti di quando, suo malgrado, si trova in questi luoghi da lui ritenuti pericolosi e mortali e che invece si rivelano innocui e piacevoli. Diventa quindi difficile, per i lupi di mare, rassicurare i neofiti e spingerli ad esplorare nuovi territori, quando le Teste fasciate trasmettono le loro paure ingiustificate. E il lupi di mare un po' si incazzano. Però questo non toglie che rimangano disponibili, anche quando minacciano dimissioni, ad aiutare le Teste fasciate a vincere le proprie paure.
11) Una Testa fasciata può vincere la sua paranoia, ma può farlo solo trovando in se stesso la forza per vincerla. Un lupo di mare, ma anche un esploratore neofita, potrò dargli uno stimolo, magari portandolo a ristorante e mostrandoli l'entusiasmo della cinesina per il suo scalzismo, ma nessun fatto, nessuna realtà oggettiva potrà scalfire il muro di paura che uno ha dentro, se non si decide di abbatterlo, anche un po' alla volta, da dentro.
12) Sono stato una Testa fasciata da adolescente nei rapporti con le ragazze, sono stato una Testa fasciata agli inizi della mia carriera lavorativa e questo l'ha condizionata negativamente facendola decollare con molto ritardo, nonostante tutti si chiedessero perché, malgrado il mio talento indiscusso e superiore a quelli che andavano avanti, restassi al palo. Non sono e non sarò una Testa fasciata per lo scalzismo (grazie, ho già dato), ma vorrei che altri non soffrissero come ho sofferto io la condizione di Testa fasciata. E per questo da parte mia ci sarà sempre una mano tesa... o un bel calcione nel sedere, che spesso è più utile, parlo ancora per esperienza personale, a sbloccare certe paranoie. Personalmente sono molto grato a chi, al momento giusto, mi ha fato quel calcione che mi ha letteralmente lanciato sulla via del superamento della paranoia.
P.s.: per la serie predicare bene e razzolare male, siate brevi, I post lunghi annoiano.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Ciao Rei,
devo farti i miei complimenti per questo post. Lo quoto in toto. Applausi poi per aver riassunto e messo insieme il tutto, che non e` poco.
La prima meta` mi ha fatto veramente sbaccanare dal ridere. Essermi ritrovata poi elencata fra i lupi di mare "rotti a ogni esperienza" mi ha fatto invece riflettere (ma e` cosi` eccezzionale andare in giro per il mondo scalzi da raggiungere la denominazione di lupo di mare???) e be` in effetti riflettendo.... detto cosi`.... , dai senza falsi complimenti, devo dire che anche li` l'analisi e` corretta. In ultimo si` hai ragione, a volte i calci in culo servono se uno li usa/sfrutta come spinta di accelerazione ma ci sono casi in cui anche questo puo` fallire... . Un caso particolare mi viene in mente e cioe` nel caso in cui queste persone non sono divenute genitori in eta` adulta e che quindi non hanno mai avuto la possibilita di essere(poter/dover essere) l'esempio vivente per i propri figli. Ci pensi a un padre che mostra al figlio di aver paura di andare scalzo fra la gente (????) o ad aver timore di quel che potrebbero pensare di lui? Ogni padre impara che le sue paure si trasmettono ai figli... e quindi automaticamente fa` per se` una lista di priorita` di cose di cui veramente bisogna insegnare al figlio ad aver paura e di cose dove la paura e` ridicola. Egli si concentrera` sulle prime e aiutera` il figlio a superare le seconde con un sorriso magari superando insieme le sue. Alcuni di noi non hanno avuto questa benedizione (magari altre eh...) e quindi posso anche comprendere se questi hanno piu` difficolta` di altri a lasciare sciocche paure per quel che sono. Il tempo, l'esperienza "ripetuta" e l'affetto dei lupi di mare, fara` il resto. Intanto resta per i newbe un piccolo conforto sentire magari che anche gimnopodisti gia` avanzati possano ancora avere timori..... o forse magari non e` nemmeno tanto "paura" ma si tratta solo di troppo "riguardo".
Ciao
C.S.
devo farti i miei complimenti per questo post. Lo quoto in toto. Applausi poi per aver riassunto e messo insieme il tutto, che non e` poco.
La prima meta` mi ha fatto veramente sbaccanare dal ridere. Essermi ritrovata poi elencata fra i lupi di mare "rotti a ogni esperienza" mi ha fatto invece riflettere (ma e` cosi` eccezzionale andare in giro per il mondo scalzi da raggiungere la denominazione di lupo di mare???) e be` in effetti riflettendo.... detto cosi`.... , dai senza falsi complimenti, devo dire che anche li` l'analisi e` corretta. In ultimo si` hai ragione, a volte i calci in culo servono se uno li usa/sfrutta come spinta di accelerazione ma ci sono casi in cui anche questo puo` fallire... . Un caso particolare mi viene in mente e cioe` nel caso in cui queste persone non sono divenute genitori in eta` adulta e che quindi non hanno mai avuto la possibilita di essere(poter/dover essere) l'esempio vivente per i propri figli. Ci pensi a un padre che mostra al figlio di aver paura di andare scalzo fra la gente (????) o ad aver timore di quel che potrebbero pensare di lui? Ogni padre impara che le sue paure si trasmettono ai figli... e quindi automaticamente fa` per se` una lista di priorita` di cose di cui veramente bisogna insegnare al figlio ad aver paura e di cose dove la paura e` ridicola. Egli si concentrera` sulle prime e aiutera` il figlio a superare le seconde con un sorriso magari superando insieme le sue. Alcuni di noi non hanno avuto questa benedizione (magari altre eh...) e quindi posso anche comprendere se questi hanno piu` difficolta` di altri a lasciare sciocche paure per quel che sono. Il tempo, l'esperienza "ripetuta" e l'affetto dei lupi di mare, fara` il resto. Intanto resta per i newbe un piccolo conforto sentire magari che anche gimnopodisti gia` avanzati possano ancora avere timori..... o forse magari non e` nemmeno tanto "paura" ma si tratta solo di troppo "riguardo".
Ciao
C.S.
Re: Paure: facciamo il punto
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Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:14 - modificato 1 volta.
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: Paure: facciamo il punto
Vorrei aggiungere qualcosa che può essere utile non solo alle Teste fasciate, ma a tutti noi. Anche se la statistica dice che i casi di intolleranza e/o di soprusi causati dal nostro scalzismo sono più rari delle mosche bianche e che quindi non devono condizionarci la vita, a volte succedono e si deve essere preparati ad affrontarli, proprio perché la (remota) possibilità che accadano non ci impedisca di vivere scalzi nella vita di tutti i giorni ogni volta che vogliamo e possiamo, senza inutili divieti autoimposti quando non ce ne sarebbe bisogno.
Mi richiamerei quindi ad un recente fatto di cronaca che esemplifica perfettamente quello che dovrebbe essere il nostro atteggiamento contro gli intolleranti.
Premetto che le motivazioni "ideologiche" che hanno generato il fatto nascono da due posizioni, ugualmente forti, motivate e contrastanti la cui trattazione esula da questo forum e che quindi porremo, per comodità di esempio, indipendentemente dalle nostre convinzioni, sullo stesso piano tecnico di opinioni contrastanti.
Ieri c'è stato un blitz della polizia in un ospedale dove si era appena effettuato un aborto terapeutico. Il blitz, per le sue modalità eccessive, ingiustificate e psicologicamente violente, si configura come un atto intimidatorio di stile mafioso.
(Non prendiamocela con i poliziotti, che probabilmente pensavano di fare altro: il vero responsabile sta a monte, nell'ombra.)
Come deve reagire la vittima di questo evidente sopruso?
Una personalità "suddito" (variante silenziosa della Testa fasciata che non esterna le sue paure ma si fa guidare da esse nel suo tentativo di "quieto vivere") avrebbe incassato silenziosamente l'atto intimidatorio e, capito ciò che vuole il prepotente di turno, avrebbe incominciato a comportarsi come l'intimidatore vorrebbe.
Una Testa fasciata non sarebbe stato mai vittima di quel sopruso, perché preventivamente avrebbe adottato il comportamento che il prepotente presumibilmente si aspetta.
Cosa hanno fatto invece le vittime?
Hanno usato la strategia migliore: hanno immediatamente denunciato il sopruso, SENZA entrare nel merito dell'appartenenza o meno ad uno schieramento, ma puntando solo sulle modalità dell'intimidazione, facendola riconoscere immediatamente come tale.
E questo atto di ribellione al sopruso, questo portare immediatamente in pubblico il fatto, ha ottenuto un risultato positivo.
Il punto infatti NON è essere abortisti o antiabortisti (problema che si affronta democraticamente nelle sedi appropriate) ma se certi metodi di intimidazione, qualunque siano le convinzioni etico-politiche-religiose delle parti interessate, siano tollerabili.
TUTTE le parti in causa, anche quella a cui crede di appartenere l'intollerante autore dell'intimidazione hanno reagito indignate: non una voce si è levata in difesa delle modalità del blitz. Questo perché un simile comportamento è percepito immediatamente come un attacco che un domani potrebbe colpire chiunque: oggi gli abortisti, domani gli evoluzionisti, dopodomani i sacerdoti che gestiscono mense per sfamare i poveri.
E quindi tutti, sentendo il pericolo, hanno fatto quanto in loro potere (soprattutto chi il potere ce l'ha e quindi si sente ancor più minacciato) per stroncare sul nascere certi atteggiamenti. Più silenziosamente, l'autore del sopruso verrà poi individuato, punito e messo in riga.
Sarebbe stato diverso se le vittime, atteggiandosi a vittime, o avessero subito in silenzio o, peggio ancora, avessero cominciato a protestare per una discriminazione per le loro idee. La discussione sarebbe degenerata in una battaglia pro e contro le idee e, come sperava il prepotente, il sopruso sarebbe passato liscio, anzi avrebbe creato un precedente che avrebbe incitato altri ad imitarlo. Si comincia così, poi si passa alle liste di proscrizione ed ai lager.
Che c'entra tutto questo con i gimnopodisti?
Semplice: anche noi, su una nave o in un albergo, possiamo essere vittime dell'attacco di un prepotente e avere un'idea su che atteggiamento tenere è molto utile. E' importante quindi scegliere la strategia adeguata per controbattere, soprattutto tenendo conto che il modo di vita che professiamo non è un movimento etico-politico-religioso con una controparte agguerrita che professa idee opposte alle nostre e che quindi giustifica non un sopruso, ma almeno uno schierarsi da una parte o dall'altra, ma un semplice e piacevole modo di (non) abbigliarsi con gli stessi diritti di esistenza e tolleranza che hanno coloro che portano orecchini, hanno tatuaggi o vestono con orrendi tessuti panterati. E questo rende MOLTO più grave, agli occhi della gente, un sopruso nei nostri confronti, sia perché non supportato da un impianto ideologico-etico-polico-religioso in cui uno potrebbe identificarsi, sia per il famoso pericolo percepito inconsciamente che un domani lo stesso sopruso potrebbe verificarsi per i tatuati, portatori di orecchini o vestiti panterati.
Proprio stamattina, parlando con una mia amica che mi ha sempre conosciuto come una persona tranquilla e pacata, abbiamo ricordato quando questa estate siamo entrati in una grande libreria. Una guardia giurata ha provato a bofonchiare qualcosa ed io l'ho subito interrotto bruscamente con questa frase:
"Non si inventi regolamenti che non esistono! Sono anni che vengo qui e nessuno ha mai fatto obiezioni!" abbaiata con un tono tagliente che avrebbe fatto nascondere sotto un tavolo dalla paura anche una tigre. (Ci vuole un po' di allenamento ma è un tono che si recita facilmente.)
Il poveraccio (un metro e novanta) si è rimpicciolito fino alle dimensioni di un topolino e ha squittito:
"Ah, se non hanno fatto obiezioni, non c'è problema..."
Nessuna discussione sul MIO scalzismo, nessuna giustificazione da parte mia per il MIO comportamento, ma una richiesta precisa e perentoria di giustificare il SUO comportamento.
Questo è l'atteggiamento giusto da tenere, ed io, essendone cosciente e preparato, ho potuto adottarlo fulmineamente. In pratica ho riportato la paura che attanaglia le Teste fasciate alla sua funzione originaria: un campanello d'allarme che prima ci mette in grado di prevedere un pericolo futuro, poi, al momento giusto, fa scattare un segnale d'allarme che ci fa reagire nel modo previsto.
Insomma: se sei una scimmia nuda nella savana, è normale avere paura dei leoni, quindi prendi le tue precauzioni, prepari le tue strategie di salvezza, e se arriva il leone le attui. Ma non per questo rinunci a vagare nella savana, magari per accoppiarti con quell'altra scimmia nuda che sembra interessante.
"Siate pronti" recita il motto degli Scout, e anche la pubblicità inglese di un anticoncezionale che fece molto arrabbiare gli Scout stessi.
E il fatto che le scimmie nude (noi) siano ancora in circolazione e non siano state tutte divorate dai leoni significa che la strategia funziona.
Ancora oggi la mia amica mi ricordava la sorpresa di vedermi adottare la strategia adeguata al momento: per un breve istante, ha visto scomparire la persona tranquilla e pacata, quasi soporifera, e comparire un specie di licantropo aggressivo che quasi sbrana un poveraccio per poi tornare ad essere il tranquillo bradipo di sempre.
Beh, forse non sono l'attore cane che credevo, ma credetemi, anche i bradipi possono fingere in modo credibile di essere licantropi, se si sentono motivati, privi di paure ingiustificate e per nulla disposti a farsi mettere i piedi in testa.
E per dirla tutta, ridurre un omone alle dimensioni di un topolino facendo meglio di Harry Potter, da una soddisfazione senza limiti: un toccasana per la bassa autostima di certe Teste fasciate.
E parafrasando Obama: Voi potete!
(magari essendo più concisi di me)
Mi richiamerei quindi ad un recente fatto di cronaca che esemplifica perfettamente quello che dovrebbe essere il nostro atteggiamento contro gli intolleranti.
Premetto che le motivazioni "ideologiche" che hanno generato il fatto nascono da due posizioni, ugualmente forti, motivate e contrastanti la cui trattazione esula da questo forum e che quindi porremo, per comodità di esempio, indipendentemente dalle nostre convinzioni, sullo stesso piano tecnico di opinioni contrastanti.
Ieri c'è stato un blitz della polizia in un ospedale dove si era appena effettuato un aborto terapeutico. Il blitz, per le sue modalità eccessive, ingiustificate e psicologicamente violente, si configura come un atto intimidatorio di stile mafioso.
(Non prendiamocela con i poliziotti, che probabilmente pensavano di fare altro: il vero responsabile sta a monte, nell'ombra.)
Come deve reagire la vittima di questo evidente sopruso?
Una personalità "suddito" (variante silenziosa della Testa fasciata che non esterna le sue paure ma si fa guidare da esse nel suo tentativo di "quieto vivere") avrebbe incassato silenziosamente l'atto intimidatorio e, capito ciò che vuole il prepotente di turno, avrebbe incominciato a comportarsi come l'intimidatore vorrebbe.
Una Testa fasciata non sarebbe stato mai vittima di quel sopruso, perché preventivamente avrebbe adottato il comportamento che il prepotente presumibilmente si aspetta.
Cosa hanno fatto invece le vittime?
Hanno usato la strategia migliore: hanno immediatamente denunciato il sopruso, SENZA entrare nel merito dell'appartenenza o meno ad uno schieramento, ma puntando solo sulle modalità dell'intimidazione, facendola riconoscere immediatamente come tale.
E questo atto di ribellione al sopruso, questo portare immediatamente in pubblico il fatto, ha ottenuto un risultato positivo.
Il punto infatti NON è essere abortisti o antiabortisti (problema che si affronta democraticamente nelle sedi appropriate) ma se certi metodi di intimidazione, qualunque siano le convinzioni etico-politiche-religiose delle parti interessate, siano tollerabili.
TUTTE le parti in causa, anche quella a cui crede di appartenere l'intollerante autore dell'intimidazione hanno reagito indignate: non una voce si è levata in difesa delle modalità del blitz. Questo perché un simile comportamento è percepito immediatamente come un attacco che un domani potrebbe colpire chiunque: oggi gli abortisti, domani gli evoluzionisti, dopodomani i sacerdoti che gestiscono mense per sfamare i poveri.
E quindi tutti, sentendo il pericolo, hanno fatto quanto in loro potere (soprattutto chi il potere ce l'ha e quindi si sente ancor più minacciato) per stroncare sul nascere certi atteggiamenti. Più silenziosamente, l'autore del sopruso verrà poi individuato, punito e messo in riga.
Sarebbe stato diverso se le vittime, atteggiandosi a vittime, o avessero subito in silenzio o, peggio ancora, avessero cominciato a protestare per una discriminazione per le loro idee. La discussione sarebbe degenerata in una battaglia pro e contro le idee e, come sperava il prepotente, il sopruso sarebbe passato liscio, anzi avrebbe creato un precedente che avrebbe incitato altri ad imitarlo. Si comincia così, poi si passa alle liste di proscrizione ed ai lager.
Che c'entra tutto questo con i gimnopodisti?
Semplice: anche noi, su una nave o in un albergo, possiamo essere vittime dell'attacco di un prepotente e avere un'idea su che atteggiamento tenere è molto utile. E' importante quindi scegliere la strategia adeguata per controbattere, soprattutto tenendo conto che il modo di vita che professiamo non è un movimento etico-politico-religioso con una controparte agguerrita che professa idee opposte alle nostre e che quindi giustifica non un sopruso, ma almeno uno schierarsi da una parte o dall'altra, ma un semplice e piacevole modo di (non) abbigliarsi con gli stessi diritti di esistenza e tolleranza che hanno coloro che portano orecchini, hanno tatuaggi o vestono con orrendi tessuti panterati. E questo rende MOLTO più grave, agli occhi della gente, un sopruso nei nostri confronti, sia perché non supportato da un impianto ideologico-etico-polico-religioso in cui uno potrebbe identificarsi, sia per il famoso pericolo percepito inconsciamente che un domani lo stesso sopruso potrebbe verificarsi per i tatuati, portatori di orecchini o vestiti panterati.
Proprio stamattina, parlando con una mia amica che mi ha sempre conosciuto come una persona tranquilla e pacata, abbiamo ricordato quando questa estate siamo entrati in una grande libreria. Una guardia giurata ha provato a bofonchiare qualcosa ed io l'ho subito interrotto bruscamente con questa frase:
"Non si inventi regolamenti che non esistono! Sono anni che vengo qui e nessuno ha mai fatto obiezioni!" abbaiata con un tono tagliente che avrebbe fatto nascondere sotto un tavolo dalla paura anche una tigre. (Ci vuole un po' di allenamento ma è un tono che si recita facilmente.)
Il poveraccio (un metro e novanta) si è rimpicciolito fino alle dimensioni di un topolino e ha squittito:
"Ah, se non hanno fatto obiezioni, non c'è problema..."
Nessuna discussione sul MIO scalzismo, nessuna giustificazione da parte mia per il MIO comportamento, ma una richiesta precisa e perentoria di giustificare il SUO comportamento.
Questo è l'atteggiamento giusto da tenere, ed io, essendone cosciente e preparato, ho potuto adottarlo fulmineamente. In pratica ho riportato la paura che attanaglia le Teste fasciate alla sua funzione originaria: un campanello d'allarme che prima ci mette in grado di prevedere un pericolo futuro, poi, al momento giusto, fa scattare un segnale d'allarme che ci fa reagire nel modo previsto.
Insomma: se sei una scimmia nuda nella savana, è normale avere paura dei leoni, quindi prendi le tue precauzioni, prepari le tue strategie di salvezza, e se arriva il leone le attui. Ma non per questo rinunci a vagare nella savana, magari per accoppiarti con quell'altra scimmia nuda che sembra interessante.
"Siate pronti" recita il motto degli Scout, e anche la pubblicità inglese di un anticoncezionale che fece molto arrabbiare gli Scout stessi.
E il fatto che le scimmie nude (noi) siano ancora in circolazione e non siano state tutte divorate dai leoni significa che la strategia funziona.
Ancora oggi la mia amica mi ricordava la sorpresa di vedermi adottare la strategia adeguata al momento: per un breve istante, ha visto scomparire la persona tranquilla e pacata, quasi soporifera, e comparire un specie di licantropo aggressivo che quasi sbrana un poveraccio per poi tornare ad essere il tranquillo bradipo di sempre.
Beh, forse non sono l'attore cane che credevo, ma credetemi, anche i bradipi possono fingere in modo credibile di essere licantropi, se si sentono motivati, privi di paure ingiustificate e per nulla disposti a farsi mettere i piedi in testa.
E per dirla tutta, ridurre un omone alle dimensioni di un topolino facendo meglio di Harry Potter, da una soddisfazione senza limiti: un toccasana per la bassa autostima di certe Teste fasciate.
E parafrasando Obama: Voi potete!
(magari essendo più concisi di me)
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Lo ripeto e poi chiudo, con vostro sommo piacere.
Mi sono ritenuto per mesi un esploratore, ho cominciato a camminare scalzo nel mio quartiere invece che lontano da casa come fanno molti altri, ho camminato scalzo per il centro di Brescia, dove il sabato pomeriggio si hanno probabilità altissime di essere riconosciuti da capi, colleghi, parenti amici, ecc ecc.
Ho scritto il resoconto di quest'ultima esperienza conclusasi positivamente, ma dubito sia stato letto dai bfrs di livello superiore, perché altrimenti non capisco il motivo per cui siano bastate poche parole per guadagnarmi il titolo di testa fasciata e non dite che me lo sono immaginato.
Quanti possono dire di aver percorso scalzi il territorio abituale in cui vivono? Alzino la mano, per favore.
Lo dicano i vari Ares, Paolo F., Stefano, Guido Scalzo, Andrea77 se sono timoroso o prevenuto.
Ho chiesto e lo richiedo se esistono vie di fuga di fronte ai soprusi, non quelli perpetrati dal cretino di turno, ma quelli veri e pseudo legittimati, perchè si è detto molto, anche a sproposito, ma nessuno mi ha risposto, a parte Rei che ha saputo dare linee guida di natura generale.
Vi ricordo che una lettera scritta ad una certa compagnia navale dalla nostra associazione, cioè da un insieme di individui, pochi finché si vuole, ma con un minimo di rappresentanza, è stata praticamente utilizzata come carta igienica, sebbene il testo fosse stato attentamente soppesato da un legale (Ares).
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.
Chiudiamola qui, visto che l'argomento, sebbene legalmente interessante per me, non lo è per gli altri e non intendo tediarvi oltre.
La vita scalza continua, anche senza Lucignolo.
Flavio
Mi sono ritenuto per mesi un esploratore, ho cominciato a camminare scalzo nel mio quartiere invece che lontano da casa come fanno molti altri, ho camminato scalzo per il centro di Brescia, dove il sabato pomeriggio si hanno probabilità altissime di essere riconosciuti da capi, colleghi, parenti amici, ecc ecc.
Ho scritto il resoconto di quest'ultima esperienza conclusasi positivamente, ma dubito sia stato letto dai bfrs di livello superiore, perché altrimenti non capisco il motivo per cui siano bastate poche parole per guadagnarmi il titolo di testa fasciata e non dite che me lo sono immaginato.
Quanti possono dire di aver percorso scalzi il territorio abituale in cui vivono? Alzino la mano, per favore.
Lo dicano i vari Ares, Paolo F., Stefano, Guido Scalzo, Andrea77 se sono timoroso o prevenuto.
Ho chiesto e lo richiedo se esistono vie di fuga di fronte ai soprusi, non quelli perpetrati dal cretino di turno, ma quelli veri e pseudo legittimati, perchè si è detto molto, anche a sproposito, ma nessuno mi ha risposto, a parte Rei che ha saputo dare linee guida di natura generale.
Vi ricordo che una lettera scritta ad una certa compagnia navale dalla nostra associazione, cioè da un insieme di individui, pochi finché si vuole, ma con un minimo di rappresentanza, è stata praticamente utilizzata come carta igienica, sebbene il testo fosse stato attentamente soppesato da un legale (Ares).
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.
Chiudiamola qui, visto che l'argomento, sebbene legalmente interessante per me, non lo è per gli altri e non intendo tediarvi oltre.
La vita scalza continua, anche senza Lucignolo.
Flavio
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Ti ho definito una Testa fasciata per il tono pessimistico con cui hai posto il problema. Non solo, ma, forse per la mia distrazione, non avevo capito che lo avevi posto. Questo però non sminuisce le tue "conquiste", ma critica solo l'atteggiamento che hai su certe questioni e soprattutto il fatto che questo tuo pessimismo possa contagiare altre persone, soprattutto i neofiti che potrebbero scoraggiarsi leggendo certi tuoi post. Il tuo ultimo post, invece, è molto chiaro e ti rispondo:
1) Nel "affare" G&V tutto l'approccio è stato sbagliato, sia il tuo che la famosa lettera. Sia tu che gli estensori della lettera partivate dal fatto, vero, di avere ragione e di aver subito un sopruso. L'errore è stato che questo fosse talmente evidente da chiudere automaticamente ogni contenzioso a vostro vantaggio. Invece, anche e soprattutto in questi casi, la discussione deve essere concepita come una guerra, con le sue strategie e le sue battaglie. Infatti, pur avendo evidentemente ragione e la vittoria in tasca, siete stati pesantemente sconfitti. La mia affermazione che, se fossi stato al tuo posto, il tipo sarebbe stato scudisciato sul ponte dal capitano non è una vanteria, ma la logica conseguenza della strategia che avrei adottato: non difendere il proprio comportamento, ma attaccare quello dell'altro. Quando farà un po' più caldo vorrei organizzare un pranzo o una cena al mitico cinese: una tavolata con otto/dieci persone rigorosamente scalze. E mi piacerebbe che tu e tua moglie (che però si deve scalzare) foste dei nostri. In quella occasione faremo un role-play: tu farai il funzionario della G&V, io lo scalzo che sale a bordo, Enzo, se presente, farà ovviamente il capitano. Sono sicuro che ti ci divertiremo e alla fine avrai le nozioni di base per affrontare in futuro situazioni simili. Come "esame finale" stenderemo una nuova lettera di protesta, molto ma molto diversa da quella che è stata spedita.
2) Le linee guida, come le chiami tu, sono appunto le basi di partenza per affrontare le rare, rarissime situazioni come quella che tanto ti ha segnato. In attesa della cena, se vuoi approfondire, leggi "L'arte della guerra" di Sun Tsu e soprattutto "Il libro dei cinque anelli" di Miyamoto Musashi, due libri che, consentimi il paradosso, ogni spirito pacifico e/o pacifista dovrebbe leggere.
1) Nel "affare" G&V tutto l'approccio è stato sbagliato, sia il tuo che la famosa lettera. Sia tu che gli estensori della lettera partivate dal fatto, vero, di avere ragione e di aver subito un sopruso. L'errore è stato che questo fosse talmente evidente da chiudere automaticamente ogni contenzioso a vostro vantaggio. Invece, anche e soprattutto in questi casi, la discussione deve essere concepita come una guerra, con le sue strategie e le sue battaglie. Infatti, pur avendo evidentemente ragione e la vittoria in tasca, siete stati pesantemente sconfitti. La mia affermazione che, se fossi stato al tuo posto, il tipo sarebbe stato scudisciato sul ponte dal capitano non è una vanteria, ma la logica conseguenza della strategia che avrei adottato: non difendere il proprio comportamento, ma attaccare quello dell'altro. Quando farà un po' più caldo vorrei organizzare un pranzo o una cena al mitico cinese: una tavolata con otto/dieci persone rigorosamente scalze. E mi piacerebbe che tu e tua moglie (che però si deve scalzare) foste dei nostri. In quella occasione faremo un role-play: tu farai il funzionario della G&V, io lo scalzo che sale a bordo, Enzo, se presente, farà ovviamente il capitano. Sono sicuro che ti ci divertiremo e alla fine avrai le nozioni di base per affrontare in futuro situazioni simili. Come "esame finale" stenderemo una nuova lettera di protesta, molto ma molto diversa da quella che è stata spedita.
2) Le linee guida, come le chiami tu, sono appunto le basi di partenza per affrontare le rare, rarissime situazioni come quella che tanto ti ha segnato. In attesa della cena, se vuoi approfondire, leggi "L'arte della guerra" di Sun Tsu e soprattutto "Il libro dei cinque anelli" di Miyamoto Musashi, due libri che, consentimi il paradosso, ogni spirito pacifico e/o pacifista dovrebbe leggere.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
La vita scalza continua, anche senza Lucignolo.
Ma sicuramente meno allegra e stimolante.
Scalzi non significa essere uguali e avere lo stesso coraggio o le stesse paure, ma essere scalzo nell'aiutare l'altro e` una delle qualita` che spesso si incontrano fra gli scalzi. Non mi pare che le critiche fatte da Rei siano state fatte per sminuirti ma per stimolarti e darti una spintarella a provare magari un altro tipo di approccio. Non ha tutti i torti a consigliarci queste cose e ti diro` che visto che i due libri che ci consiglia di leggere mi sono capitati fra i dati un paio di volte in questi giorni (coincidenza sincronicita`) ora penso proprio che me li leggero`, almeno ci provo.... .
Anche la proposta di una nuova stesura della lettera per la G&V, che sara`quindi una nuova "risposta", non la trovo per niente male. Be` quella della cena e dei ruoli non lo so`..., ma magari per la propria sicurezza un paio di prove non sono male.
La critica positiva ci aiuta a migliorarci (vale per tutti) e a trovare una linea che possa aiutare tutti gli scalzi in quei frangenti.
Non lasciamoci intimorire....
Combattiamo l'ignoranza
Ti Aspetto
Re: Paure: facciamo il punto
La vita scalza continua, anche senza Lucignolo.
---
Scusa Flavio ma cosa intendi?
Mica vorrai sparire xchè qualcuno non conoscendoti ti ha ingiustamente attaccato?
X quanto riguarda il discorso legale ti posso dare un consiglio da amico (non essendo un uomo di legge) lascia perdere che perdi tempo, denaro e ti incazzi xchè la legge in Italia non funziona e non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire.
Il mio è un discorso da suddito? Pazienza...
Sbaglio a rassegnarmi senza lottare? X cosa? X poter salire scalzo su una nave, entrare scalzo in un teatro, in un museo,... Francamente anche se qualcuno dirà che è sbagliato che avendo ragione devo lottare x farmi rispettare preferisco adottare la tattica di Paolo F. e ricalzarmi. Personalmente mi infastidisce di + litigare con un ottuso idiota e prepotente che mettermi x un breve tempo delle infradito.
Sbaglio? Pazienza...
Ciao
Andrea
---
Scusa Flavio ma cosa intendi?
Mica vorrai sparire xchè qualcuno non conoscendoti ti ha ingiustamente attaccato?
X quanto riguarda il discorso legale ti posso dare un consiglio da amico (non essendo un uomo di legge) lascia perdere che perdi tempo, denaro e ti incazzi xchè la legge in Italia non funziona e non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire.
Il mio è un discorso da suddito? Pazienza...
Sbaglio a rassegnarmi senza lottare? X cosa? X poter salire scalzo su una nave, entrare scalzo in un teatro, in un museo,... Francamente anche se qualcuno dirà che è sbagliato che avendo ragione devo lottare x farmi rispettare preferisco adottare la tattica di Paolo F. e ricalzarmi. Personalmente mi infastidisce di + litigare con un ottuso idiota e prepotente che mettermi x un breve tempo delle infradito.
Sbaglio? Pazienza...
Ciao
Andrea
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
No, hai ragione.Andrea77 ha scritto:Scusa Flavio ma cosa intendi?
Mica vorrai sparire xchè qualcuno non conoscendoti ti ha ingiustamente attaccato?
Ne avrei una voglia matta, ma, forse, è un'attegiamento da perdente.
L'amarezza è molta, ma non voglio nemmeno fare il bambino piccolo alla mia età.
Per cui, Andrea e CS, eccomi qua.
Passerà.
Flavio
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Andrea77 ha scritto:
X quanto riguarda il discorso legale ti posso dare un consiglio da amico (non essendo un uomo di legge) lascia perdere che perdi tempo, denaro e ti incazzi xchè la legge in Italia non funziona e non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire.
Rileggendo alcuni miei post mi sono accorto che non sono stato chiaro su ciò che volevo comunicare e quindi chiarisco.
La consapevolezza di avere la legge dalla propria parte serve, più che a trascinare in tribunale la nostra controparte, ad averla vinta PRIMA, quando, a caldo, si combatte la vera battaglia per i nostri diritti. Per rimanere al mitico esempio del traghetto della G&V, la battaglia si è persa e si poteva vincere lì, sulla passerella, non certo anni dopo in un aula di tribunale. La Legge, in questo caso è uno scudo da usare sia come arma difensiva che offensiva ancora prima o addirittura senza arrivare all'aula di tribunale.
Detto questo, al di là della non convenienza di una simile causa, siete proprio sicuri che, prescrizioni ed indulti permettendo, un giudice vi darebbe torto? Ricordate, e su questo credo di essere stato chiaro, che in un eventuale processo non si discuterebbe del fatto che voi andiate in giro scalzi, ma del fatto che una persona, senza alcun appiglio legale, si arroghi il diritto di proibirvi l'esercizio di una vostra libertà sancita dalla legge, quella di abbigliarsi in qualunque modo uno creda, purché non in contrasto con la legge stessa. E visto che NON ESISTE legge che vieti, al di là di situazioni circoscritte e ben codificate, di circolare scalzi, è LUI che dovrebbe giustificare il SUO comportamento fuorilegge, non voi.
Inoltre, del fatto che, legalmente parlando, voi siete dalla parte della ragione, la vostra controparte è pienamente consapevole, o può essere reso consapevole con la giusta strategia, e questo può essere un elemento importante nel giungere alla vittoria a caldo di cui parlavo sopra.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
No, se il mio pessimismo lo si chiama "azione preventiva" e se qualcuno come te ci addestra ad un'eventuale linea difensiva.Rei ha scritto:.......soprattutto il fatto che questo tuo pessimismo possa contagiare altre persone, soprattutto i neofiti che potrebbero scoraggiarsi leggendo certi tuoi post.
Poi, come dice Andrea77, si può decidere saggiamente di lasciar perdere, ma diventa una scelta e non una rinuncia per incapacità: non so se mi sono spiegato.
Mia moglie mi/ci segue molto volentieri, ma forzarla a scalzarsi vorrebbe dire farle cambiare atteggiamento e non la vedreste più con uno scalzista nemmeno per tutto l'oro del mondo.Rei ha scritto:Quando farà un po' più caldo vorrei organizzare un pranzo o una cena al mitico cinese: una tavolata con otto/dieci persone rigorosamente scalze. E mi piacerebbe che tu e tua moglie (che però si deve scalzare) foste dei nostri.
Anche la libertà di pensiero di un calzato è sacra (se non ci da contro ).
E poi......siamo tolleranti, no?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Era un invito/sfida, non un'imposizione. Ogni tanto, nella fretta di scrivere, non uso le frasi giuste e quello che risulta scritto non è quello che volevo dire. Colpa mia.Rei ha scritto:tua moglie (che però si deve scalzare)
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
-
Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:14 - modificato 1 volta.
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: Paure: facciamo il punto
Enzo ha scritto:ma se si pensa di andare oltre (giudice) o lo dovesse fare la controparte, magari inventandosi qualcosa (da considerare), bisogna avere un testimone, anzi due se si ha a che fare con pubblici ufficiali (ormai sono tutti tali, anche i conducenti dei bus, da quando non ci sono più i bigliettai). L'inflazione dell'equiparazione a pubblico ufficiale è un altro sintomo di come le cose non vadano per il verso giusto in questo nostra repubblica sudamericana.
Caro Enzo, se dovessi io andare dal giudice ci andrei rappresentato dall'avvocato del capo della Banda della Magliana e TRE pubblici ufficiali come testimoni.... Scherzo (ma non troppo), perché, a meno di avere subito un grave danno (licenziamento, deportazione in Siberia, ecc.) non vale la pena perdere tempo per tribunali Meglio, come dico sempre, cercare una vittoria prima.
Quanto alla possibile denuncia da parte di altri, su che basi potrebbero fartela? Sul fatto che hai fatto una cosa completamente legale? Legalmente parlando è come denunciare qualcuno che va in giro con un vestito leopardato: fa ribrezzo, ma non è (purtroppo) illegale.
Un'azione legale può essere intentata solo con una denuncia, che indica specificatamente un reato e se questo reato non sussiste si è passibili di una (contro) denuncia per diffamazione, oppure con un esposto denuncia che indica un fatto avvenuto e chiede al magistrato di valutare se il fatto costituisce reato (evitando così il pericolo di controdenuncia). Quale magistrato oberato di lavoro accoglierebbe una denuncia per un fatto che NON, ripeto, NON è illegale?
Inventarsi qualcosa? Un reato va provato, non basta essere pubblico ufficiale per ottenere una condanna.
Ti faccio un esempio riferito sia ai maggiori timori di neofiti e Teste fasciate, sia, purtroppo, ad un paio di episodi realmente successi ma che non hanno generato contro i gimnopodisti alcuna denuncia proprio per i motivi che vado ad esporre.
Se un direttore di museo, dopo averti trovato scalzo, non solo ti butta fuori (e qui si potrebbe già fare qualcosa, ma esula dal nostro esempio), ma vuole anche denunciarti, in qualità di pubblico ufficiale, per poter fare la denuncia deve dimostrare LUI/LEI e non tu che:
1) esiste una legge o regolamento valido in tutta Italia che vieti l'entrare scalzi nei musei e che la violazione sia sanzionabile.
2) in alternativa, dimostrare l'esistenza di un regolamento, valido ed in essere al momento del fatto, riferito a quel particolare museo che vieti l'entrata scalza CON VALIDI MOTIVI, che questo regolamento, al momento del fatto, fosse visibile e fruibile all'ingresso del museo stesso e che la violazione del regolamento steso comporti una sanzione.
Questo, dando per scontato che tu ammetta di essere entrato scalzo, altrimenti dovrebbe, con almeno un altro testimone, dimostrare anche quello.
E, se per ipotesi assurda quelle leggi e regolamenti esistessero realmente e non solo nella sua testa, le possibilità di vittoria per lui sarebbero ugualmente molto basse, perché il tuo avvocato potrebbe contestare la norma perché vessatoria nei confronti dei molti turisti che, girando in una città d'arte, potrebbero incorrere nella rottura di un sandalo o in vesciche che li costringerebbero a stare temporaneamente scalzi.
Se tutto questo non basta a scoraggiare il feroce antiscalzista, c'è un'altra arma che viene poco considerata, ma che, essendo molto potente, è il suo incubo peggiore: una lettera di protesta alla PERSONA GIUSTA.
La Persona Giusta è un altro potente, facilmente rintracciabile, a cui non importa nulla di te e del tuo scalzismo, ma che aspetta come un falco una scusa qualsiasi per far fuori professionalmente il nostro direttore: una denuncia impropria contro di te e la tua controreazione sono per la Persona Giusta una mamma dal cielo. A volte fa tutto da solo, senza aspettare una tua reazione e neppure informati di averti usato come scusa per far fuori l'odiato nemico.
Il fatto che tu non pensi a questa soluzione non ha molta importanza: essendo la sua paura maggiore, il direttore del museo presumerà che sia la prima cosa che farai (ma guarda: è una Testa fasciata!) e quindi si asterrà da azioni (tipo la denuncia) che sicuramente (a suo giudizioi) si ritorcerebbero contro di lui.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
L'arte della guerra
http://it.wikipedia.org/wiki/L'arte_della_guerra
Il testo integrale in italiano lo potete scaricare in formato pdf in fondo alla pagina.
Per il libro dei cinque anelli invece il link dato nella pagina porta a una pagina dove dovrebbe essere accessibile il testo integrale in italiano ma non funziona. Appena trovo un link funzionante in italiano ve lo posto. Con un po` di ricerca non dovrebbe essere difficile. In ogni modo nel primo si trovano nel testo molti accenni sui 5 anelli.
Ho iniziato gia` ieri sera a leggere il primo libro e devo dire che e` sorprendentemente piacevole da leggere e che d'un fiato mi son letta gia` mezzo libro, ma piu` che leggere e` un libro da studiare e meditare e quindi da rileggere e rileggere (e nel tempo rileggere) fino a che non e` completamente chiaro, confrontato con le proprie forze e tecniche personali fin ora usate e elaborato e adattato al proprio pensiero e alle varie situazioni fino a che sia assimilato e diventi "spontaneo" agire tenendo conto (quindi essere consapevole) di ogni mossa dell'avversario fino a prevederla con anticipo o addirittura generarla . Aver chiaro tutti i vari aspetti di una strategia complessiva non puo` che migliorare l'efficenza in battaglia.
Ciao
C.S.
http://it.wikipedia.org/wiki/L'arte_della_guerra
Il testo integrale in italiano lo potete scaricare in formato pdf in fondo alla pagina.
Per il libro dei cinque anelli invece il link dato nella pagina porta a una pagina dove dovrebbe essere accessibile il testo integrale in italiano ma non funziona. Appena trovo un link funzionante in italiano ve lo posto. Con un po` di ricerca non dovrebbe essere difficile. In ogni modo nel primo si trovano nel testo molti accenni sui 5 anelli.
Ho iniziato gia` ieri sera a leggere il primo libro e devo dire che e` sorprendentemente piacevole da leggere e che d'un fiato mi son letta gia` mezzo libro, ma piu` che leggere e` un libro da studiare e meditare e quindi da rileggere e rileggere (e nel tempo rileggere) fino a che non e` completamente chiaro, confrontato con le proprie forze e tecniche personali fin ora usate e elaborato e adattato al proprio pensiero e alle varie situazioni fino a che sia assimilato e diventi "spontaneo" agire tenendo conto (quindi essere consapevole) di ogni mossa dell'avversario fino a prevederla con anticipo o addirittura generarla . Aver chiaro tutti i vari aspetti di una strategia complessiva non puo` che migliorare l'efficenza in battaglia.
Ciao
C.S.
Re: Paure: facciamo il punto
Lo dicano i vari Ares, Paolo F., Stefano, Guido Scalzo, Andrea77 se sono timoroso o prevenuto.
Ho chiesto e lo richiedo se esistono vie di fuga di fronte ai soprusi, non quelli perpetrati dal cretino di turno, ma quelli veri e pseudo legittimati, perchè si è detto molto, anche a sproposito, ma nessuno mi ha risposto, a parte Rei che ha saputo dare linee guida di natura generale.
Vi ricordo che una lettera scritta ad una certa compagnia navale dalla nostra associazione, cioè da un insieme di individui, pochi finché si vuole, ma con un minimo di rappresentanza, è stata praticamente utilizzata come carta igienica, sebbene il testo fosse stato attentamente soppesato da un legale (Ares).
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.
Chiudiamola qui, visto che l'argomento, sebbene legalmente interessante per me, non lo è per gli altri e non intendo tediarvi oltre.
La vita scalza continua, anche senza Lucignolo.
Ne approfitto per un intervento di portata "multipla" (un piccolo calderone, insomma).
La vita scalza comprende anche Lucignolo, sennò che gusto c'è?
Anche io ho l'impressione che in seguito agli ultimi interventi si sia creato sul Forum un clima un pò troppo rovente, eccessivamente polemico e, non si offenda nessuno, aggressivo ...
Questo, a mio sommesso avviso, e sulla scorta di un intervento di "chiusura" da parte di PAOLO S. (credo di martedì tarda serata: non esistono classifichè, non esistono primi della classe e somari da bocciare) che condivido senza riserve, non giova a nessuno, ma finisce per inibire l'interesse ad intervenire di chi, specie tra i nuovi ospiti, scrive per presentarsi, o comunque per narrare le proprie esperienze, ma anche per - legittimamente - estrernare i propri dubbi, le proprie perplessità, i propri timori (chi non ne ha?).
Ho invero notato che il numero di post si è negli ultimi 3/4 giorni drasticamente ridotto e, contrariamente alle scorse settimane, quasi nessuno ha più scritto.
Così come evidenziato anche da Andrea 77, io credo che il Forum sia la sede ideale per cominciare a conoscersi, per portare a conoscenza degli altri le esperienze e le sensazioni che ciascuno di noi vive ed avverte nell'approccio scalzo al mondo, lo strumento più utile di confronti dialettici - purché non troppo aggressivi nei toni- che in qualche modo arricchiscono tutti consentendo un scambio ed una circolazione di opinioni e di idee che diversamente resterebbero inespresse.
Quanto a FLAVIO, e visto che sono stato da lui "chiamato in causa", noi milanesi (credo di intepretare il pensiero di tutti i presenti all'incontro di Brescia) apprezzammo con ammirazione il suo "salto di qualità": girare in lungo e in largo in mezzo ad un "branco di turisti scalzi" il raccolto (e bellissimo) centro storico di Brescia il sabato pomeriggio, pur cosciente della possibilità - non remota - di poter incontrare conoscenti/colleghi/superiori.
Un pò tutti - e da ultimo PAOLO S. - abbiamo scritto che ciascuno ha i suoi tempi, le sue modalità approccio, il suo "lifestyle". Ciascuno di noi ha il proprio temperamento, ciascuno di noi vive condizioni di vita sociale e quindi anche lavorativa differenti da quelle degli altri.
Non può pertanto esigersi o pretendere da tutti lo stesso approccio allo scalzismo.
Chi è più sicuro e spigliato è senz'altro coinvolgente esempio e forte stimolo per chi è ancora più o meno insicuro o titubante, e questi ultimi a loro volta e anche grazie al confronto che il Forum rende possibile (ma altrettanto stimolanti sono gli incontri), permettono a chi si avvicina al Club per la prima volta di sentirsi "meno strano" o meno "alieno" in questa società per gran parte purtroppo basata sui pregiudizi, sulla vuota apparenza o sullo scontato conformismo.
E' a mio sommesso avviso confortante notare come, in mezzo a tanto bombardamento mediatico sull'uso di scarpe o pantofole dovunque ed in ogni occasione (ho per caso scoperto che una nota casa produttrice di pantofole sponsorizza un programma televisivo condotto dalla Clerici ...), che tutti sono liberi di indossare come e quando ritengono opportuno o doveroso, in numerosi spot pubblicitari, sia in tv che su giornali o per le strade delle nostre città, sempre più campeggiano modelle e modelli tranquillamente ed elegantemente a piedi nudi. Per la serie: stare scalzi è trendy quanto indossare scarpe ...e qnche quseto aspetto, peraltro in passato da molti evidenziato, non va dimenticato.
Io che con la giustizia ho a che fare ogni giorno posso garantire che il ricorso all'autorità giudiziaria è come un intervento chirurgico da prescrivere soltanto quando è realmente e strettamente necessario ed utile. E non soltanto per una questione di costi.
Non penso che la lettera di denuncia di Flavio alla GRIMALDI cadrà nel vuoto: temo che l'increscioso espisodio occorso a FLAVIO sulle grandi navi GRIMALDI non resterà un caso isolato, ma questo ha in fondo i suoi aspetti positivi. Più segnalazioni o proteste si leveranno, più gradualmente muterà l'atteggiamento di quanti sono pregiudizialmente ostili a riconoscere la libertà di ciascuno di noi a stare scalzi laddove, ocvviamente. è legalmente possibile (qui richiamo, aderendovi, tutte le indicazioni ed i chiarimenti già autorevolmente forniti da altri in tema di sicurezza sul lavoro, situazioni particolari etc.).
Se per un verso, come plausibilmente ha osservato REI e non so da chi altro, FLAVIO avrebbe potuto bypassare l'inserviente e mirare dritto al responsabile principale, è pur vero che, trovandosi in vanacanza, ha insindacabilmente ritnuto di porre fine a discussioni o polemiche per evitare di rovinarsi il viaggio.
In più occasioni ho riferito di non avere - fortunatamente? - mai avuto problemi laddove altri ne hanno avuti (vedi il caso "aereo" o alberghi) e viceversa: io stesso ho citato il caso "Basilica di S. Pietro", ove altri non hanno mai incontrato ostacoli si sorta ad accedere scalzi, mentre lo scorso settembre gli addetti alla sicurezza volevano impedire sia a me che STEFANO, ancorché abbigliati come richiesto (non si era a torso nudo o in boxer da surf) di entrare scalzi. Senza dover promuovere giudizi di sorta, né sollevare polemiche (se sono in visita a San Pietro perché debbo farmi venire un travaso di bile?), ho garbatamente ma caparbiamente contestato la proibizione adducendo le mie ragioni, anche di fede e culture (perché no?) e quindi insistendo, precisando che in caso contrario mi avrei immediatamente chiesto di parlare con il responsabile. Siamo entrati e le fotografie che abbiamo messo sul sito lo dimostrano.
Idem per la metropolitana di Roma, dove le uniche proibizioni mi sono cadute come una mannaia per avermi "cuccato" ad eseguire riprese fotografiche nelle stazioni (anche se sulla banchina sotto il controllo, come dimostrano le foto sul sito, ci siamo ugualmente effigiati in metro).
Anche io - sempre a Roma con STEFANO -, scalzo sull'autobus 870 che dal Gianicolo conduce a San Pietro mi sono sentito dire,( da una coppia che, senza offesa per nessuno, non esiteri a definire "di benpensanti") mi sono sentito fare apprezzamenti del tipo "ma come si fa .... a girare scalzi sugli autobus": mi stava quasi per scappare un "sapeste che comodità, non sapete cosa vi perdete ...", e siccome non giravo con il ... deretano scoperto, me ne sono infischiato e li ho completamente ignorati: il miglior "disprezzo" non è la non curanza?
E che dire di una sera la scorsa estate (non ricordo se ne ho mai direttamente rioferito in qualche post) allorquando, passeggiando dopocena in Foro Bonaparte (zona Piazza castello, pieno centro di Milano), mentre parlavo al telefono ho incrociato (me li sono praticamente trovati davanti) lo sguardo di tre persone più o meno mie coetanee, in tenuta da lavoro (intendo taieur/completo scuro con cravatta), notando come uno dei tre mi guardasse quasi fossi un alieno, ma con l'espressione che quasi diveva (almeno così l'ho intepretata) "però ... come vorrei potermi togliere le scarpe anche io e farmi una bella camminata scalzo... in totale libertà ...
Se realmente il sistema giustizia in Italia funzionasse come dovbrebbe, sarebbe senz'altro utile e soprattutto proficuo sottoporre al vaglio dell'Autorità Giusidiziaria tutte quelle "proibizioni o quei soprusi" che obiettivamente non hanno riscontro nella legislazione. Ma è fatto notorio che così non è.
Senza quindi "fasciarsi la testa prima di averla rotta", ma neppure dichiarare in ogni istante guerra al mondo, il modo migliore e più efficace per mettere in modo una "evoluzione" del costume è in effetti proprio la "pratica": più persone girano scalze, più ciò sarà avvertito ai più come assolutamente "normale" (perché sappiamo che assolutamente normale è).
Spero di non sollevare vespai o risentimenti da parte di qualcuno ...
Ed ora parliamo di progetti per il futuro.
1) Non appena le condizioni meteo e le aumentate ore di luce lo permetteranno - quindi già da marzo - si potrebbe oirganizzre una bella escursione nel sito archeologico di Brescia romana: avevamo chiuso il ciclo degli incontri con Brescia, con Brscia mi piacerebbe riprirlo (ovviamente in serata tutti a mangiare nell'ottimi ristorante che FLAVIO ci aveva fatto scoprire e dove, in barba all'eleganza ed alla qualità del servizio, nessuno di noi indossava scarpe ... ).
2) Mi piacerebe rivedere Torino, che avevo l'ultima volta visitato prima delle olimpiadi invernali.
3) Per il (credo tradizionale) incontro di maggio potremmo spostarci a Nord Est?
SALUTI ... PACIFICI A TUTTI
Ho chiesto e lo richiedo se esistono vie di fuga di fronte ai soprusi, non quelli perpetrati dal cretino di turno, ma quelli veri e pseudo legittimati, perchè si è detto molto, anche a sproposito, ma nessuno mi ha risposto, a parte Rei che ha saputo dare linee guida di natura generale.
Vi ricordo che una lettera scritta ad una certa compagnia navale dalla nostra associazione, cioè da un insieme di individui, pochi finché si vuole, ma con un minimo di rappresentanza, è stata praticamente utilizzata come carta igienica, sebbene il testo fosse stato attentamente soppesato da un legale (Ares).
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.
Chiudiamola qui, visto che l'argomento, sebbene legalmente interessante per me, non lo è per gli altri e non intendo tediarvi oltre.
La vita scalza continua, anche senza Lucignolo.
Ne approfitto per un intervento di portata "multipla" (un piccolo calderone, insomma).
La vita scalza comprende anche Lucignolo, sennò che gusto c'è?
Anche io ho l'impressione che in seguito agli ultimi interventi si sia creato sul Forum un clima un pò troppo rovente, eccessivamente polemico e, non si offenda nessuno, aggressivo ...
Questo, a mio sommesso avviso, e sulla scorta di un intervento di "chiusura" da parte di PAOLO S. (credo di martedì tarda serata: non esistono classifichè, non esistono primi della classe e somari da bocciare) che condivido senza riserve, non giova a nessuno, ma finisce per inibire l'interesse ad intervenire di chi, specie tra i nuovi ospiti, scrive per presentarsi, o comunque per narrare le proprie esperienze, ma anche per - legittimamente - estrernare i propri dubbi, le proprie perplessità, i propri timori (chi non ne ha?).
Ho invero notato che il numero di post si è negli ultimi 3/4 giorni drasticamente ridotto e, contrariamente alle scorse settimane, quasi nessuno ha più scritto.
Così come evidenziato anche da Andrea 77, io credo che il Forum sia la sede ideale per cominciare a conoscersi, per portare a conoscenza degli altri le esperienze e le sensazioni che ciascuno di noi vive ed avverte nell'approccio scalzo al mondo, lo strumento più utile di confronti dialettici - purché non troppo aggressivi nei toni- che in qualche modo arricchiscono tutti consentendo un scambio ed una circolazione di opinioni e di idee che diversamente resterebbero inespresse.
Quanto a FLAVIO, e visto che sono stato da lui "chiamato in causa", noi milanesi (credo di intepretare il pensiero di tutti i presenti all'incontro di Brescia) apprezzammo con ammirazione il suo "salto di qualità": girare in lungo e in largo in mezzo ad un "branco di turisti scalzi" il raccolto (e bellissimo) centro storico di Brescia il sabato pomeriggio, pur cosciente della possibilità - non remota - di poter incontrare conoscenti/colleghi/superiori.
Un pò tutti - e da ultimo PAOLO S. - abbiamo scritto che ciascuno ha i suoi tempi, le sue modalità approccio, il suo "lifestyle". Ciascuno di noi ha il proprio temperamento, ciascuno di noi vive condizioni di vita sociale e quindi anche lavorativa differenti da quelle degli altri.
Non può pertanto esigersi o pretendere da tutti lo stesso approccio allo scalzismo.
Chi è più sicuro e spigliato è senz'altro coinvolgente esempio e forte stimolo per chi è ancora più o meno insicuro o titubante, e questi ultimi a loro volta e anche grazie al confronto che il Forum rende possibile (ma altrettanto stimolanti sono gli incontri), permettono a chi si avvicina al Club per la prima volta di sentirsi "meno strano" o meno "alieno" in questa società per gran parte purtroppo basata sui pregiudizi, sulla vuota apparenza o sullo scontato conformismo.
E' a mio sommesso avviso confortante notare come, in mezzo a tanto bombardamento mediatico sull'uso di scarpe o pantofole dovunque ed in ogni occasione (ho per caso scoperto che una nota casa produttrice di pantofole sponsorizza un programma televisivo condotto dalla Clerici ...), che tutti sono liberi di indossare come e quando ritengono opportuno o doveroso, in numerosi spot pubblicitari, sia in tv che su giornali o per le strade delle nostre città, sempre più campeggiano modelle e modelli tranquillamente ed elegantemente a piedi nudi. Per la serie: stare scalzi è trendy quanto indossare scarpe ...e qnche quseto aspetto, peraltro in passato da molti evidenziato, non va dimenticato.
Io che con la giustizia ho a che fare ogni giorno posso garantire che il ricorso all'autorità giudiziaria è come un intervento chirurgico da prescrivere soltanto quando è realmente e strettamente necessario ed utile. E non soltanto per una questione di costi.
Non penso che la lettera di denuncia di Flavio alla GRIMALDI cadrà nel vuoto: temo che l'increscioso espisodio occorso a FLAVIO sulle grandi navi GRIMALDI non resterà un caso isolato, ma questo ha in fondo i suoi aspetti positivi. Più segnalazioni o proteste si leveranno, più gradualmente muterà l'atteggiamento di quanti sono pregiudizialmente ostili a riconoscere la libertà di ciascuno di noi a stare scalzi laddove, ocvviamente. è legalmente possibile (qui richiamo, aderendovi, tutte le indicazioni ed i chiarimenti già autorevolmente forniti da altri in tema di sicurezza sul lavoro, situazioni particolari etc.).
Se per un verso, come plausibilmente ha osservato REI e non so da chi altro, FLAVIO avrebbe potuto bypassare l'inserviente e mirare dritto al responsabile principale, è pur vero che, trovandosi in vanacanza, ha insindacabilmente ritnuto di porre fine a discussioni o polemiche per evitare di rovinarsi il viaggio.
In più occasioni ho riferito di non avere - fortunatamente? - mai avuto problemi laddove altri ne hanno avuti (vedi il caso "aereo" o alberghi) e viceversa: io stesso ho citato il caso "Basilica di S. Pietro", ove altri non hanno mai incontrato ostacoli si sorta ad accedere scalzi, mentre lo scorso settembre gli addetti alla sicurezza volevano impedire sia a me che STEFANO, ancorché abbigliati come richiesto (non si era a torso nudo o in boxer da surf) di entrare scalzi. Senza dover promuovere giudizi di sorta, né sollevare polemiche (se sono in visita a San Pietro perché debbo farmi venire un travaso di bile?), ho garbatamente ma caparbiamente contestato la proibizione adducendo le mie ragioni, anche di fede e culture (perché no?) e quindi insistendo, precisando che in caso contrario mi avrei immediatamente chiesto di parlare con il responsabile. Siamo entrati e le fotografie che abbiamo messo sul sito lo dimostrano.
Idem per la metropolitana di Roma, dove le uniche proibizioni mi sono cadute come una mannaia per avermi "cuccato" ad eseguire riprese fotografiche nelle stazioni (anche se sulla banchina sotto il controllo, come dimostrano le foto sul sito, ci siamo ugualmente effigiati in metro).
Anche io - sempre a Roma con STEFANO -, scalzo sull'autobus 870 che dal Gianicolo conduce a San Pietro mi sono sentito dire,( da una coppia che, senza offesa per nessuno, non esiteri a definire "di benpensanti") mi sono sentito fare apprezzamenti del tipo "ma come si fa .... a girare scalzi sugli autobus": mi stava quasi per scappare un "sapeste che comodità, non sapete cosa vi perdete ...", e siccome non giravo con il ... deretano scoperto, me ne sono infischiato e li ho completamente ignorati: il miglior "disprezzo" non è la non curanza?
E che dire di una sera la scorsa estate (non ricordo se ne ho mai direttamente rioferito in qualche post) allorquando, passeggiando dopocena in Foro Bonaparte (zona Piazza castello, pieno centro di Milano), mentre parlavo al telefono ho incrociato (me li sono praticamente trovati davanti) lo sguardo di tre persone più o meno mie coetanee, in tenuta da lavoro (intendo taieur/completo scuro con cravatta), notando come uno dei tre mi guardasse quasi fossi un alieno, ma con l'espressione che quasi diveva (almeno così l'ho intepretata) "però ... come vorrei potermi togliere le scarpe anche io e farmi una bella camminata scalzo... in totale libertà ...
Se realmente il sistema giustizia in Italia funzionasse come dovbrebbe, sarebbe senz'altro utile e soprattutto proficuo sottoporre al vaglio dell'Autorità Giusidiziaria tutte quelle "proibizioni o quei soprusi" che obiettivamente non hanno riscontro nella legislazione. Ma è fatto notorio che così non è.
Senza quindi "fasciarsi la testa prima di averla rotta", ma neppure dichiarare in ogni istante guerra al mondo, il modo migliore e più efficace per mettere in modo una "evoluzione" del costume è in effetti proprio la "pratica": più persone girano scalze, più ciò sarà avvertito ai più come assolutamente "normale" (perché sappiamo che assolutamente normale è).
Spero di non sollevare vespai o risentimenti da parte di qualcuno ...
Ed ora parliamo di progetti per il futuro.
1) Non appena le condizioni meteo e le aumentate ore di luce lo permetteranno - quindi già da marzo - si potrebbe oirganizzre una bella escursione nel sito archeologico di Brescia romana: avevamo chiuso il ciclo degli incontri con Brescia, con Brscia mi piacerebbe riprirlo (ovviamente in serata tutti a mangiare nell'ottimi ristorante che FLAVIO ci aveva fatto scoprire e dove, in barba all'eleganza ed alla qualità del servizio, nessuno di noi indossava scarpe ... ).
2) Mi piacerebe rivedere Torino, che avevo l'ultima volta visitato prima delle olimpiadi invernali.
3) Per il (credo tradizionale) incontro di maggio potremmo spostarci a Nord Est?
SALUTI ... PACIFICI A TUTTI
Ares- Numero di messaggi : 169
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Come ho già detto, tutto l'approccio è stato sbagliato, anche se legalmente ineccepibile, perché orientato a spiegare il nostro scalzismo e a chiedere in pratica a degli intolleranti di accettare esplicitamente il nostro modo di essere. L'approccio giusto avrebbe dovuto essere più aggressivo, tipo:Ares ha scritto:
Vi ricordo che una lettera scritta ad una certa compagnia navale dalla nostra associazione, cioè da un insieme di individui, pochi finché si vuole, ma con un minimo di rappresentanza, è stata praticamente utilizzata come carta igienica, sebbene il testo fosse stato attentamente soppesato da un legale (Ares).
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.
"TU mi hai fatto un sopruso. TU come ti giustifichi?"
Ora si è creato un (ingiusto) precedente contro di noi, quando si avrebbe potuto crearne uno a nostro favore.
Questo è invece l'approccio giusto, sostenere immediatamente i propri diritti, stroncando sul nascere ogni tentativo di divieto. Teniamo anche conto che quando il divieto arriva da guardie giurate, steward, sorveglianti vari, spesso nasce dal dubbio. "Ma si può o non si può? Non lo so e nel dubbio vieto, per non essere poi rimproverato io." Una volta chiarito che non esiste divieto, il sorvegliante (vedi il mio aneddoto della libreria) si sente rassicurato (non verrà rimproverato per aver fatto entrare uno con un "abbigliamento" non consentito) e in futuro non vieterà a nessuno di entrare scalzo nel luogo da lui sorvegliato.Ares ha scritto:
Senza dover promuovere giudizi di sorta, né sollevare polemiche (se sono in visita a San Pietro perché debbo farmi venire un travaso di bile?), ho garbatamente ma caparbiamente contestato la proibizione adducendo le mie ragioni, anche di fede e culture (perché no?) e quindi insistendo, precisando che in caso contrario mi avrei immediatamente chiesto di parlare con il responsabile. Siamo entrati e le fotografie che abbiamo messo sul sito lo dimostrano.
Questo intendo per creare un precedente positivo.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
E bravo Ares! Nel tuo ultimo post hai riassunto ed esposto in modo molto chiaro, preciso ed esauriente (...beh qui si vede anche lo zampino di un ottimo legale!) tutto quello che ci voleva per trarne finalmente delle debite conclusioni...insomma hai proprio fatto centro! Dico basta, mi sono sinceramente stancato di leggere in continuazione lunghissimi post sempre sullo stesso argomento, che poi alla fine, anche se involontariamente, creano solo tensioni ed incomprensioni tra noi sparuti scalzi per risolvere poi che cosa....per incoraggiare i neofiti?...direi proprio di no!! Torniamo ad argomenti un po' più simpatici e allegri (...certo magari più frivoli)...ma riprendiamo a raccontarci le nostre esperienze e i nostri continui "miglioramenti" del nostro ancora "lungo cammino scalzo", ritroviamoci di nuovo insieme a farci le nostre camminate scalze con relative foto (che almeno vivacizzeranno un po' di più il sito...) e divertiamoci pure ad ascoltare con ironia (...come spesso abbiamo già fatto) i commenti della gente alle nostre spalle...senza stare a scervellarci su come potremmo meglio agire giudizialmete contro certi soprusi che potrebbero esserci rivolti tutelando i nostri diritti! E vedrete...sono certo che aumenteranno di nuovo anche i post di nuovi potenziali amici dall'anima scalza. Scusate, sarò un "testa fasciata" sarò un "superficiale" sarò un "barefooter timido e educato" ma io la penso così! E chissà mai che non venga un giorno che abbandonerò anch'io....... le infradito a casa! Daniela...se riuscirai a convincermi avrai fatto veramente centro!
Un saluto a tutti gli amici.
Paolo F.
Un saluto a tutti gli amici.
Paolo F.
paolo fratter- Numero di messaggi : 434
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: Paure: facciamo il punto
-
Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:14 - modificato 1 volta.
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: Paure: facciamo il punto
NON sono reati anche questi, e poi se ti fermano LORO, sono LORO a creare intralcio.Enzo ha scritto:Certamente non per essere scalzi, ma ad es. per aver creato con la discussione un ostacolo al regolare afflusso dei visitatori o un disturbo.
Caro Enzo, non ascoltare le tue paure e mettiti nei loro panni: per quanto rompicoglioni possano essere, chi glielo fa fare di perdere tempo in denunce, tribunali, avvocati per un minimo di dieci anni?
Tafazzi con una mazza chiodata in confronto sarebbe nulla.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
-
Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:15 - modificato 1 volta.
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: Paure: facciamo il punto
Io paure non ne ho, ma credo tutti noi ci dobbiamo destreggiare nella società per non offrire vantaggi alla controparte. Certo, se avessi un tirapiedi dietro come testimone, non esiterei a prendermi qualche soddisfazione: altro vantaggio per i neofiti dell'andare scalzi in compagnia.Rei ha scritto:Caro Enzo, non ascoltare le tue paure e mettiti nei loro panni: per quanto rompicoglioni possano essere, chi glielo fa fare di perdere tempo in denunce, tribunali, avvocati per un minimo di dieci anni?
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: Paure: facciamo il punto
Consentimi di dissentire.Enzo ha scritto:Se i più devono nascondersi e altri sono allergici ai raduni, che poi hanno un impatto minimo nei confronti della società, aggiungendo una certa educazione ansiosa trasmessa ai figli, penso che i cambiamenti di mentalità tarderanno a venire.
I raduni: vero, non sono indispensabili e lo scalzista navigato (ma è un paragore che non regge, raro quanto il vero campione dello sport) si può muovere senza bisogno di sensi di appartenenza ed infischiandosene del parere degli altri.
Non voglio assolutamente mettere in dubbio l'autenticità di chi si dichiara gimnopodista in incognito (in fin dei conti è un'autocertificazione, però non sanzionabile in caso di dichiarazioni false e mendaci), ma sostengo il valore dei raduni, perché oltre a rinforzare un senso di appartenenza ad una tribù, infonde maggiore fiducia in chi si trova supportato nell'affrontare situazioni difficili da sostenere come singolo individuo.
Poi aggiungiamo il fatto che, con la scusa di camminare scalzi insieme, si possono visitare belle località e gustare una lauta cenetta in compagnia di gente simpatica, in un ristorante di un certo livello dove non stanno certo a disquisire sulle tue calzature (come vedi non sei il solo, Rei).
E non mi si dica che non si hanno argomenti comuni: il gruppo lombardo è la prova tangibile che si può trascorrere insieme una giornata scalza spiaccicando, sì e no, una decina di parole in tutto sui piedi nudi.
La gente, poi, ti ferma e si informa più volentieri che se fossi da solo, perché spinta dalla curiosità: sei religioso, protesti per qualcosa, appartieni a qualche gruppo speciale (eccome!), non sei il singolo eccentrico potenzialmente pericoloso, sei il simbolo di qualcosa, sei in veste ufficiale, sei in rappresentanza.
Io la vedo così, ma se non la pensate come me non sputatemi in un occhio (almeno in tutti e due).
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Niuno ha sputacchiato fin ora e nemmeno io lo faro` visto che sono sempre stata dell'idea che i raduni siano importanti.
Ma la storia che diceva in ultimo Enzo del testimone e soddisfazione, sicuramente a te Lucignolo e altri qui nel forum non e` nuova...., andare scalzi poi in compagnia di calzati che non hanno un problema con lo scalzismo del compagno, amico, fratello o chi gli e` vicino, e` anche bello e permette la maggior parte delle volte di evitare le domande.
In gruppo invece gia` di per se` come diceva Luci attira di piu` l'occhio e quindi piu` domande di interessati o curiosi a cui si dovrebbe sempre rispondere gentilmente ma non troppo a lungo... e lasciandogli l'indirizzo del sito, e quindi anche vantaggi per allargare il giro dei gimnopodisti e in ogni modo la conoscenza della possibilita` naturale e salutare di farlo che da quanto ho letto sopra sembra finita nel dimenticatoio dai molti.
In sintesi anche quelli che non amano i raduni, per il ben comune si potrebbero sforzare un pochino e magari poi scoprire come dice Luci, e come abbiamo letto tutti dai racconti delle giornate degli incontri e raduni fin ora fatti, che si sono rivelate giornate belle e piacevoli per tutti.
ciao c.s.
Ma la storia che diceva in ultimo Enzo del testimone e soddisfazione, sicuramente a te Lucignolo e altri qui nel forum non e` nuova...., andare scalzi poi in compagnia di calzati che non hanno un problema con lo scalzismo del compagno, amico, fratello o chi gli e` vicino, e` anche bello e permette la maggior parte delle volte di evitare le domande.
In gruppo invece gia` di per se` come diceva Luci attira di piu` l'occhio e quindi piu` domande di interessati o curiosi a cui si dovrebbe sempre rispondere gentilmente ma non troppo a lungo... e lasciandogli l'indirizzo del sito, e quindi anche vantaggi per allargare il giro dei gimnopodisti e in ogni modo la conoscenza della possibilita` naturale e salutare di farlo che da quanto ho letto sopra sembra finita nel dimenticatoio dai molti.
In sintesi anche quelli che non amano i raduni, per il ben comune si potrebbero sforzare un pochino e magari poi scoprire come dice Luci, e come abbiamo letto tutti dai racconti delle giornate degli incontri e raduni fin ora fatti, che si sono rivelate giornate belle e piacevoli per tutti.
ciao c.s.
Re: Paure: facciamo il punto
"Vi ricordo che una lettera scritta ad una certa compagnia navale dalla nostra associazione, cioè da un insieme di individui, pochi finché si vuole, ma con un minimo di rappresentanza, è stata praticamente utilizzata come carta igienica, sebbene il testo fosse stato attentamente soppesato da un legale (Ares).
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.[/quote]
Come ho già detto, tutto l'approccio è stato sbagliato, anche se legalmente ineccepibile, perché orientato a spiegare il nostro scalzismo e a chiedere in pratica a degli intolleranti di accettare esplicitamente il nostro modo di essere. L'approccio giusto avrebbe dovuto essere più aggressivo, tipo:
"TU mi hai fatto un sopruso. TU come ti giustifichi?"
Ora si è creato un (ingiusto) precedente contro di noi, quando si avrebbe potuto crearne uno a nostro favore."
Ciao REI,
in linea di principio condivido il tuo ragionamento, ma, anche per le ragioni che ho esposto nel mio post e per altre di natura tecnica (più precisamente di ordine giuridico) che non sto quì ad enuncleare, non essendo questa la sede, ma non sarei così pessimista nelle conclusioni: non ritengo cioé che si sia creato un precedente "sfavorevole".
Quand'anche il reclamante (Flavio) avesse lamentato apertamente ed in modo più incisivo di essere stato vittima di un sopruso (perché tutti conveniamo che così è stato) chiedendo - ulteriori, avendone la Grimaldi già date - giustificazioni, è altamente probabile che la Compagnia non avrebbe dato risposte diverse da quelle poi pervenute. Ed allora ne sarebbe scaturita una polemica sterile, e , per coerenza (non si può lanciare il sasso e poi nascondere la mano), si sarebbe dovuta rimettere la questione al vaglio dell'autorità giudiziariaa. Credo che non fosse proprio questo l'obiettivo del reclamante e del Club che ha sostenuto le sue ragioni, quanto quello di sensibilizzare, o meglio cominciare a sensibilizzare gli "intolleranti" di turno sul tema.
Come già evidenziato, resto dell'avviso che, dato al grado attuale di efficienza della giusitizia e della burocrazia in ganerale in Italia (complice l'impreparazione tecnica del Legislatore ed il diffuso malcostume politico di una buona parte degli amministratori pubblici, a tutti i livelli), è spesso consiglibile precorrere altre strade che possono alla fine rivelarsi più efficaci della via giudiziaria.
Non diamoci per vinti, quindi ....
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.[/quote]
Come ho già detto, tutto l'approccio è stato sbagliato, anche se legalmente ineccepibile, perché orientato a spiegare il nostro scalzismo e a chiedere in pratica a degli intolleranti di accettare esplicitamente il nostro modo di essere. L'approccio giusto avrebbe dovuto essere più aggressivo, tipo:
"TU mi hai fatto un sopruso. TU come ti giustifichi?"
Ora si è creato un (ingiusto) precedente contro di noi, quando si avrebbe potuto crearne uno a nostro favore."
Ciao REI,
in linea di principio condivido il tuo ragionamento, ma, anche per le ragioni che ho esposto nel mio post e per altre di natura tecnica (più precisamente di ordine giuridico) che non sto quì ad enuncleare, non essendo questa la sede, ma non sarei così pessimista nelle conclusioni: non ritengo cioé che si sia creato un precedente "sfavorevole".
Quand'anche il reclamante (Flavio) avesse lamentato apertamente ed in modo più incisivo di essere stato vittima di un sopruso (perché tutti conveniamo che così è stato) chiedendo - ulteriori, avendone la Grimaldi già date - giustificazioni, è altamente probabile che la Compagnia non avrebbe dato risposte diverse da quelle poi pervenute. Ed allora ne sarebbe scaturita una polemica sterile, e , per coerenza (non si può lanciare il sasso e poi nascondere la mano), si sarebbe dovuta rimettere la questione al vaglio dell'autorità giudiziariaa. Credo che non fosse proprio questo l'obiettivo del reclamante e del Club che ha sostenuto le sue ragioni, quanto quello di sensibilizzare, o meglio cominciare a sensibilizzare gli "intolleranti" di turno sul tema.
Come già evidenziato, resto dell'avviso che, dato al grado attuale di efficienza della giusitizia e della burocrazia in ganerale in Italia (complice l'impreparazione tecnica del Legislatore ed il diffuso malcostume politico di una buona parte degli amministratori pubblici, a tutti i livelli), è spesso consiglibile precorrere altre strade che possono alla fine rivelarsi più efficaci della via giudiziaria.
Non diamoci per vinti, quindi ....
Ares- Numero di messaggi : 169
Data d'iscrizione : 03.01.08
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