Paure: facciamo il punto
+6
Ares
Andrea77
lucignolo
Enzo
contessa scalza
Rei
10 partecipanti
Pagina 2 di 2
Pagina 2 di 2 • 1, 2
Paure: facciamo il punto
Promemoria primo messaggio :
Visto che l'altro topic è diventato troppo lungo e ogni tanto sbanda, ricominciamo.
1) viviamo in una società di calzati, dove la pubblicità e la persuasione occulta ci spinge ad indossare le scarpe in ogni luogo ed in ogni momento, ma ci spinge anche ad avere uno o meglio due cellulari, a cambiarli almeno una volta all'anno, eccetera eccetera.
2) ci sono comportamenti che sono codificati ed accettati da tutti (non si gira nudi per le strade, non si sputa addosso alla gente, ecc.) e chi li viola è sanzionato dalla legge o, qualora il comportamento non si configuri come reato, dalla riprovazione generale.
3) ci sono comportamenti che sono tenuti solo da una minoranza, ma che sono ammessi e/o tollerati, salvo da un piccolo gruppo di intolleranti. Ad esempio portare tatuaggi vistosi, indossare pantaloni col cavallo all'altezza delle ginocchia, andare solo in bicicletta e non possedere l'auto, eccetera. Spesso chi adotta questi comportamenti si aggrega in "tribù" sociali, codificate (un'associazione di ciclisti) o totalmente senza regole (quelli che usano un certo codice di abbigliamento: si identificano come membri di un gruppo sociale ma non hanno associazioni codificate).
4) Gli intolleranti verso gli appartenenti a queste "tribù" vengono stigmatizzati dalla società e bollati, di volta in volta, come razzisti o semplicemente come poveri imbecilli.
5) Chi appartiene ad una di queste tribù minoritarie, e ne mostra in pubblico i segni distintivi, quando è fuori dalla protezione psicologica del gruppo ed è isolato, istintivamente si sente a disagio, anche se sa di non fare nulla di riprovevole. E' un retaggio istintivo di tempi lontani, quando l'uomo primitivo, con al collo la conchiglia che lo identifica come membro della sua tribù, si trovava di colpo solo in mezzo ad un gruppo armato con il segno distintivo (un osso) della tribù rivale. Un certo disagio, diciamo una fifa blù di lasciarci le penne, era comprensibile. Ancora oggi, sotto il vestiti (e le scarpe) dell'uomo civilizzato, certi istinti apparentemente sopiti spuntano fuori quando meno te lo aspetti. A volte è difficile non sentirsi a disagio, in metropolitana, vestiti (a settembre) da valletti del '700, anche se è il costume obbligatorio dei fattorini che, a Roma, consegnano gli abbonamenti a domicilio del Teatro dell'Opera. In fondo uno sta facendo il suo lavoro. E allora? Cosa sono tutti quegli sguardi? E l'uomo primitivo che è in noi incomincia a percepire nelle mani dei passeggeri lance e pugnali. E' illogico, direbbe Spock, ma senza un certo sforzo di volontà è difficile togliersi quel senso di inquietudine.
6) capita a volte che un intollerante, riesca a trascinare con il suo discorso logico un po' di persone, in quanto il discorso è assolutamente coerente nella sua logica, ha solo il punto di partenza sbagliato. Basta riportare lì il discorso e far notare l'incongruenza e si vede subito come la gente cambi immediatamente atteggiamento. (Ma insomma, è intollerabile che quello spaventi i bambini con i suoi tatuaggi, e immorale che si permetta ad una persona di terrorizzare i bambini... Guardi che noi bambini non siamo spaventati dai tatuaggi, ma dalle sue urla beluine.)
Qui scatta un altro meccanismo sociale: il gruppo è meno intelligente delle persone che lo compongono. Come un leader violento può portare un gruppo di ragazzi al pestaggio di un innocuo barbone, un intollerante con la voce grossa da leader può stimolare l'atteggiamento gregario di alcune persone e portarle a seguirle nella sua azione, in sé riprovevole di attacco censorio, quando non di violenza, verso un membro della minoranza a lui sgradita.
Ma, attenzione! La riuscita dell'attacco necessita di una condizione indispensabile: che la vittima prescelta assuma la condizione psicologica, e quindi gli atteggiamenti, della vittima, si lasci cioè attaccare senza reagire. Io definisco questo l'atteggiamento della preda o dell'agnello. Se invece la persona attaccata si mostra anch'egli altrettanto aggressiva, lo scontro "predatore leader + seguaci" contro "preda" si trasforma in uno scontro per il territorio tra due leader predatori, mentre gli altri stanno a guardare in attesa di seguire il vincitore. Come attirarli a sé? Mostrando che il vero pericolo è l'altro. Dato che lo scontro non è mai fisico, ma dialettico, la strategia giusta è spostare immediatamente il discorso dal proprio comportamento ("diverso" ma innocuo e legale) al comportamento moralmente condannabile dell'intollerante; il sottotesto, che non deve essere dichiarato, ma sotteso in modo che gli altri lo percepiscano come un pensiero proprio, deve essere: "Oggi quello aggredisce per un tatuaggio (un piede nudo, un capello rasta, una pelle di colore diverso, ecc.) domani potrebbe aggredire me per i miei occhi marroni o i pantaloni a vita bassa." Se questo discorso arriva, è fatta.
7) Ci sono persone che hanno paure e paranoie ingiustificate, che si configurano a volte in patologie ben precise: agorafobia, claustrofobia, paura di volare, tra le più conosciute. Sono paure irrazionali, che portano alla persona sofferenze e privazioni facilmente evitabili. In forma leggera, tutte le persone normali ne hanno qualcuna e con un po' di autoanalisi possono facilmente superarle. Altro discorso, cheesula da questo post, quelle gravi, che hanno bisogno di interventi di specialisti.
8] Un gimnopodista (era tanto che non si usava questo termine, smettiamo di fare i provinciali che usano termini inglesi a sproposito) fa parte di una minoranza troppo piccola, la sua tribù è troppo sparsa per dargli il conforto e la sicurezza del gruppo e quindi, soprattutto agli inizi, è normale che si faccia prendere da piccole paranoie. E se mi vedono, cosa penserà la gente, se entro in quel negozio mi butteranno fuori? Poi viene un percorso personale di crescita che un po' alla volta ci porta a vincere queste paure. Non succede solo con lo scalzismo, ma per ogni attività umana. Tutti ricordano le paure adolescenziali di dichiararsi alla persona amata in silenzio. Poi, crescendo, ci si è accorti che dichiararsi non provoca cataclismi, che prendersi un due di picche non è la fine del mondo, ma che quando invece la persona dice sì, WOW!!! Ma quello che non si fa mai avanti e si autoinganna dicendosi sicuro, anche davanti ad evidenti prove contrarie, che riceverà un no, beh, si perde qualcosa di molto bello.
9) Sperimentare o fasciarsi la testa? Torniamo ai nostri adolescenti: chi si da perdente in partenza, assume un atteggiamento colpevole, come se avere un infatuazione e, peggio, dichiararla fosse un reato da pena capitale. Così, anche se, spinto dagli altri, provasse a dichiararsi, il suo atteggiamento di uno che si vergogna del "reato" che sta commettendo, gli toglierebbe ogni possibilità di successo. E quindi finisce per fasciarsi la testa prima di rompersela, teorizzando che l'intero universo delle persone dell'altro sesso (o del proprio, dipende dai gusti) non solo gli dirà sempre e solo no, ma lo picchierà pure. Questa si chiama paranoia. In forma leggera, ripeto, ne soffre in un modo o nell'altro ogni persona normale e sana di mente. E' una forma così leggera che un giorno scatta qualcosa, si osa l'inosabile e funziona! E allora si acquista sicurezza, le paure svaniscono e la vita diventa meravigliosa. Non si invidia più l'amico/a sicuro di sé, siamo noi quelli sicuri di sé, la vita ci sorride... fino a che non ci inventiamo un'altra piccola paranoia ed il giro ricomincia.
10) Tra i soci, i postanti e i semplici lettori di questo forum possiamo individuare tre tipologie psicologiche: il primo è il lupo di mare rotto a tutte le esperienze, che è andato anche all'Opera scalzo e che NON è stato buttato fuori, oppure se ne va in giro scalza per il mondo con al seguito due figli altrettanto scalzi e quindi SA, per aver toccato con mano, che certe paranoie non hanno riscontri reali. Poi abbiamo l'esploratore neofita, che si trova a scoprire un territorio nuovo, attraente ma sconosciuto, di cui non conosce i pericoli e che quindi si muove con prudenza, circospezione e una certa naturale e giustificatissima fifa. Il terzo tipo, ahimè, è la "Testa fasciata", che, pur muovendosi bene scalzo in un territorio delimitato e/o con la protezione del gruppo, non osa esplorare i territori sconosciuti, proclamandoli sicuramente pericolosi e addirittura mortali, ignorando sia i resoconti degli altri esploratori, sia la realtà dei fatti di quando, suo malgrado, si trova in questi luoghi da lui ritenuti pericolosi e mortali e che invece si rivelano innocui e piacevoli. Diventa quindi difficile, per i lupi di mare, rassicurare i neofiti e spingerli ad esplorare nuovi territori, quando le Teste fasciate trasmettono le loro paure ingiustificate. E il lupi di mare un po' si incazzano. Però questo non toglie che rimangano disponibili, anche quando minacciano dimissioni, ad aiutare le Teste fasciate a vincere le proprie paure.
11) Una Testa fasciata può vincere la sua paranoia, ma può farlo solo trovando in se stesso la forza per vincerla. Un lupo di mare, ma anche un esploratore neofita, potrò dargli uno stimolo, magari portandolo a ristorante e mostrandoli l'entusiasmo della cinesina per il suo scalzismo, ma nessun fatto, nessuna realtà oggettiva potrà scalfire il muro di paura che uno ha dentro, se non si decide di abbatterlo, anche un po' alla volta, da dentro.
12) Sono stato una Testa fasciata da adolescente nei rapporti con le ragazze, sono stato una Testa fasciata agli inizi della mia carriera lavorativa e questo l'ha condizionata negativamente facendola decollare con molto ritardo, nonostante tutti si chiedessero perché, malgrado il mio talento indiscusso e superiore a quelli che andavano avanti, restassi al palo. Non sono e non sarò una Testa fasciata per lo scalzismo (grazie, ho già dato), ma vorrei che altri non soffrissero come ho sofferto io la condizione di Testa fasciata. E per questo da parte mia ci sarà sempre una mano tesa... o un bel calcione nel sedere, che spesso è più utile, parlo ancora per esperienza personale, a sbloccare certe paranoie. Personalmente sono molto grato a chi, al momento giusto, mi ha fato quel calcione che mi ha letteralmente lanciato sulla via del superamento della paranoia.
P.s.: per la serie predicare bene e razzolare male, siate brevi, I post lunghi annoiano.
Visto che l'altro topic è diventato troppo lungo e ogni tanto sbanda, ricominciamo.
1) viviamo in una società di calzati, dove la pubblicità e la persuasione occulta ci spinge ad indossare le scarpe in ogni luogo ed in ogni momento, ma ci spinge anche ad avere uno o meglio due cellulari, a cambiarli almeno una volta all'anno, eccetera eccetera.
2) ci sono comportamenti che sono codificati ed accettati da tutti (non si gira nudi per le strade, non si sputa addosso alla gente, ecc.) e chi li viola è sanzionato dalla legge o, qualora il comportamento non si configuri come reato, dalla riprovazione generale.
3) ci sono comportamenti che sono tenuti solo da una minoranza, ma che sono ammessi e/o tollerati, salvo da un piccolo gruppo di intolleranti. Ad esempio portare tatuaggi vistosi, indossare pantaloni col cavallo all'altezza delle ginocchia, andare solo in bicicletta e non possedere l'auto, eccetera. Spesso chi adotta questi comportamenti si aggrega in "tribù" sociali, codificate (un'associazione di ciclisti) o totalmente senza regole (quelli che usano un certo codice di abbigliamento: si identificano come membri di un gruppo sociale ma non hanno associazioni codificate).
4) Gli intolleranti verso gli appartenenti a queste "tribù" vengono stigmatizzati dalla società e bollati, di volta in volta, come razzisti o semplicemente come poveri imbecilli.
5) Chi appartiene ad una di queste tribù minoritarie, e ne mostra in pubblico i segni distintivi, quando è fuori dalla protezione psicologica del gruppo ed è isolato, istintivamente si sente a disagio, anche se sa di non fare nulla di riprovevole. E' un retaggio istintivo di tempi lontani, quando l'uomo primitivo, con al collo la conchiglia che lo identifica come membro della sua tribù, si trovava di colpo solo in mezzo ad un gruppo armato con il segno distintivo (un osso) della tribù rivale. Un certo disagio, diciamo una fifa blù di lasciarci le penne, era comprensibile. Ancora oggi, sotto il vestiti (e le scarpe) dell'uomo civilizzato, certi istinti apparentemente sopiti spuntano fuori quando meno te lo aspetti. A volte è difficile non sentirsi a disagio, in metropolitana, vestiti (a settembre) da valletti del '700, anche se è il costume obbligatorio dei fattorini che, a Roma, consegnano gli abbonamenti a domicilio del Teatro dell'Opera. In fondo uno sta facendo il suo lavoro. E allora? Cosa sono tutti quegli sguardi? E l'uomo primitivo che è in noi incomincia a percepire nelle mani dei passeggeri lance e pugnali. E' illogico, direbbe Spock, ma senza un certo sforzo di volontà è difficile togliersi quel senso di inquietudine.
6) capita a volte che un intollerante, riesca a trascinare con il suo discorso logico un po' di persone, in quanto il discorso è assolutamente coerente nella sua logica, ha solo il punto di partenza sbagliato. Basta riportare lì il discorso e far notare l'incongruenza e si vede subito come la gente cambi immediatamente atteggiamento. (Ma insomma, è intollerabile che quello spaventi i bambini con i suoi tatuaggi, e immorale che si permetta ad una persona di terrorizzare i bambini... Guardi che noi bambini non siamo spaventati dai tatuaggi, ma dalle sue urla beluine.)
Qui scatta un altro meccanismo sociale: il gruppo è meno intelligente delle persone che lo compongono. Come un leader violento può portare un gruppo di ragazzi al pestaggio di un innocuo barbone, un intollerante con la voce grossa da leader può stimolare l'atteggiamento gregario di alcune persone e portarle a seguirle nella sua azione, in sé riprovevole di attacco censorio, quando non di violenza, verso un membro della minoranza a lui sgradita.
Ma, attenzione! La riuscita dell'attacco necessita di una condizione indispensabile: che la vittima prescelta assuma la condizione psicologica, e quindi gli atteggiamenti, della vittima, si lasci cioè attaccare senza reagire. Io definisco questo l'atteggiamento della preda o dell'agnello. Se invece la persona attaccata si mostra anch'egli altrettanto aggressiva, lo scontro "predatore leader + seguaci" contro "preda" si trasforma in uno scontro per il territorio tra due leader predatori, mentre gli altri stanno a guardare in attesa di seguire il vincitore. Come attirarli a sé? Mostrando che il vero pericolo è l'altro. Dato che lo scontro non è mai fisico, ma dialettico, la strategia giusta è spostare immediatamente il discorso dal proprio comportamento ("diverso" ma innocuo e legale) al comportamento moralmente condannabile dell'intollerante; il sottotesto, che non deve essere dichiarato, ma sotteso in modo che gli altri lo percepiscano come un pensiero proprio, deve essere: "Oggi quello aggredisce per un tatuaggio (un piede nudo, un capello rasta, una pelle di colore diverso, ecc.) domani potrebbe aggredire me per i miei occhi marroni o i pantaloni a vita bassa." Se questo discorso arriva, è fatta.
7) Ci sono persone che hanno paure e paranoie ingiustificate, che si configurano a volte in patologie ben precise: agorafobia, claustrofobia, paura di volare, tra le più conosciute. Sono paure irrazionali, che portano alla persona sofferenze e privazioni facilmente evitabili. In forma leggera, tutte le persone normali ne hanno qualcuna e con un po' di autoanalisi possono facilmente superarle. Altro discorso, cheesula da questo post, quelle gravi, che hanno bisogno di interventi di specialisti.
8] Un gimnopodista (era tanto che non si usava questo termine, smettiamo di fare i provinciali che usano termini inglesi a sproposito) fa parte di una minoranza troppo piccola, la sua tribù è troppo sparsa per dargli il conforto e la sicurezza del gruppo e quindi, soprattutto agli inizi, è normale che si faccia prendere da piccole paranoie. E se mi vedono, cosa penserà la gente, se entro in quel negozio mi butteranno fuori? Poi viene un percorso personale di crescita che un po' alla volta ci porta a vincere queste paure. Non succede solo con lo scalzismo, ma per ogni attività umana. Tutti ricordano le paure adolescenziali di dichiararsi alla persona amata in silenzio. Poi, crescendo, ci si è accorti che dichiararsi non provoca cataclismi, che prendersi un due di picche non è la fine del mondo, ma che quando invece la persona dice sì, WOW!!! Ma quello che non si fa mai avanti e si autoinganna dicendosi sicuro, anche davanti ad evidenti prove contrarie, che riceverà un no, beh, si perde qualcosa di molto bello.
9) Sperimentare o fasciarsi la testa? Torniamo ai nostri adolescenti: chi si da perdente in partenza, assume un atteggiamento colpevole, come se avere un infatuazione e, peggio, dichiararla fosse un reato da pena capitale. Così, anche se, spinto dagli altri, provasse a dichiararsi, il suo atteggiamento di uno che si vergogna del "reato" che sta commettendo, gli toglierebbe ogni possibilità di successo. E quindi finisce per fasciarsi la testa prima di rompersela, teorizzando che l'intero universo delle persone dell'altro sesso (o del proprio, dipende dai gusti) non solo gli dirà sempre e solo no, ma lo picchierà pure. Questa si chiama paranoia. In forma leggera, ripeto, ne soffre in un modo o nell'altro ogni persona normale e sana di mente. E' una forma così leggera che un giorno scatta qualcosa, si osa l'inosabile e funziona! E allora si acquista sicurezza, le paure svaniscono e la vita diventa meravigliosa. Non si invidia più l'amico/a sicuro di sé, siamo noi quelli sicuri di sé, la vita ci sorride... fino a che non ci inventiamo un'altra piccola paranoia ed il giro ricomincia.
10) Tra i soci, i postanti e i semplici lettori di questo forum possiamo individuare tre tipologie psicologiche: il primo è il lupo di mare rotto a tutte le esperienze, che è andato anche all'Opera scalzo e che NON è stato buttato fuori, oppure se ne va in giro scalza per il mondo con al seguito due figli altrettanto scalzi e quindi SA, per aver toccato con mano, che certe paranoie non hanno riscontri reali. Poi abbiamo l'esploratore neofita, che si trova a scoprire un territorio nuovo, attraente ma sconosciuto, di cui non conosce i pericoli e che quindi si muove con prudenza, circospezione e una certa naturale e giustificatissima fifa. Il terzo tipo, ahimè, è la "Testa fasciata", che, pur muovendosi bene scalzo in un territorio delimitato e/o con la protezione del gruppo, non osa esplorare i territori sconosciuti, proclamandoli sicuramente pericolosi e addirittura mortali, ignorando sia i resoconti degli altri esploratori, sia la realtà dei fatti di quando, suo malgrado, si trova in questi luoghi da lui ritenuti pericolosi e mortali e che invece si rivelano innocui e piacevoli. Diventa quindi difficile, per i lupi di mare, rassicurare i neofiti e spingerli ad esplorare nuovi territori, quando le Teste fasciate trasmettono le loro paure ingiustificate. E il lupi di mare un po' si incazzano. Però questo non toglie che rimangano disponibili, anche quando minacciano dimissioni, ad aiutare le Teste fasciate a vincere le proprie paure.
11) Una Testa fasciata può vincere la sua paranoia, ma può farlo solo trovando in se stesso la forza per vincerla. Un lupo di mare, ma anche un esploratore neofita, potrò dargli uno stimolo, magari portandolo a ristorante e mostrandoli l'entusiasmo della cinesina per il suo scalzismo, ma nessun fatto, nessuna realtà oggettiva potrà scalfire il muro di paura che uno ha dentro, se non si decide di abbatterlo, anche un po' alla volta, da dentro.
12) Sono stato una Testa fasciata da adolescente nei rapporti con le ragazze, sono stato una Testa fasciata agli inizi della mia carriera lavorativa e questo l'ha condizionata negativamente facendola decollare con molto ritardo, nonostante tutti si chiedessero perché, malgrado il mio talento indiscusso e superiore a quelli che andavano avanti, restassi al palo. Non sono e non sarò una Testa fasciata per lo scalzismo (grazie, ho già dato), ma vorrei che altri non soffrissero come ho sofferto io la condizione di Testa fasciata. E per questo da parte mia ci sarà sempre una mano tesa... o un bel calcione nel sedere, che spesso è più utile, parlo ancora per esperienza personale, a sbloccare certe paranoie. Personalmente sono molto grato a chi, al momento giusto, mi ha fato quel calcione che mi ha letteralmente lanciato sulla via del superamento della paranoia.
P.s.: per la serie predicare bene e razzolare male, siate brevi, I post lunghi annoiano.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Consentimi di dissentire.Enzo ha scritto:Se i più devono nascondersi e altri sono allergici ai raduni, che poi hanno un impatto minimo nei confronti della società, aggiungendo una certa educazione ansiosa trasmessa ai figli, penso che i cambiamenti di mentalità tarderanno a venire.
I raduni: vero, non sono indispensabili e lo scalzista navigato (ma è un paragore che non regge, raro quanto il vero campione dello sport) si può muovere senza bisogno di sensi di appartenenza ed infischiandosene del parere degli altri.
Non voglio assolutamente mettere in dubbio l'autenticità di chi si dichiara gimnopodista in incognito (in fin dei conti è un'autocertificazione, però non sanzionabile in caso di dichiarazioni false e mendaci), ma sostengo il valore dei raduni, perché oltre a rinforzare un senso di appartenenza ad una tribù, infonde maggiore fiducia in chi si trova supportato nell'affrontare situazioni difficili da sostenere come singolo individuo.
Poi aggiungiamo il fatto che, con la scusa di camminare scalzi insieme, si possono visitare belle località e gustare una lauta cenetta in compagnia di gente simpatica, in un ristorante di un certo livello dove non stanno certo a disquisire sulle tue calzature (come vedi non sei il solo, Rei).
E non mi si dica che non si hanno argomenti comuni: il gruppo lombardo è la prova tangibile che si può trascorrere insieme una giornata scalza spiaccicando, sì e no, una decina di parole in tutto sui piedi nudi.
La gente, poi, ti ferma e si informa più volentieri che se fossi da solo, perché spinta dalla curiosità: sei religioso, protesti per qualcosa, appartieni a qualche gruppo speciale (eccome!), non sei il singolo eccentrico potenzialmente pericoloso, sei il simbolo di qualcosa, sei in veste ufficiale, sei in rappresentanza.
Io la vedo così, ma se non la pensate come me non sputatemi in un occhio (almeno in tutti e due).
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Niuno ha sputacchiato fin ora e nemmeno io lo faro` visto che sono sempre stata dell'idea che i raduni siano importanti.
Ma la storia che diceva in ultimo Enzo del testimone e soddisfazione, sicuramente a te Lucignolo e altri qui nel forum non e` nuova...., andare scalzi poi in compagnia di calzati che non hanno un problema con lo scalzismo del compagno, amico, fratello o chi gli e` vicino, e` anche bello e permette la maggior parte delle volte di evitare le domande.
In gruppo invece gia` di per se` come diceva Luci attira di piu` l'occhio e quindi piu` domande di interessati o curiosi a cui si dovrebbe sempre rispondere gentilmente ma non troppo a lungo... e lasciandogli l'indirizzo del sito, e quindi anche vantaggi per allargare il giro dei gimnopodisti e in ogni modo la conoscenza della possibilita` naturale e salutare di farlo che da quanto ho letto sopra sembra finita nel dimenticatoio dai molti.
In sintesi anche quelli che non amano i raduni, per il ben comune si potrebbero sforzare un pochino e magari poi scoprire come dice Luci, e come abbiamo letto tutti dai racconti delle giornate degli incontri e raduni fin ora fatti, che si sono rivelate giornate belle e piacevoli per tutti.
ciao c.s.
Ma la storia che diceva in ultimo Enzo del testimone e soddisfazione, sicuramente a te Lucignolo e altri qui nel forum non e` nuova...., andare scalzi poi in compagnia di calzati che non hanno un problema con lo scalzismo del compagno, amico, fratello o chi gli e` vicino, e` anche bello e permette la maggior parte delle volte di evitare le domande.
In gruppo invece gia` di per se` come diceva Luci attira di piu` l'occhio e quindi piu` domande di interessati o curiosi a cui si dovrebbe sempre rispondere gentilmente ma non troppo a lungo... e lasciandogli l'indirizzo del sito, e quindi anche vantaggi per allargare il giro dei gimnopodisti e in ogni modo la conoscenza della possibilita` naturale e salutare di farlo che da quanto ho letto sopra sembra finita nel dimenticatoio dai molti.
In sintesi anche quelli che non amano i raduni, per il ben comune si potrebbero sforzare un pochino e magari poi scoprire come dice Luci, e come abbiamo letto tutti dai racconti delle giornate degli incontri e raduni fin ora fatti, che si sono rivelate giornate belle e piacevoli per tutti.
ciao c.s.
Re: Paure: facciamo il punto
"Vi ricordo che una lettera scritta ad una certa compagnia navale dalla nostra associazione, cioè da un insieme di individui, pochi finché si vuole, ma con un minimo di rappresentanza, è stata praticamente utilizzata come carta igienica, sebbene il testo fosse stato attentamente soppesato da un legale (Ares).
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.[/quote]
Come ho già detto, tutto l'approccio è stato sbagliato, anche se legalmente ineccepibile, perché orientato a spiegare il nostro scalzismo e a chiedere in pratica a degli intolleranti di accettare esplicitamente il nostro modo di essere. L'approccio giusto avrebbe dovuto essere più aggressivo, tipo:
"TU mi hai fatto un sopruso. TU come ti giustifichi?"
Ora si è creato un (ingiusto) precedente contro di noi, quando si avrebbe potuto crearne uno a nostro favore."
Ciao REI,
in linea di principio condivido il tuo ragionamento, ma, anche per le ragioni che ho esposto nel mio post e per altre di natura tecnica (più precisamente di ordine giuridico) che non sto quì ad enuncleare, non essendo questa la sede, ma non sarei così pessimista nelle conclusioni: non ritengo cioé che si sia creato un precedente "sfavorevole".
Quand'anche il reclamante (Flavio) avesse lamentato apertamente ed in modo più incisivo di essere stato vittima di un sopruso (perché tutti conveniamo che così è stato) chiedendo - ulteriori, avendone la Grimaldi già date - giustificazioni, è altamente probabile che la Compagnia non avrebbe dato risposte diverse da quelle poi pervenute. Ed allora ne sarebbe scaturita una polemica sterile, e , per coerenza (non si può lanciare il sasso e poi nascondere la mano), si sarebbe dovuta rimettere la questione al vaglio dell'autorità giudiziariaa. Credo che non fosse proprio questo l'obiettivo del reclamante e del Club che ha sostenuto le sue ragioni, quanto quello di sensibilizzare, o meglio cominciare a sensibilizzare gli "intolleranti" di turno sul tema.
Come già evidenziato, resto dell'avviso che, dato al grado attuale di efficienza della giusitizia e della burocrazia in ganerale in Italia (complice l'impreparazione tecnica del Legislatore ed il diffuso malcostume politico di una buona parte degli amministratori pubblici, a tutti i livelli), è spesso consiglibile precorrere altre strade che possono alla fine rivelarsi più efficaci della via giudiziaria.
Non diamoci per vinti, quindi ....
La cosa non depone bene e fa capire che è difficile farsi ascoltare da chi fa il finto sordo.[/quote]
Come ho già detto, tutto l'approccio è stato sbagliato, anche se legalmente ineccepibile, perché orientato a spiegare il nostro scalzismo e a chiedere in pratica a degli intolleranti di accettare esplicitamente il nostro modo di essere. L'approccio giusto avrebbe dovuto essere più aggressivo, tipo:
"TU mi hai fatto un sopruso. TU come ti giustifichi?"
Ora si è creato un (ingiusto) precedente contro di noi, quando si avrebbe potuto crearne uno a nostro favore."
Ciao REI,
in linea di principio condivido il tuo ragionamento, ma, anche per le ragioni che ho esposto nel mio post e per altre di natura tecnica (più precisamente di ordine giuridico) che non sto quì ad enuncleare, non essendo questa la sede, ma non sarei così pessimista nelle conclusioni: non ritengo cioé che si sia creato un precedente "sfavorevole".
Quand'anche il reclamante (Flavio) avesse lamentato apertamente ed in modo più incisivo di essere stato vittima di un sopruso (perché tutti conveniamo che così è stato) chiedendo - ulteriori, avendone la Grimaldi già date - giustificazioni, è altamente probabile che la Compagnia non avrebbe dato risposte diverse da quelle poi pervenute. Ed allora ne sarebbe scaturita una polemica sterile, e , per coerenza (non si può lanciare il sasso e poi nascondere la mano), si sarebbe dovuta rimettere la questione al vaglio dell'autorità giudiziariaa. Credo che non fosse proprio questo l'obiettivo del reclamante e del Club che ha sostenuto le sue ragioni, quanto quello di sensibilizzare, o meglio cominciare a sensibilizzare gli "intolleranti" di turno sul tema.
Come già evidenziato, resto dell'avviso che, dato al grado attuale di efficienza della giusitizia e della burocrazia in ganerale in Italia (complice l'impreparazione tecnica del Legislatore ed il diffuso malcostume politico di una buona parte degli amministratori pubblici, a tutti i livelli), è spesso consiglibile precorrere altre strade che possono alla fine rivelarsi più efficaci della via giudiziaria.
Non diamoci per vinti, quindi ....
Ares- Numero di messaggi : 169
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Vi aspetto con piacere e non ne vedo l'ora.Ares ha scritto:Non appena le condizioni meteo e le aumentate ore di luce lo permetteranno - quindi già da marzo - si potrebbe oirganizzre una bella escursione nel sito archeologico di Brescia romana: avevamo chiuso il ciclo degli incontri con Brescia, con Brscia mi piacerebbe riprirlo (ovviamente in serata tutti a mangiare nell'ottimi ristorante che FLAVIO ci aveva fatto scoprire e dove, in barba all'eleganza ed alla qualità del servizio, nessuno di noi indossava scarpe ... ).
Ti dirò di più: stavolta spero di incontrare qualcuno che conosco, tanto per il gusto di vedere che faccia fa!
Venezia o Padova, la mia seconda città?Ares ha scritto:Per il (credo tradizionale) incontro di maggio potremmo spostarci a Nord Est?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Esatto!Ares ha scritto:Credo che non fosse proprio questo l'obiettivo del reclamante e del Club che ha sostenuto le sue ragioni, quanto quello di sensibilizzare, o meglio cominciare a sensibilizzare gli "intolleranti" di turno sul tema.
E continuo a credere che gli intolleranti siano tanti, ma che fra questi solo pochi siano totalmente ciechi e sordi.
È che hanno bisogno di capire e di inquadrarci meglio; una volta capito che siamo innocui, ci lasceranno perdere, forse qualcun'altro ci seguirà.
Ribadisco che il dipendente di GNV non è stato affatto scortese, ma determinato e convinto di fare una cosa giusta: insomma, penso sia stato ben addestrato dalla Compagnia, un efficiente ed acritico ingranaggio di un meccanismo più vasto, come credo anche il Capitano di quella nave.
Lo stesso ingranaggio non ha potuto che partorire la risposta che conosciamo http://f27.parsimony.net/forum67667/messages/6851.htm e, forse, l'ancora più significativa http://f27.parsimony.net/forum67667/messages/6854.htm
Fossi davvero convinto che le cose non si possono cambiare, avrei taciuto e non mi sarei rivolto a voi.
Avete mai considerato ciò?
P.S. Il nostro interlocutore diretto è l'ufficio qualità di GNV.
Io, come responsabile della qualità dell'Unità Operativa presso cui lavoro, non posso che dissentire da tale atteggiamento ottuso, riferentesi a presunte regole di decoro e di civile convivenza inventate e senza alcun supporto legislativo.
Mi vergogno per loro.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Come credo di avere gia' scritto piu' volte, nessuno ma proprio nessuno si permetterebbe di negare l'accesso ad un qualsivoglia locale a chi e' coperto di piercings, di tatuaggi, ha i capelli rasta, o comunque si abbiglia in maniera inusuale. Chi ha i capelli rasta, non dubito che piu' di una testa vuota pensi, nella privacy del proprio cervellino, che "ha i capelli sporchi" o comunque "indecorosi". Ma nessuno si permetterebbe di negargli l'accesso, e lascio a Voi le conclusioni su cosa succederebbe se qualcuno ci provasse. Chi viene a infastidire uno scalzo (e il numero di costoro e' davvero infimo) e' una persona ridicola, meschina, e poco intelligente, che va trattato come tale ed istantaneamente tutti quanti se ne dissocieranno. Infatti nessuno si permette di infastidire chi ha i capelli rasta, e questo non dipende dal fatto che sono "di piu'" o "meglio organizzati", anzi quanto ne so (correggetemi se sbaglio) non esistono "club delle teste rasta" ne' forum su come difendersi dai soprusi nei confronti di chi porta quell'acconciatura, esistono invece persone che con piacere e con orgoglio esibiscono quello stile, esistono parrucchieri che sono specializzati in acconciature rasta (ma esistono anche parrucchieri che non lo sono, e che fanno senza problemi acconciature rasta a chi le richiede) e, mi immagino, esisteranno forse forum o siti internet con le indicazioni per farsele da soli, ma non certo incentrati sulla fissa del sopruso che quelli con un taglio di capelli militare (o magari i calvi) eventualmente possono avere in mente di attuare nei confronti di chi ha i capelli rasta. Ne' mi risulta che esista un forum dei preti vecchia maniera, con la gonnella, che discutono di come difendersi da chi nega loro l'accesso a locali e supermercati; visto che la societa' contemporanea non ha molta simpatia per i preti e tanto meno per i preti pre-concilio, sono certa che in molti sarebbero felici di cogliere il pretesto dell'abito, se non fosse che una stupidata cosi' ridicola si ritorcerebbe loro contro. (Neanche i clienti con la djellabija - e non sono benvoluti dal cretino medio - vengono sbattuti fuori...) Qui le cose si sono messe molto diversamente e io credo che ci si debba domandare il perche', io credo che ci si debba domandare come si e' giunti a questo assurdo. A chi scrive che un mese di polemiche rischia di rovinare anni di lavoro, io mi permetto di replicare che queste cose, che le penso non da ieri (e che le ho anche scritte e qualche volta sono finite a verbale del consiglio direttivo e quindi lette sul forum), fin troppo a lungo le ho evitate di scrivere, e non mi sembra che il risultato sia stato incoraggiante, forse e' un caso se in pochi si riconoscono nell'immagine dello scalzo qui proposta e quindi se in pochi si associano, ma forse no? Andare scalzi come farsi tatuare e' una scelta personalissima e non credo proprio che esistano siti per incoraggiare a tatuarsi chi e' poco convinto a farlo o dove andare a cercare sostegno se si e' poco convinti a farlo o dove chi ha un tatuaggio in volto puo' andare a passeggio con altri tatuati che lo aspettano fuori dal laboratorio per superare l'imbarazzo subito dopo che se lo e' fatto fare, esisteranno forse siti dove discutere dei disegni da farsi tatuare ma tutto il resto credo che converrete con me che sarebbe assurdo. A chi scrive di tutti questi cerberi che con agguerrita prepotenza impedirebbero loro di andare scalzi in qualunque luogo che non sia la strada e coi quali non desidera cercare lo scontro, faccio un piccolo invito: i sandali, flipflop, o quello che e', indossateli platealmente di fronte al cerbero facendo ben presente che voi andate scalzi e che entrereste scalzi ma che invece farete al cerbero la cortesia di calzarvi a *suo* beneficio; scoprirete che, a meno di non andare al cantiere o altro luogo in cui puo' avere un senso indossare calzature, il cerbero (o presunto tale) strillera' a gran voce che a lui non da' affatto fastidio e, prego, d'accomodarsi; inoltre se andate al cantiere o simili, il cerbero nei 30 secondi che vi fermate per indossare i portazampe, vi avra' fatto quattro o cinque domande piene d'ammirazione sui vostri piedi liberi, e altre ve ne fara' all'uscita. L'unica e ripeto unica maniera di renderci antipatici e' decidere che esiste un'intolleranza contro gli scalzi da parte della maggioranza di stupidi; questo offende profondamente i presunti stupidi, che qualche volta lo sono ma qualche volta no, inoltre, siccome purtroppo molte persone hanno diretta esperienza, concreta e reale (anche se magari non in prima persona), di che cosa e' davvero il razzismo e l'intolleranza, e' un pochino prevedibile che strillare all'intolleranza quando e' totalmente assente, infastidisce chi ascolta - anche se scalzo. L'unica e ripeto unica maniera di trasmettere il messaggio che andare scalzi e' bello e non e' una vergogna, e' di pensarlo noi. Se poi una persona decide di indossare le scarpe in qualsivoglia circostanza per qualsivoglia ragione, fa benissimo (e questo vale per gli iscritti al club ma vale anche per chi porta abitualmente calzature) e questo non lo rende inferiore o stupido (e questo vale per gli iscritti al club ma vale anche per chi porta abitualmente calzature) altra cosa e' stabilire che chi eventualmente decidesse in circostanze analoghe di continuare ad andare scalzo e' un maleducato, un piantagrane, eccetera, cosa che trovo inaccettabile, indipendentemente da quali calzature porta o non porta chi lo dice. La GNV ha a mio avviso fornito una risposta adeguata ad una lettera ipocrita che parlava di discriminazione; il che avrebbe potuto essere difendibile, se l'intento fosse stato di attuare una battaglia civile - ma nessuno di noi, ammettiamolo, e' interessato a presentarsi all'imbarco la settimana successiva, calzato, ma in compagnia di una dozzina di utenti della mensa della caritas ai quali col pretesto del "codice d'abbigliamento" potrebbe essere negato l'accesso. (Anche se personalmente ammirerei chi lo facesse, e di sicuro firmerei in suo sostegno). Si tratta quindi di una scelta, non di diritti civili, ma di costume, i piedi liberi non sono ne' piu' ne' meno indecenti dei piercing visibili o dei tatuaggi in volto o delle acconciature o abbigliamenti inconsueti; pero', allora, non bisogna vergognarsene, non bisogna considerarlo un piccolo piacere proibito, perche' i vizietti - che la nostra societa' tollera senza problemi, non esiste una riprovazione sociale nei confronti di chi ad es. scarica porno - non si sbattono in faccia alla gente, e farlo, forse non viola nessuna legge, ma di sicuro e' maleducato, e inventarci (noi, perche' i calzati non lo pensano) questa equivalenza e trasmetterla ad un pubblico piu' ampio, e' il peggiore servizio che possiamo fare a noi stessi, ai tanti scalzi che vanno scalzi senza neanche sapere che c'e' un club, e ai nostri figli e a tutti i giovani che stanno crescendo, che scalzi o calzati vogliamo col cervello acceso. Con la solita sincerita'. Daniela
Daniela- Numero di messaggi : 127
Data d'iscrizione : 01.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Cara Daniela, questa frase coglie in pieno il vero punto della situazione: quasi tutte le discriminazioni o proibizioni che si sono verificate proprio perché il "discriminato" ha dato l'impressione, spesso veritiera, di vergognarsene lui/lei per primo.Daniela ha scritto:L'unica e ripeto unica maniera di trasmettere il messaggio che andare scalzi e' bello e non e' una vergogna, e' di pensarlo noi.
Molte delle mie argomentazioni, legali e comportamentali, più che a "combattere" gli "altri", erano mirate a dare fiducia agli scalzisti timorosi. Il messaggio è: "Ti mostro che sei legalmente a posto, così potrai sentirti più sicuro."
Tu parli anche di un modo diverso dal mio di reagire e io dico, se funziona (e funziona!) ben venga. Il punto è che si deve reagire, non subire, infatti:
che è esattamente ciò su cui insisto sempre.Daniela ha scritto:Chi viene a infastidire uno scalzo (e il numero di costoro e' davvero infimo) e' una persona ridicola, meschina, e poco intelligente, che va trattato come tale ed istantaneamente tutti quanti se ne dissocieranno.
Perché se si subisce una volta, si crea un precedente (comportamentale, non legale) che invita a ripetere l'abuso.
Uno studio recente ha confermato che la "folla" tende a seguire le persone che assumo il comportamento da leader, senza soffermarsi a pensare se la via indicata dal "leader" sia la migliore. Se non si reagisce si lascia che rompicoglioni assuma la leadership e nessuno ci spalleggerà, anzi, sia il rompicoglioni che gli altri presenti metabolizzeranno il sopruso come cosa accettabile ed in futuro prenderanno quel precedente come norma comportamentale da utilizzare come regola.
Reagendo, la leadership passa a noi e con essa il favore della gente. In questo modo si stabilisce il precedente positivo.
Concordo anche sulla lettera alla GNV: se, dopo aver reagito al momento nel modo giusto, il tono fosse stato: "Un vostro dipendente ha importunato con motivazioni risibili e inventando regole e regolamenti vessatori e inesistenti un cliente pagante." la risposta sarebbe stata molto, ma molto diversa.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
Mi sembra che il paragone con i tatuaggi possa essere "calzante". Io ne porto addosso tre, tutti legati a momenti della mia vita e tutti assolutamente personali, niente a che fare con quelli pseudoartistici e assolutamente gratuiti che si vedono in giro. Il punto è che avendoli da molti anni non me ne ricordo più e quindi non vedo neanche più gli sguardi di qualche "occhio acuto". Semplicemente fanno parte di me. Credo che questo dovrebbe essere il traguardo. (Per me in effetti lontanissimo per quanto riguarda i piedi)
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Paure: facciamo il punto
Che invidia... è da un pò che mi "preparo" per un tatuaggio molto "personale", fatto a mano (con lo stile tradizionale, bastoncino di bambu con aghi e martelletto) in giappone. Primo di farlo voglio solo essere sicuro di trovare il "sensei" adattoaldo1953 ha scritto:Mi sembra che il paragone con i tatuaggi possa essere "calzante". Io ne porto addosso tre, tutti legati a momenti della mia vita e tutti assolutamente personali, niente a che fare con quelli pseudoartistici e assolutamente gratuiti che si vedono in giro. Il punto è che avendoli da molti anni non me ne ricordo più e quindi non vedo neanche più gli sguardi di qualche "occhio acuto". Semplicemente fanno parte di me. Credo che questo dovrebbe essere il traguardo. (Per me in effetti lontanissimo per quanto riguarda i piedi)
Christian
hadashi- Numero di messaggi : 772
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.05.09
Re: Paure: facciamo il punto
OT sui tatuaggi e poi, se vogliamo continuare, apriamo un altro post.
Ma con tutto il pelo che mi ritrovo, se mi faccio un tatuaggio non si vede neppure, e allora cosa me lo faccio a fare?
Ma con tutto il pelo che mi ritrovo, se mi faccio un tatuaggio non si vede neppure, e allora cosa me lo faccio a fare?
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Paure: facciamo il punto
potresti farti tatuare dei peli, così si integrerebbe perfettamenteRei ha scritto:OT sui tatuaggi e poi, se vogliamo continuare, apriamo un altro post.
Ma con tutto il pelo che mi ritrovo, se mi faccio un tatuaggio non si vede neppure, e allora cosa me lo faccio a fare?
Ok, OT e chiudo!
hadashi- Numero di messaggi : 772
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.05.09
Pagina 2 di 2 • 1, 2
Argomenti simili
» Sistema immunitario e resistenza
» Benventi fra la gente!
» Paure ingiustificate
» Facciamo paura?
» Anche se ero scalzo fino a un certo punto....
» Benventi fra la gente!
» Paure ingiustificate
» Facciamo paura?
» Anche se ero scalzo fino a un certo punto....
Pagina 2 di 2
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.