Perché vado scalzo?
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Perché vado scalzo?
Promemoria primo messaggio :
...
Siccome trovo interessante l'idea di provare a capire le ragioni individuali che ci spingono ad andare in giro a piedi nudi ho pensato di raccogliere il suggerimento di Marco aprendo un topic dedicato.Marc_63 ha scritto:... In questo forum si parla molto spesso del "perchè andare scalzi", ma rarissimamente ho letto interventi sul "perchè io vado scalzo"... Ciascuno di noi è spinto, sicuramente da una ragione diversa... Non sarebbe interessante in questo forum condividere con gli amici le ragioni "personali" che spingono ciascuno di noi a camminare scalzo e a confrontare le nostre ragioni con quelle degli altri?...
Marco53 ha scritto:... Si potrebbe davvero aprire un argomento specifico su questo.
Marco
...
Spiso- Numero di messaggi : 19
Data d'iscrizione : 10.07.10
Re: Perché vado scalzo?
Perché fra di noi c'è uno psichiatra e non uno psicologo.paolo883 ha scritto:Perchè uno psichiatra deve essere meglio di uno psicologo?
Paolo
P.S. non sono psicologo
Non fatemi dire cose che non ho detto.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Perché vado scalzo?
Ciao a tutti.
Gran parte del mio pensiero e la mia evoluzione verso il barefooting l'ho già scritto nel primo topic "mi presento".
Provo a dire in poche parole perchè voglio andare scalzo.
Premesso che lo faccio solo in estate e (per il momento) solo in campagna, quando ho tempo per farlo, posso dire che lo faccio:
1) Perchè mi fa stare bene con me stesso oltre ogni ragionevole dubbio. Il corpo umano è nato per andare scalzo, la scarpa è solo un accessorio "di sicurezza" che dovrebbe essere usato solo per stretta necessità (che senso ha per esempio uno stivale per andare al bar? che senso hanno i sandali se hanno un tacco 12?) Quindi andare scalzo è la cosa più naturale e rilassante che ci sia.
Quando vado scalzo la mia mente "si apre", è come se tutti i problemi miei e del mondo diventassero facilmente risolvibili e comincio a pensare solamente a cose belle.
Apprezzo molto di più l'ambiente in cui vivo, specialmente la natura, è come se mi sentissi parte di un "insieme" incredibilmente meraviglioso (scusate l'eccesso di entusiamo) e come se non devo avere nulla da temere nell'esistere, nell'essere vivo.
Quando vado scalzo ho più voglia di soffermarmi a guardare quanto possono essere belli una montagna, un albero, un insetto che vola, uno scoiattolo che saltella tra i rami, le nuvole che si spostano in cielo.
Sento che ci sono anche io, mi sento in contatto con tutte queste cose e mi sento assolutamente sereno e "protetto", come se nulla potesse nuocermi.
Allo stesso tempo anche io non voglio nuocere all'ambiente di cui faccio parte: da quando vado scalzo ho imparato a non inquinare in maniera proprio meticolosa, evito di lasciare in giro anche solo piccole carte o mozziconi di sigaretta, cosa che prima mi concedevo di fare senza troppi rimorsi.
Perchè quando si cammina scalzi e si incontra l'immondizia lasciata dagli altri ci si rende bene conto di quanto sia un peccato sporcare il mondo che ci ospita e di quanto sarebbe facile evitare di sporcarlo, con piccoli gesti come portarsi dietro un sacchetto.
2) Perchè mi piace percepire il mondo in maniera più dettagliata. Camminando scalzo ho un ricordo in più di un luogo: oltre che un ricordo visivo (che sicuramente resta quello più importante) e olfattivo ho anche un ricordo tattile (così so quanto un bosco è fresco e umido o quanto un sentiero è duro e frastagliato) e quindi un luogo che con le scarpe può apparire banale, senza scarpe magari diventa qualcosa di indimenticabile.
Camminare su un prato curato e fresco è sicuramente bello, ma mi piace tastare anche le foglie secche, il muschio croccante, i rami secchi, la sabbia e la ghiaia, la terra battuta, il fango viscido che tralaltro esercita sul piede un massaggio naturale assolutamente ineguagliabile. Anche entrare spudoratamente in una pozzanghera (non di acqua putrida ovviamente) è una esperienza ineguagliabile che mi fa apprezzare fino in fondo un posto, oltre che vincere ogni mio inutile timore e senso del pudore. Mi rendo conto che non c'è niente di più sicuro della natura stessa e che io sono proprio fatto per starci, senza problemi di sorta. Mentre avendo le scarpe, per evitare di sporcarle, lo stesso posto potrebbe fare "paura" e l'intero corpo e mente si sentirebbero in soggezione.
3) Perchè patisco meno il caldo, ma questo è ovvio. Quindi anche i cattivi odori sono nettamente diminuiti.
4) Perchè mi rendo conto che la mia schiena mantiene una postura più naturale. Ho problemi dolorosi alla schiena da oltre 10 anni, ma da quando vado scalzo sempre più spesso ho notato che il mal di schiena è quasi sparito. Adesso per abitudine, anche quando vado con le scarpe, ho imparato a mantenere la schiena in posizione naturale (d'altro canto però così facendo le scarpe mi danno molto più fastidio del solito).
Inoltre anche tutte le articolazioni delle gambe, andando scalzo, si muovono in maniera più naturale e anche camminando molto la stanchezza arriva più in ritardo.
Quindi è salutare al 100%.
5) Perchè da quando vado scalzo, nella vita ho un approccio più sereno e slanciato anche verso l'altro sesso. Non sto parlando di normali rapporti sociali ma proprio di "approccio sessuale".
Ho fatto delle ricerche a parte a riguardo, però inizia ad essere un argomento più particolare, quindi mi soffermo.
Comunque in parole povere ritengo che vincere il "pudore" nell'andare scalzi può aiutare a vincere anche tanti altri timori ingiustificati nella vita.
Gran parte del mio pensiero e la mia evoluzione verso il barefooting l'ho già scritto nel primo topic "mi presento".
Provo a dire in poche parole perchè voglio andare scalzo.
Premesso che lo faccio solo in estate e (per il momento) solo in campagna, quando ho tempo per farlo, posso dire che lo faccio:
1) Perchè mi fa stare bene con me stesso oltre ogni ragionevole dubbio. Il corpo umano è nato per andare scalzo, la scarpa è solo un accessorio "di sicurezza" che dovrebbe essere usato solo per stretta necessità (che senso ha per esempio uno stivale per andare al bar? che senso hanno i sandali se hanno un tacco 12?) Quindi andare scalzo è la cosa più naturale e rilassante che ci sia.
Quando vado scalzo la mia mente "si apre", è come se tutti i problemi miei e del mondo diventassero facilmente risolvibili e comincio a pensare solamente a cose belle.
Apprezzo molto di più l'ambiente in cui vivo, specialmente la natura, è come se mi sentissi parte di un "insieme" incredibilmente meraviglioso (scusate l'eccesso di entusiamo) e come se non devo avere nulla da temere nell'esistere, nell'essere vivo.
Quando vado scalzo ho più voglia di soffermarmi a guardare quanto possono essere belli una montagna, un albero, un insetto che vola, uno scoiattolo che saltella tra i rami, le nuvole che si spostano in cielo.
Sento che ci sono anche io, mi sento in contatto con tutte queste cose e mi sento assolutamente sereno e "protetto", come se nulla potesse nuocermi.
Allo stesso tempo anche io non voglio nuocere all'ambiente di cui faccio parte: da quando vado scalzo ho imparato a non inquinare in maniera proprio meticolosa, evito di lasciare in giro anche solo piccole carte o mozziconi di sigaretta, cosa che prima mi concedevo di fare senza troppi rimorsi.
Perchè quando si cammina scalzi e si incontra l'immondizia lasciata dagli altri ci si rende bene conto di quanto sia un peccato sporcare il mondo che ci ospita e di quanto sarebbe facile evitare di sporcarlo, con piccoli gesti come portarsi dietro un sacchetto.
2) Perchè mi piace percepire il mondo in maniera più dettagliata. Camminando scalzo ho un ricordo in più di un luogo: oltre che un ricordo visivo (che sicuramente resta quello più importante) e olfattivo ho anche un ricordo tattile (così so quanto un bosco è fresco e umido o quanto un sentiero è duro e frastagliato) e quindi un luogo che con le scarpe può apparire banale, senza scarpe magari diventa qualcosa di indimenticabile.
Camminare su un prato curato e fresco è sicuramente bello, ma mi piace tastare anche le foglie secche, il muschio croccante, i rami secchi, la sabbia e la ghiaia, la terra battuta, il fango viscido che tralaltro esercita sul piede un massaggio naturale assolutamente ineguagliabile. Anche entrare spudoratamente in una pozzanghera (non di acqua putrida ovviamente) è una esperienza ineguagliabile che mi fa apprezzare fino in fondo un posto, oltre che vincere ogni mio inutile timore e senso del pudore. Mi rendo conto che non c'è niente di più sicuro della natura stessa e che io sono proprio fatto per starci, senza problemi di sorta. Mentre avendo le scarpe, per evitare di sporcarle, lo stesso posto potrebbe fare "paura" e l'intero corpo e mente si sentirebbero in soggezione.
3) Perchè patisco meno il caldo, ma questo è ovvio. Quindi anche i cattivi odori sono nettamente diminuiti.
4) Perchè mi rendo conto che la mia schiena mantiene una postura più naturale. Ho problemi dolorosi alla schiena da oltre 10 anni, ma da quando vado scalzo sempre più spesso ho notato che il mal di schiena è quasi sparito. Adesso per abitudine, anche quando vado con le scarpe, ho imparato a mantenere la schiena in posizione naturale (d'altro canto però così facendo le scarpe mi danno molto più fastidio del solito).
Inoltre anche tutte le articolazioni delle gambe, andando scalzo, si muovono in maniera più naturale e anche camminando molto la stanchezza arriva più in ritardo.
Quindi è salutare al 100%.
5) Perchè da quando vado scalzo, nella vita ho un approccio più sereno e slanciato anche verso l'altro sesso. Non sto parlando di normali rapporti sociali ma proprio di "approccio sessuale".
Ho fatto delle ricerche a parte a riguardo, però inizia ad essere un argomento più particolare, quindi mi soffermo.
Comunque in parole povere ritengo che vincere il "pudore" nell'andare scalzi può aiutare a vincere anche tanti altri timori ingiustificati nella vita.
benandante- Numero di messaggi : 20
Data d'iscrizione : 02.09.10
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: Perché vado scalzo?
Sono d'accordo.Enzo ha scritto:E' perfettamente vero, perché il timore del giudizio altrui dovrebbe privarci di tutto ciò? D'altra parte ci sarà sempre qualcuno che non condividerà il nostro modo di essere e sarà pronto a criticarci, con o senza scarpe. Perciò approfittiamo e godiamo del piacere di andare scalzi e di fare ciò che ci piace, la vita è una sola e il tempo passato non ritorna.
Mastrom90- Numero di messaggi : 212
Età : 34
Data d'iscrizione : 25.08.10
Re: Perché vado scalzo?
Sono contento di avere conferme da un altro scalzipiede che aveva problemi alla schiena che sono meno sentiti quando si va scalzi, stesso dicasi per la stanchezza...Adesso per abitudine, anche quando vado con le scarpe, ho imparato a mantenere la schiena in posizione naturale (d'altro canto però così facendo le scarpe mi danno molto più fastidio del solito).
Il fatto è che comunque siano le scarpe rappresentano un peso aggiunto alla nostra camminata e - se non si tratta di infradito leggerissime - la somma del loro peso moltiplicata per il numero dei passi è quella che si fa sentire alla fine della giornata.
Il problema che può sorgere è proprio che le scarpe diano più fastidio del solito. Anche i comodissimi zatteroni Birkenstock. Dopo un po' si è presi dall'impulsi quasi irrefrenabile di sbatterli via
E alla fine si fa proprio così e con sommo piacere!
Saluti discalzati !
Marco
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Perché vado scalzo?
Credo che la causa del mal di schiena non sia il peso delle scarpe (che è solo una piccola parte del peso delle gambe), ma proprio i movimenti innaturali che devono fare caviglie e ginocchia per adeguarsi alla rigidezza e all'altezza delle suole.
Mi sono accorto che con scarpe strette e dure mi viene più mal di schiena rispetto a scarpe di ginnastica comode. Camminando scalzo (come ieri) non sento più alcun male (infatti oggi mi sono svegliato benissimo).
Mi sono accorto che con scarpe strette e dure mi viene più mal di schiena rispetto a scarpe di ginnastica comode. Camminando scalzo (come ieri) non sento più alcun male (infatti oggi mi sono svegliato benissimo).
benandante- Numero di messaggi : 20
Data d'iscrizione : 02.09.10
Re: Perché vado scalzo?
Io sonno nuovo qui e anche stranniero. Escussi per il mio italiano.
Io vado scalzo perche mi piace, perche mi sento libero.
E un sensazione come di fare qualcuna cosa prohibita, e per questo non vado tanto scalzo, non voglio che sia una cosa abbituale per me voglio che sia como ora è, una situazione ecepcionale. Cosi penso che è piu divertente.
Tanti saluti a tutti
Io vado scalzo perche mi piace, perche mi sento libero.
E un sensazione come di fare qualcuna cosa prohibita, e per questo non vado tanto scalzo, non voglio che sia una cosa abbituale per me voglio che sia como ora è, una situazione ecepcionale. Cosi penso che è piu divertente.
Tanti saluti a tutti
Vicente- Numero di messaggi : 7
Data d'iscrizione : 13.09.10
Re: Perché vado scalzo?
Ah, bene.Vicente ha scritto:Io sonno nuovo qui e anche stranniero. Escussi per il mio italiano.
Io vado scalzo perche mi piace, perche mi sento libero.
E un sensazione come di fare qualcuna cosa prohibita, e per questo non vado tanto scalzo, non voglio che sia una cosa abbituale per me voglio che sia como ora è, una situazione ecepcionale. Cosi penso che è piu divertente.
Tanti saluti a tutti
Noi, in genere tendiamo ad essere scalzi il più possibile, però ogni modalità è accettabile. In fin dei conti andare scalzi si può e lo si deve fare quando lo vogliamo, davvero in completa libertà.
bfpaul
Re: Perché vado scalzo?
Of course, Le cose piacevole sempre è meglio farsi il più possibile... ehehehebfpaul ha scritto:Ah, bene.Vicente ha scritto:Io sonno nuovo qui e anche stranniero. Escussi per il mio italiano.
Io vado scalzo perche mi piace, perche mi sento libero.
E un sensazione come di fare qualcuna cosa prohibita, e per questo non vado tanto scalzo, non voglio che sia una cosa abbituale per me voglio che sia como ora è, una situazione ecepcionale. Cosi penso che è piu divertente.
Tanti saluti a tutti
Noi, in genere tendiamo ad essere scalzi il più possibile, però ogni modalità è accettabile. In fin dei conti andare scalzi si può e lo si deve fare quando lo vogliamo, davvero in completa libertà.
bfpaul
Vicente- Numero di messaggi : 7
Data d'iscrizione : 13.09.10
Re: Perché vado scalzo?
Premetto che non sono un vero BF (per il momento), perchè mi limito a stare scalzo in casa e zone limitrofe e ad indossare sandali il più possibile aperti per 8 o 9 mesi l' anno (durante i quali non uso mai e in nessuna occasione scarpe chiuse), direi che il piacere del piede libero è difficilmente spiegabile a chi non lo prova. "Sentire" il caldo o il freddo, avvertire le asperità del suolo, avere in pratica una sensibilità in più. Quando posso camminare scalzo anche in luoghi pubblici va da sè che tutto si trasforma in una più ampia esperienza. Indubbiamente in questo senso di "liberazione" concorre anche il fatto di provenire da una famiglia un po' rigida e di esservi comunque convintamente cresciuto. Aggiungo che da ragazzino con la complicità di un ortopedico non troppo acuto il mio (ex) piede piatto fu curato per anni con pesanti scarpe ortopediche, cosa che indubbiamente mi fece venire un certo complesso di inferiorità nei confronti dei miei coetanei. Poi per fortuna un altro ortopedico illuminato consigliò ai miei genitori di farmi camminare per casa non scalzo (orrore) ma con i calzini e il piede piatto si risolse in poco tempo. Ma l' imprinting ormai era quello. Ora avverto il camminare scalzo come una specie di "premio" per tutto il tempo che devo passare calzato e cerco ovviamente di spostare il concetto a quello di "normalità" . Non so se sono riuscito a chiarire il concetto, ma il fatto è che scalzo mi sento molto più "libero" e ben disposto nei confronti degli altri, tanto che come mi metto alla scrivania il primo gesto, prima ancora di accendere il computer è liberarmi delle scarpe o dei sandali .
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Perché vado scalzo?
Hai reso perfettamente l'idea. Anche io da piccolo, ho dovuto indossare i tanto odiati plantari per curare il piede piatto. Con conseguenti dolori acuti sotto l'arcata (che non avevo) plantare. Risultato:solo anni di dolore e null'altro. Fortunatamente erano gli anni dell'infanzia,per cui non mi ponevo certi problemi di estetica. La mia generazione, sebbene abbia ormai 40 anni, prevedeva spesso lo scambio dei vestiti per noi bambini, quindi non si badava all'estetica. Anche le scarpe venivano riutilizzate, quando ovviamente erano ancora in buono stato. Ricordo tutto come fosse oggi. Con nostalgia... Questo per spiegare che anche nel mio caso, sebbene avessi potuto avere il complesso di inferiorità nei confronti dei miei amici di scuola, fortunatamente il problema quasi non mi si poneva. Erano altri tempi, le cose andavano così. Anche per me, scoprire grazie a questo sito che potevo andare finalmente scalzo anche fuori casa è stato un premio. Un premio che giorno dopo giorno mi "concedo", anche se mi sono posto delle regole personali. Ovvero non vado scalzo dappertutto, non tutto il giorno. Solo quando lo sento necessario. Ho sperimentato con molto entusiasmo gli incontri con gli amici quì del sito, abbiamo trascorso belle giornate assieme all'insegna della condivisione delle nostre esperienze scalze. Mettendo in luce non solo quanto fosse bello come sensazione camminare scalzi, ma anche i vari timori e le insicurezze che evidentemente abbiamo provato nel cimentarci le prime volte scalzi in mezzo alla gente.aldo1953 ha scritto:Premetto che non sono un vero BF (per il momento), perchè mi limito a stare scalzo in casa e zone limitrofe e ad indossare sandali il più possibile aperti per 8 o 9 mesi l' anno (durante i quali non uso mai e in nessuna occasione scarpe chiuse), direi che il piacere del piede libero è difficilmente spiegabile a chi non lo prova. "Sentire" il caldo o il freddo, avvertire le asperità del suolo, avere in pratica una sensibilità in più. Quando posso camminare scalzo anche in luoghi pubblici va da sè che tutto si trasforma in una più ampia esperienza. Indubbiamente in questo senso di "liberazione" concorre anche il fatto di provenire da una famiglia un po' rigida e di esservi comunque convintamente cresciuto. Aggiungo che da ragazzino con la complicità di un ortopedico non troppo acuto il mio (ex) piede piatto fu curato per anni con pesanti scarpe ortopediche, cosa che indubbiamente mi fece venire un certo complesso di inferiorità nei confronti dei miei coetanei. Poi per fortuna un altro ortopedico illuminato consigliò ai miei genitori di farmi camminare per casa non scalzo (orrore) ma con i calzini e il piede piatto si risolse in poco tempo. Ma l' imprinting ormai era quello. Ora avverto il camminare scalzo come una specie di "premio" per tutto il tempo che devo passare calzato e cerco ovviamente di spostare il concetto a quello di "normalità" . Non so se sono riuscito a chiarire il concetto, ma il fatto è che scalzo mi sento molto più "libero" e ben disposto nei confronti degli altri, tanto che come mi metto alla scrivania il primo gesto, prima ancora di accendere il computer è liberarmi delle scarpe o dei sandali .
Chicco.
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Età : 52
Data d'iscrizione : 05.09.08
Re: Perché vado scalzo?
Io non userei la definizione "vero" o "falso" barefooter, come tu hai detto. E come ha ribadito più volte anche il Wm, ognuno si deve regolare come meglio crede, non ci sono limiti per i quali, se si va scalzi oltre un determinato tempo, si è veri barefooters. Io stesso,quando non vado scalzo, indosso le infradito, anche in pieno inverno. Non è proprio la stessa sensazione tattile di quando cammino a piedi nudi, ma la sensazione di libertà, paragonata alla prigionia delle scarpe è impagabile.aldo1953 ha scritto:Premetto che non sono un vero BF (per il momento), perchè mi limito a stare scalzo in casa e zone limitrofe e ad indossare sandali il più possibile aperti per 8 o 9 mesi l' anno (durante i quali non uso mai e in nessuna occasione scarpe chiuse), direi che il piacere del piede libero è difficilmente spiegabile a chi non lo prova. "Sentire" il caldo o il freddo, avvertire le asperità del suolo, avere in pratica una sensibilità in più. Quando posso camminare scalzo anche in luoghi pubblici va da sè che tutto si trasforma in una più ampia esperienza. Indubbiamente in questo senso di "liberazione" concorre anche il fatto di provenire da una famiglia un po' rigida e di esservi comunque convintamente cresciuto. Aggiungo che da ragazzino con la complicità di un ortopedico non troppo acuto il mio (ex) piede piatto fu curato per anni con pesanti scarpe ortopediche, cosa che indubbiamente mi fece venire un certo complesso di inferiorità nei confronti dei miei coetanei. Poi per fortuna un altro ortopedico illuminato consigliò ai miei genitori di farmi camminare per casa non scalzo (orrore) ma con i calzini e il piede piatto si risolse in poco tempo. Ma l' imprinting ormai era quello. Ora avverto il camminare scalzo come una specie di "premio" per tutto il tempo che devo passare calzato e cerco ovviamente di spostare il concetto a quello di "normalità" . Non so se sono riuscito a chiarire il concetto, ma il fatto è che scalzo mi sento molto più "libero" e ben disposto nei confronti degli altri, tanto che come mi metto alla scrivania il primo gesto, prima ancora di accendere il computer è liberarmi delle scarpe o dei sandali .
Chicco.
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Età : 52
Data d'iscrizione : 05.09.08
Re: Perché vado scalzo?
Dovremmo aprire un altro tread dal titolo : Chi è il barefooter ?
A parte gli scherzi, penso che ogni tipo di "catalogazione" relativa ad un modo di essere, ad un modo di fare, ad un modo di porsi, sia del tutto sbagliata e ghettizzante.
A parte il fatto che nell'arco delle nostre giornate viviamo una marea di esperienze diverse: se utilizziamo la macchina non per questo siamo automobilisti 24 ore su 24; saremmo anche pedoni, passeggeri su un mezzo pubblico, ciclisti o motociclisti....o semplicemente statici nel momento in cui ci fermiamo.
Ogni "attribuzione" non può essere assunta come un assoluto, nella nostra esistenza, salvo che questa non nasca da una concezione religiosa o filosofica che permei tutta la nostra vita.
Posso dire di essere "cristiano", perché il cristianesimo costituisce il fondamento del mio credo e struttura il mio modo di vivere la vita; se sono cristiano, o buddista, o mussulmano lo sono sempre, 24 ore al giorno.
Ora : per poterci definire "barefooter" occorrerebbe che il "barefooting" costituisse una filosofia di vita, con una base di presupposti e ragioni comune a tutti gli "adepti"; ma così non è.
C'è tra di noi chi cammina scalzo perchè ama la libertà del piede, chi accompagna questo da motivi religiosi, chi lo fa, magari, per puro feticismo o chi semplicemente ama camminare scalzo in certe circostanze della propria vita punto e basta.
Ma, un piacere comune e/o una passione, non bastano a costituire o a definire una "categoria" di persone, soprattutto allorquando si tratta di persone che hanno, come emerge anche dagli interventi sul forum, filosofie di vita spesso diametralmente opposte e, alle volte, anche conflittuali.
Del resto non sarebbe neppure giusto "ingabbiare" noi stessi in una etichetta, che già di per se limiterebbe il nostro agire e quel desiderio di libertà che tutti condividiamo e che esprimiamo camminando scalzi.
Meglio direi che siamo "Persone" che, quando è possibile, ci prendiamo la libertà di camminare scalzi e che condividiamo questa nostra "passione" con amici che amano vivere esperienze analoghe.
A parte gli scherzi, penso che ogni tipo di "catalogazione" relativa ad un modo di essere, ad un modo di fare, ad un modo di porsi, sia del tutto sbagliata e ghettizzante.
A parte il fatto che nell'arco delle nostre giornate viviamo una marea di esperienze diverse: se utilizziamo la macchina non per questo siamo automobilisti 24 ore su 24; saremmo anche pedoni, passeggeri su un mezzo pubblico, ciclisti o motociclisti....o semplicemente statici nel momento in cui ci fermiamo.
Ogni "attribuzione" non può essere assunta come un assoluto, nella nostra esistenza, salvo che questa non nasca da una concezione religiosa o filosofica che permei tutta la nostra vita.
Posso dire di essere "cristiano", perché il cristianesimo costituisce il fondamento del mio credo e struttura il mio modo di vivere la vita; se sono cristiano, o buddista, o mussulmano lo sono sempre, 24 ore al giorno.
Ora : per poterci definire "barefooter" occorrerebbe che il "barefooting" costituisse una filosofia di vita, con una base di presupposti e ragioni comune a tutti gli "adepti"; ma così non è.
C'è tra di noi chi cammina scalzo perchè ama la libertà del piede, chi accompagna questo da motivi religiosi, chi lo fa, magari, per puro feticismo o chi semplicemente ama camminare scalzo in certe circostanze della propria vita punto e basta.
Ma, un piacere comune e/o una passione, non bastano a costituire o a definire una "categoria" di persone, soprattutto allorquando si tratta di persone che hanno, come emerge anche dagli interventi sul forum, filosofie di vita spesso diametralmente opposte e, alle volte, anche conflittuali.
Del resto non sarebbe neppure giusto "ingabbiare" noi stessi in una etichetta, che già di per se limiterebbe il nostro agire e quel desiderio di libertà che tutti condividiamo e che esprimiamo camminando scalzi.
Meglio direi che siamo "Persone" che, quando è possibile, ci prendiamo la libertà di camminare scalzi e che condividiamo questa nostra "passione" con amici che amano vivere esperienze analoghe.
Re: Perché vado scalzo?
Marc_63 ha scritto:Ma, un piacere comune e/o una passione, non bastano a costituire o a definire una "categoria" di persone, soprattutto allorquando si tratta di persone che hanno, come emerge anche dagli interventi sul forum, filosofie di vita spesso diametralmente opposte e, alle volte, anche conflittuali.
Del resto non sarebbe neppure giusto "ingabbiare" noi stessi in una etichetta, che già di per se limiterebbe il nostro agire e quel desiderio di libertà che tutti condividiamo e che esprimiamo camminando scalzi.
Ma anche il non volere a tutti i costi essere categorizzati è un po' una forma di gabbia.
In realtà tutti noi ci costruiamo in'identità, un vestito che ci sta bene addosso e con il quale ci sentiamo caldi ed a nostro agio, volenti o nolenti.
Ma bisogna, appunto, sentirsi bene e non fraintendere: essere barefooters vuol dire amare i nostri piedi nudi, ma non vuol dire camminare scalzi se si ha freddo o se si sente dolore.
È strano, ma sebbene tale concetto dovrebbe essere ormai patrimonio culturale di tutti, ogni tanto bisogna ribadirlo.
In realtà tutti noi ci costruiamo in'identità, un vestito che ci sta bene addosso e con il quale ci sentiamo caldi ed a nostro agio, volenti o nolenti.
Ma bisogna, appunto, sentirsi bene e non fraintendere: essere barefooters vuol dire amare i nostri piedi nudi, ma non vuol dire camminare scalzi se si ha freddo o se si sente dolore.
È strano, ma sebbene tale concetto dovrebbe essere ormai patrimonio culturale di tutti, ogni tanto bisogna ribadirlo.
Meglio direi che siamo "Persone" che, quando è possibile, ci prendiamo la libertà di camminare scalzi e che condividiamo questa nostra "passione" con amici che amano vivere esperienze analoghe.
Parlo per me, ma quando cammino scalzo, primavera, estate, autunno ed inverno, mi sento talmente bene che ringrazio le circostanze di avermi dato il coraggio di farlo il più spesso possibile, rimpiangendo di non poterlo fare 24 ore su 24.
Esagerato? Sì, forse, ma è un desiderio fortissimo che sentivo fin da bambino.
Non so perché, ma è una cosa che sento davvero dentro.
Certo, sono persona di buon senso e mi adatto a certe costrizioni sociali, ma, se potessi, andrei scalzo sempre, comunque ed ovunque.
Esagerato? Sì, forse, ma è un desiderio fortissimo che sentivo fin da bambino.
Non so perché, ma è una cosa che sento davvero dentro.
Certo, sono persona di buon senso e mi adatto a certe costrizioni sociali, ma, se potessi, andrei scalzo sempre, comunque ed ovunque.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Perché vado scalzo?
Anch' io se potessi starei scalzo 24h al giorno, entrare nelle scarpe per me è un pò come entrare nella "Vergine di ferro" di Torquemada...
Io non mi identifico come "barefooter" per appartenere ad un gruppo o ad un' associazione sportiva, non è questo termine a caratterizzare la mia persona, ma secondo me è un modo di chiamare chi ama camminare a piedi nudi, che rappresenta una percentuale esigua della popolazione, non un fattore che ci rende uguali in senso stretto, bensì un punto di incontro tra persone che amano più o meno fortemente l' assenza di filtri con la Madre Terra.
Per questo sono contento di incontrare altre persone che condividono questo mio modo di vedere l' interfaccia con il mondo circostante, senza per questo dover essere tutti uguali e pensarla esattamente allo stesso modo su tutti gli ambiti della vita.
Io non mi identifico come "barefooter" per appartenere ad un gruppo o ad un' associazione sportiva, non è questo termine a caratterizzare la mia persona, ma secondo me è un modo di chiamare chi ama camminare a piedi nudi, che rappresenta una percentuale esigua della popolazione, non un fattore che ci rende uguali in senso stretto, bensì un punto di incontro tra persone che amano più o meno fortemente l' assenza di filtri con la Madre Terra.
Per questo sono contento di incontrare altre persone che condividono questo mio modo di vedere l' interfaccia con il mondo circostante, senza per questo dover essere tutti uguali e pensarla esattamente allo stesso modo su tutti gli ambiti della vita.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Perché vado scalzo?
Ma, un piacere comune e/o una passione, non bastano a costituire o a definire una "categoria" di persone, soprattutto allorquando si tratta di persone che hanno, come emerge anche dagli interventi sul forum, filosofie di vita spesso diametralmente opposte e, alle volte, anche conflittuali.
Quoto in piendo questo tuo pensiero.
Chicco.
Quoto in piendo questo tuo pensiero.
Chicco.
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Età : 52
Data d'iscrizione : 05.09.08
Re: Perché vado scalzo?
ChiccoB ha scritto:Ma, un piacere comune e/o una passione, non bastano a costituire o a definire una "categoria" di persone, soprattutto allorquando si tratta di persone che hanno, come emerge anche dagli interventi sul forum, filosofie di vita spesso diametralmente opposte e, alle volte, anche conflittuali.
Non direi proprio.
Alla base c'è il rifiuto di apparire diversi, mentre, al contrario, essere barefooter non vuol dire andare scalzi sempre e comunque.
Continuo a ripeterlo, ma vedo che fate finta di non sentire.
Siamo delle rarità viventi, quindi siamo già categorizzati, anche se non ce ne accorgiamo ed abbiamo cominciato ad esserlo la prima volta che abbiamo messo i piedi nudi fuori dall'uscio di casa.
E questo non significa pensarla in modo identico, a meno di essere chiusi e sordi mentalmente.
Per esempio, siamo Italiani per tradizione culturale, per la storia che, più o meno, ci accomuna e per senso di appartenenza ad un insieme omogeneo di persone che condividono lo stesso territorio politico-geografico (semplificando molto).
Eppure siamo uno diverso dall'altro e nella distribuzione statistica delle nostre caratteristiche intrinseche ci identifichiamo con un modello matematico totalmente simmetrico: dal più alto al più basso. dal più intelligente a quello meno, dal più leggero al più pesante.
Ideologicamente siamo pure ben descritti dalla stessa legge.
Perciò non capisco perché sottolineare tanto le nostre ovvie differenze.
Chi non è barefooter non spende il suo tempo qui, chi lo è non sempre è scalzo o si relaziona necessariamente con persone a piedi nudi né, tanto meno, condivide le stesse sensazioni di altri.
Il sottoscritto si è incontrato decine di volte con gli amici milanesi e lo ha fatto nove volte su dieci calzato.
Ed allora, scusate, dove sta il problema?
Alla base c'è il rifiuto di apparire diversi, mentre, al contrario, essere barefooter non vuol dire andare scalzi sempre e comunque.
Continuo a ripeterlo, ma vedo che fate finta di non sentire.
Siamo delle rarità viventi, quindi siamo già categorizzati, anche se non ce ne accorgiamo ed abbiamo cominciato ad esserlo la prima volta che abbiamo messo i piedi nudi fuori dall'uscio di casa.
E questo non significa pensarla in modo identico, a meno di essere chiusi e sordi mentalmente.
Per esempio, siamo Italiani per tradizione culturale, per la storia che, più o meno, ci accomuna e per senso di appartenenza ad un insieme omogeneo di persone che condividono lo stesso territorio politico-geografico (semplificando molto).
Eppure siamo uno diverso dall'altro e nella distribuzione statistica delle nostre caratteristiche intrinseche ci identifichiamo con un modello matematico totalmente simmetrico: dal più alto al più basso. dal più intelligente a quello meno, dal più leggero al più pesante.
Ideologicamente siamo pure ben descritti dalla stessa legge.
Perciò non capisco perché sottolineare tanto le nostre ovvie differenze.
Chi non è barefooter non spende il suo tempo qui, chi lo è non sempre è scalzo o si relaziona necessariamente con persone a piedi nudi né, tanto meno, condivide le stesse sensazioni di altri.
Il sottoscritto si è incontrato decine di volte con gli amici milanesi e lo ha fatto nove volte su dieci calzato.
Ed allora, scusate, dove sta il problema?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Perché vado scalzo?
Strana discussione .... noi siamo tutti barefooter, perchè ci piace andare scalzi. In questo senso facciamo parte di un insieme o di un gruppo: quello costituito appunto da persone cui piace camminare a piedi nudi.
E' chiaro che avremo anche altre cose in comune: alcune casualmente (così come altrettanto casualmente, possiamo avere diametralmente opposte su alcuni aspetti della vita), però ci sono con alta probabilità altre vedute o caratteristiche comuni collegate alla nostra passione, come per esempio un diffuso anticonformismo e la capacità di infischiarcene dell' apparire e di ciò che ne pensano altri.
Questo non fa di noi un movimento filosofico o un partito politico, ma semplicemente dei simpatici barefooter
Alcune discussioni un po' più pesanti del voluto hanno proprio avuto origine dall'avere qualcuno ritenuto che tutti qui, essendo barefooter, condividessero anche altre convinzioni della sua personale filosofia di vita, della quale, per lui, il barefooting da parte..... mentre non è affatto così. Anche se, difficilmente tra noi si annideranno dei borghesucci, benpensanti e conformisti, ci possono essere invece un sacco di "estremisti" (in senso filosofico) con le convinzioni più disparate, ma certamente altrettanto accese, colorate e passionali.
... e questo mi piace.
E' chiaro che avremo anche altre cose in comune: alcune casualmente (così come altrettanto casualmente, possiamo avere diametralmente opposte su alcuni aspetti della vita), però ci sono con alta probabilità altre vedute o caratteristiche comuni collegate alla nostra passione, come per esempio un diffuso anticonformismo e la capacità di infischiarcene dell' apparire e di ciò che ne pensano altri.
Questo non fa di noi un movimento filosofico o un partito politico, ma semplicemente dei simpatici barefooter
Alcune discussioni un po' più pesanti del voluto hanno proprio avuto origine dall'avere qualcuno ritenuto che tutti qui, essendo barefooter, condividessero anche altre convinzioni della sua personale filosofia di vita, della quale, per lui, il barefooting da parte..... mentre non è affatto così. Anche se, difficilmente tra noi si annideranno dei borghesucci, benpensanti e conformisti, ci possono essere invece un sacco di "estremisti" (in senso filosofico) con le convinzioni più disparate, ma certamente altrettanto accese, colorate e passionali.
... e questo mi piace.
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Perché vado scalzo?
Scusami se è poco!Elan ha scritto:....un diffuso anticonformismo e la capacità di infischiarcene dell' apparire e di ciò che ne pensano altri.
È questo l'unico, vero nostro punto di contatto, condiviso da tutti.
Simpatici? Sì, almeno fra noi, altra idea poco condivisa.Questo non fa di noi un movimento filosofico o un partito politico, ma semplicemente dei simpatici barefooter
Mah, diciamo che è facile tacciare di estremismo chi ha un forte carattere ed altrettanto forti convinzioni.....ci possono essere invece un sacco di "estremisti" (in senso filosofico) con le convinzioni più disparate, ma certamente altrettanto accese, colorate e passionali.
Poi, se con quegli estremisti ci parli, a tu per tu, scopri che anche loro non sono poi così brutti come li si dipinge.
Come il diavolo.
Se consideri il fatto che, quando sono convinto di una cosa, senza far del male agli altri, parto a testa bassa e sguaino la spada ideologica, beh, allora considerami pure un estremista.
Perché se mi sento bene, felice, facendo una cosa che ho sempre desiderato, che mi rilassa, che motivo c'è di mettermi in catene?
Andare scalzi, ne sono convinto, è un comportamento che affonda le radici in qualcosa di profondo nel modo di percepire il mondo e che si manifesta in una casistica così diversificata che non è possibile rendere un barefooter uguale all'altro.
Ecco, sono solo quattro parole, ma hai già espresso lo spirito che dovrebbe pervadere il nostro forum.... e questo mi piace.
[/quote]
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Perché vado scalzo?
Quel gesto apparentemente banale di sfilarmi le scarpe rappresenta per me il preciso confine esistenziale tra lo spazio del dovere e quello della libertà. Ben olltre che un gesto, è una misura, che giorno dopo giorno mi aiuta a comprendere tante cose.
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Re: Perché vado scalzo?
Ciaooo a tutti beh io vado scalza (quando ci vado ) perchè sono una persona che ha riscoperto la libertà di essere se stessa e l'andar a piedi nudi mi permette di gioire di un pezzetto di me che prima restava quasi permanentemente in prigione!!! Ma caspita, quale riscoperto piacere gioire di un pezzetto in più e rendersi conto di come la scarpa sia un accessorio anziché una perenne necessità!
Buona vita amici scalzi ed oltre alle scarpe spogliamoci anche di altri limiti impostici come necessità! Muà
Buona vita amici scalzi ed oltre alle scarpe spogliamoci anche di altri limiti impostici come necessità! Muà
PiediDiLuna- Numero di messaggi : 296
Età : 51
Data d'iscrizione : 19.08.11
Re: Perché vado scalzo?
Mi sento di affermare che questa frasi si possa applicare a praticamente tutti gli scalzisti. Alla fine, pur nelle varie differenze individuali, abbiamo un punto in comune che Barbara ha sintetizzato perfettamente.PiediDiLuna ha scritto:beh io vado scalza (quando ci vado ) perchè sono una persona che ha riscoperto la libertà di essere se stessa e l'andar a piedi nudi mi permette di gioire di un pezzetto di me che prima restava quasi permanentemente in prigione!!!
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Perché vado scalzo?
quando me lo chiedono rispondo: "perchè mi piace, invece le scarpe mi danno noia".
...ma sinceramente, intimamente detto, la risposta più vera è un dannato:
"perché sì".
mah..non rispondevo perche-sì da almeno 35 anni..
grazie
...ma sinceramente, intimamente detto, la risposta più vera è un dannato:
"perché sì".
mah..non rispondevo perche-sì da almeno 35 anni..
grazie
Ospite- Ospite
Re: Perché vado scalzo?
Vado scalzo perchè fa bene.
Vado scalzo perchè il piede più libero è meglio sta.
Vado scalzo non sempre ma quando ne ho voglia.
Vado scalzo per un maggior contatto con la terra.
Vado scalzo in fin dei conti perchè mi piace non essere ingabbiato in regole fisse.
Vado scalzo per tanti altri motivi non ultimo il condividere con altri la mia libertà.
ALEBO- Numero di messaggi : 527
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: Perché vado scalzo?
Io vado scalzo, quando mi va, perchè mi piace ... mi da un piacere sensuale e mi tira su.
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Perché vado scalzo?
Io lo faccio perchè mi piace, da sempre. Fin da piccolo, quando mettevo i piedi a terra nel giardino dei miei nonni, tra i rimproveri di mio padre e i "ma lascialo stare" del nonno...
il mio problema è che questo piacere non si è frenato, anzi, è cresciuto col passare degli anni, tanto da non poterlo più reprimere dopo i 20 anni. Da li in poi è stata un’escalation di momenti creati ad hoc per stare scalzo; auto lasciata sempre più distante per arrivare scalzo alla meta (e poi ricalzarmi ), vacanze sempre all’estero, finti dolori causati dalle scarpe per avere una scusa per scalzarmi, ecc…il più delle volte fatto con timore ed in clandestinità, però fatto…Poi è arrivato il tempo del lavoro, della gavetta, e “dell’affermazione”, se così vogliamo chiamarla. E’ arrivato il momento della giacca, della cravatta, delle scarpe lucide, dei meeting, dell’essere sbattuti da una parte all’altra d’Europa, delle 100 telefonate al giorno…in poche parole è arrivato lo stress…il tutto accompagnato, purtroppo, alla perdita di naturalezza e, diciamolo, di “innocenza” ed ingenuità che accompagna l’età adolescenziale. Ora, quando dopo una giornata di lavoro, mi tolgo il completo e le scarpe, e magari mi metto una polo, un paio di bermuda e niente ai piedi, non mi spoglio solo di una divisa da lavoro, ma anche di un’etichetta che mi accompagna 5 giorni su 7 e non mi fa essere del tutto me stesso. Quindi anche per me stare scalzo è benessere e libertà, anche mentale, di essere me stesso; e, se anche non vengo capito, e a volte additato come strano, mi dispiace, è vero…ma posso dire sempre “io sono questo qui…scalzo e sorridente”…non quello incravattato e stressato…
il mio problema è che questo piacere non si è frenato, anzi, è cresciuto col passare degli anni, tanto da non poterlo più reprimere dopo i 20 anni. Da li in poi è stata un’escalation di momenti creati ad hoc per stare scalzo; auto lasciata sempre più distante per arrivare scalzo alla meta (e poi ricalzarmi ), vacanze sempre all’estero, finti dolori causati dalle scarpe per avere una scusa per scalzarmi, ecc…il più delle volte fatto con timore ed in clandestinità, però fatto…Poi è arrivato il tempo del lavoro, della gavetta, e “dell’affermazione”, se così vogliamo chiamarla. E’ arrivato il momento della giacca, della cravatta, delle scarpe lucide, dei meeting, dell’essere sbattuti da una parte all’altra d’Europa, delle 100 telefonate al giorno…in poche parole è arrivato lo stress…il tutto accompagnato, purtroppo, alla perdita di naturalezza e, diciamolo, di “innocenza” ed ingenuità che accompagna l’età adolescenziale. Ora, quando dopo una giornata di lavoro, mi tolgo il completo e le scarpe, e magari mi metto una polo, un paio di bermuda e niente ai piedi, non mi spoglio solo di una divisa da lavoro, ma anche di un’etichetta che mi accompagna 5 giorni su 7 e non mi fa essere del tutto me stesso. Quindi anche per me stare scalzo è benessere e libertà, anche mentale, di essere me stesso; e, se anche non vengo capito, e a volte additato come strano, mi dispiace, è vero…ma posso dire sempre “io sono questo qui…scalzo e sorridente”…non quello incravattato e stressato…
Arky- Numero di messaggi : 220
Data d'iscrizione : 21.02.12
Re: Perché vado scalzo?
Concordo, e penso sia bellissimo sapere chi siamo in realtà, perchè molte persone in realtà non conoscono affatto sè stesse.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Reminescenze ?
Andare scalzi, ne sono convinto, è un comportamento che affonda le radici in qualcosa di profondo nel modo di percepire il mondo e che si manifesta in una casistica così diversificata che non è possibile rendere un barefooter uguale all'altro.[/color]
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Sì, a volte mi chiedo da dove arrivi questa spinta così poco condivisa, ma altre volte penso che in realtà la pulsione a camminare scalzi sia diffusissima, solo che quasi tutti l' hanno ormai sopita e relegata a luoghi istituzionali come spiagge o simili. Quello che è certo è che a tutti piace togliersi le scarpe, solo che pochi pensano di poterlo fare sulla pubblica via per colpa dell' imprinting sociale.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
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